– I fatti: nudi e crudi su cui con uno scatto da cittadino con la “C” maiuscola è chiamato a riflettere. Il 14 dicembre, prima di Natale, e dopo il congresso provinciale dei Ds, la maggioranza della Provincia di Rimini è andata in frantumi sull’adozione del Piano provinciale dei rifiuti. E’ stato adottato con i voti di Forza Italia. Parte della maggioranza, Rifondazione comunista, Verdi, Comunisti italiani e gruppo misto, gli hanno votato contro. Insomma, la maggioranza è uscita a pezzi su uno dei temi più importanti sui quali è chiamata a decidere. Ha trionfato la linea del presidente provinciale Nando Fabbri e quella di Hera, l’azienda pubblica che vuole massimizzare gli utili come se fosse un privato qualsiasi: che tempi, che costumi, direbbero i latini.
Ci vorrebbe uno scatto dei cittadini: raccolta differenziata prima per sé, poi per l’ambiente. Infine per il risparmio di risorse (lo sciupio). Senza contare l’impatto ambientale e l’inquinamento del quale ancora scientificamente non se ne conoscono la portata.
Il grande imputato del Piano provinciale passato è Massimo Pierpaolini, consigliere provinciale di Forza Italia che ha detto sì andando contro buona parte del proprio partito (Forza Italia di Riccione ha fatto campagna contro l’inceneritore e la centrale elettrica a Raibano). Dice Pierpaolini: “Il mio è stato un voto di civiltà. Abbiamo un Piano provinciale autonomo dei rifiuti. Grazie a me non esporteremo più rifiuti. Grazie a me l’inceneritore sarà migliore. Il mio voto è stato definito anomalo. E Rifondazione che vota con An? L’assessore verde che propone il Piano ed i suoi che glielo bocciano? Dopo il voto i cespugli hanno fatto un gran can can. Se si ritengono vittime del presidente della Provincia Nando Fabbri, possono porre la fiducia”.
Pierpaolini è uomo dal fare politico accorto, sa giocare al meglio le proprie carte, a chi gli chiede se con Fabbri c’è stato un dare ed avere, risponde: “Nessun scambio col presidente Fabbri. Però se chiedere più sensibilità per l’entroterra è uno scambio, ci potrebbe anche essere stato”.
Molto tagliente invece Fabrizio Piccioni, consigliere provinciale dei Comunisti italiani. Afferma: “Insieme a Rifondazione, Verdi e Gruppo misto abbiamo votato contro per alcuni ragioni. Siamo contrari al raddoppio dell’inceneritore. Si dovrebbe lavorare sull’esistente; oppure sì alla quarta linea ma con l’abbattimento delle prime due. Altro punto, il Piano non spinge come si dovrebbe sulla raccolta differenziata. Tutte cose che danneggiano l’ambiente e non raccolgono i dettami della normativa europea. Poi ci sono elementi più tecnici. Ad esempio. Come Misano, Riccione e Coriano abbiamo proposto il porta a porta ma dalla Provincia non giunge nulla. Poi c’è il grado di inquinamento. Si usano le moderne tecnologie ma si vanno a bruciare 240.000 tonnellate contro le 140.000. Sul Piano adottato c’è una logica di business. Qui si segue l’interesse economico di Hera, cosa che come sinistra non ci appartiene. Altro fattore è quello politico; la maggioranza ha cercato i voti di Forza Italia e non è un bel segnale. In ogni caso la compattezza della giunta è largamente condivisa”.
Mario Galasso, Verdi, assessore all’Ambiente a Riccione: “E’ assurdo accogliere i desiderata di Hera. Insieme a Rifondazione e Comunisti italiani proporremo degli emendamenti che possano spingere sulla raccolta differenziata (oggi si punisce chi la fa) e sulla questione forni: sì al quarto e via gli altri due. Dovesse passare il Piano è inutile continuare a fare la raccolta differenziata”.
di Francesco Toti