Sarei lì con voi se non fosse che sono qui per due giorni di preghiera con un gruppo di sacerdoti. Ho conosciuto Irene da molto tempo, dagli anni ’70, soprattutto quando sono andato a Verona per dirigere la rivista Nigrizia.
Dopo l’iniziale diffidenza sbocciò una bella relazione di mutuo sostegno. Ci consultavamo spesso. E gioiva quando andavo a trovarla. Le dobbiamo un grazie per la linea innovativa che ha dato a Raggio rendendola una rivista femminista missionaria.
Penso che dobbiamo essere grati a Irene perché senza mai scoraggiarsi ha continuato a sottolineare l’aspetto della femminilità nell’annuncio missionario. Nei prossimi anni vedremo la fecondità e l’importanza di questa intuizione. Per ora le diciamo: Grazie!
Grazie, sorella Irene per quello che sei stata per noi, sorella, compagna di viaggio in questo difficile scorcio di secolo. E dona a noi la grazia di far germogliare quello che tu hai seminato. Grazie, Irene.