– Il mare: “interminati spazi, sovrumani silenzi, profondissima quiete nell’ultimo orizzonte”.
Non vi è dubbio che le celebri espressioni leopardiane relative all’infinito rendano appieno l’idea di immensità, da sempre, viene associata alle profondità delle distese marine.
Un’immensità nella quale, però, il pensiero umano spesso annega e non sempre il naufragare è dolce, bensì diventa fonte di paure, superstizioni, miti, storie e leggende. Tutto ciò viene ottimamente illustrato nella mostra “Angeli vs mostri. Religiosità e superstizione nel mondo del mare”, presso le sale esposizioni del Parco Oltremare di Riccione e curata da Antonio Bortolotti, divenuto celebre per le sue mostre, tra le altre, su Cagliostro a San Leo e Palermo, i Santi Volatori a Loreto, gli amuleti taumaturgici presso il Fortino Napoleonico di Portonovo (Ancona).
La mostra di Oltremare presenta una ricchissima collezione di reperti che, dall’antichità ad oggi, testimoniano il rapporto fra l’uomo ed il mare: fra tanti, emergono la preziosa manna di San Michele, che ogni navigante invoca su di sé, ed i bocconcini terapeutici (veramente incredibili, poiché si tratta di piccole immagini di carta da ingerire al fine di ricevere la grazia); da non trascurare la medaglia di San Benedetto (“Fac bonum” predicava il Santo da Norcia) o la Camicetta della Fortuna: per esorcizzare queste ataviche paure ed allontanare la sventura, i marinai ricorsero alla ritualità magici-superstiziosa, utilizzando per lo più sacchetti magici capaci di neutralizzare l’azione malefica delle persone ritenute malvagie.
Tuttavia l’amuleto più intrigante la Munifica, immagine ottenuta ponendo il pollice tra l’indice ed il medio e chiudendo la mano a pugno: la sua efficacia era ritenuta così portentosa che lo stesso Dante Alighieri non ebbe esitazioni ad inserirla nel “Fiore” ed all’interno della Divina Commedia, nel momento in cui il ladro Vanni Fucci, nel canto XXV dell’Inferno, compie il suo gesto rivolgendolo al cielo: “Al fine de le sue parole il ladro / le mani alzò con amendue le fiche”.
Veramente una mostra da non perdere!
Angelo Chiaretti, presidente del Centro Dantesco San Gregorio in Conca