– Per gli oltre mille abitanti di Misano Cella il Bar non è un locale dove si va per il caffè, l’aperitivo, per le colazione. Rappresenta uno dei luoghi principe della comunità, la chiesa laica; un vero e proprio grande salotto di paese, una piazza allargata, dove incontrare gli amici e discutere, dibattere, giocare a briscola e tressette, a “maletto”, a ramino, o scala quaranta. Ed il particolare fascino del sabato e domenica mattina, dove c’è un via vai con un tacito appuntamento di incontro? Indescrivibile. La domenica in tanti ne approfittano per scaricare la raccolta differenziata nei cassonetti vicini; e poi caffè e chiacchiere.
Di proprietà della Cooperativa Progresso, progettato dallo Studio Domus, ingegnere Giovanni Cartoceti, progettazione impiantistica di Emanuele Barogi, la grande piazza-bar riapre il prossimo febbraio, dopo una ristrutturazione-rifacimento iniziata lo scorso giugno. Insomma, si avvicina il pomeriggio per il primo brindisi. Gli affezionati vi ritroveranno ambienti diversi, tuttavia con lo stesso spirito, la stessa anima, le stesse atmosfere di quelli lasciati.
Ma andiamolo a vedere nella struttura questo intervento. Il bar si trova tutto al piano terra, con la stessa metratura (150) grazie al fatto che la veranda è stata chiusa, un avanzamento commerciale. Nell’interrato, dove una volta c’era la sala biliardi, trova posto il magazzino. Gli appassionati del gioco, ora sparsi nei bar dei dintorni, hanno a disposizione un nuovo ambiente dove ritrovarsi: sempre al piano terra.
Ma il motivo forte del rinnovato locale è l’idea progettuale che c’è dietro: la quercia: uno degli alberi simbolo della Romagna e tutelato fino dai tempi dei Romani. La riflessione del progettista: “Cosa frulla nella testa del designer quando gli si chiede di progettare un bar? D’altra parte sotto gli alberi c’è frescura e ci s’incontra per chiacchierare e bere… gli alberi dell’oasi rappresentano sospirata mèta per dissetarsi e riposarsi… tra gli alberi si vede e non si vede, si gioca… l’albero è simbolo di libertà ed abbondanza… le famiglie arboree rappresentano l’amicizia ed il piacere di stare insieme… Ma sì! Perché non prendere l’albero e le sue foglie a giocoso motivo conduttore!?”.
Di certo, l’anima di un bar è il banco di mescita delle vivande. Gli ideatori lo hanno collocato all’ingresso in segno di benvenuto ed è a forma di tazzina da cappuccino, davanti tavoli (alti e bassi) da colazione e lettura.
Il Bar oltre che come ritrovo principe degli abitanti della Cella, rimasti orfani per lungo tempo, di sobria eleganza, senza fronzoli, si pone come punto di attrazione per la zona artigianale della Santamonica e per quella nascente di Sant’Andrea in Casale.
Grazie alla favorevole posizione sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto, grazie all’ampio parcheggio di fianco, grazie ad altro ancora, era il punto di ritrovo per il cappuccino con pasta per i cacciatori ed i pescatori di passaggio. E punto di partenza per il folto gruppo di ciclisti della Cella iscritti al G.S. Valconca-Ottica Biondi.
Ora, il Bar ritorna con un vestito nuovo, ma stessa anima.