Perché, allora, vien fatto di chiedersi, tanto zelo ferrariano contro quel referendum? Perché Ferrara, direttore del “Foglio” e maître à penser di Forza Italia, si permette di dire che, in tre ore di discussione televisiva con lui, uno scienziato del valore di Umberto Veronesi “non ha capito” ciò che gli veniva detto (e giù applausi contro Veronesi)? Me lo sono chiesto anch’io, e ne ho tratto una risposta molto semplice. Ciò accade per la stessa ragione per cui Bush, in difficoltà sulla guerra all’Iraq basata su una menzogna, ha potuto vincere le elezioni mobilitando milioni di “cristiani rinati”, ossia facendo vibrare le corde emotive dello scontro di civiltà. In una parola: usando la religione. Ferrara, evidentemente, preoccupato per il probabile crollo del sistema di potere berlusconiano, pensa di poter fare efficacemente altrettanto: usare la religione come puntello e presentarsi tra un anno alle stesse platee plaudenti chiedendo la restituzione del favore.
Abile com’è, egli non si presenta come sostenitore della tesi del cardinale Ruini (“non andate a votare, fate mancare il quorum, ossia la metà più uno dei votanti, quindi fate fallire il referendum”), ma come fautore del “no” nel referendum. Si rende conto, cioè, della gesuitica debolezza della tesi astensionista, che presuppone la previsione dell’adesione al “sì” della maggioranza degli italiani. Ma intanto si allea agli astensionisti pur di ottenere il risultato politico sperato.
Nel secolo XX la Chiesa cattolica si è scusata con Galileo per averlo imprigionato nel secolo XVII a causa della sua pretesa di affermare che questa terra, sulla quale è sceso Gesù a riscattare il genere umano dal peccato originale, non è al centro dell’universo Ho ascoltato alla radio il lungo ed applauditissimo discorso pronunciato da Giuliano, perché, intanto, al centro del sistema solare c’è il sole. Allora, nel Seicento, il Tribunale dell’Inquisizione tentò di sbarrare la strada alla libertà della ricerca scientifica, contrapponendole una presunta verità di fede di cui non vi è traccia nel testo della Buona Novella (il Vangelo di Gesù). Oggi si pente di averlo fatto. Ma chi ci dice che un giorno la Congregazione per la dottrina della fede (nuovo nome dell’Inquisizione) non debba pentirsi dell’odierno viso dell’armi dinanzi alla libertà della ricerca scientifica per cui si battono i sostenitori del “sì”? Non parliamo poi del diritto, da questi affermato, di non far nascere dei bambini handicappati mediante l’esame dell’embrione prima del suo impianto nell’utero! Ma come, vien fatto di dire: c’è una legge che consente l’aborto del feto entro tre mesi, e ci si scandalizza della possibilità di utilizzare un embrione di poche ore, allo scopo di aprire la speranza di combattere morbi come il cancro e l’ Alzheimer?
E’ necessario aggiungere che il sottoscritto detesta che la religione venga usata, e sta dalla parte di scienziati del calibro di Umberto Veronesi e Carlo Flamigni?
di Alessandro Roveri Professore di Storia contemporanea all’Università di Ferrara