– Sono due fratelli riminesi i maggiori commercianti di pianoforti usati d’Italia, con Piano Sound. In un mercato che muove circa 5.000 pezzi l’anno, la loro fetta è attorno ai 1.200 strumenti. Si chiamano Atanasio e Orazio Cecchini. Oltre a commerciare ne hanno anche la passione, sia per l’oggetto, sia per la musica. Intrecciano il senso degli affari al non meno accorto senso del sapere.
Azienda completamente a gestione familiare, nasce per puro caso nell’82. Restauratori, trovano un pianoforte inglese, Collard & Collard. Arricchito da intarsi, i due fratelli se ne innamorano. Pensa Atanasio, il più grande, due figli, uno in azienda: “Perché non cercare di vendere piani usati?”. Allora la patria dell’usato è la Gran Bretagna. Inizia l’importazione; è successo.
I due fratelli hanno la sensibilità per il commercio. Di quegli inizi, scrive Atanasio: “Era una vita di avventure e di sacrifici, ma quando i pianoforti arrivavano in Italia si provava una grossa soddisfazione. Allo scarico del tir, i commercianti e i negozianti di strumenti musicali si accalcavano attorno al camion per individuare i pezzi migliori, poi con mani sapienti smontavano le meccaniche per controllarne la funzionalità.
Quando dal tir veniva scaricato uno strumento raro, tipo uno Steinway, si innestava un interesse sacrale. Le attenzioni erano rivolte tutte a lui che conscio del suo prestigio si mostrava come un pavone con i suoi intarsi e avori, con i suoi legni preziosi e sonori. I commercianti lo toccavano, lo suonavano, lo smontavano controllandone ogni sua parte, poi si negoziava il prezzo e alla fine mi rimaneva in mano un assegno e il ricordo di uno strumento prestigioso che se ne andava”.
Buzzo per gli affari, associazioni di idee, capacità di capire le tendenze, i Cecchini successivamente si rivolgono al Giappone per gli usati. E diventano gli esclusivisti per l’Italia dei pianoforti tedeschi Hermann; ma nuovi. Da cosa nasce cosa, e da alcuni mesi hanno un loro proprio marchio: Clement (in onore di un prestigioso pianista italiano, Clementi, 1752-1832). Gli strumenti nuovi, sia l’Hermann, sia il Clement, vengono prodotti in Cina, ma con la qualità della storia occidentale. Ad esempio, sono montate le migliori corde tedesche.
I due fratelli diventano anche collezionisti. Hanno una decina di strumenti antichi; alcuni di molto pregio, come un John Broadwood del 1805, o uno Yamaha del 1923 (l’azienda giapponese inizia a costruire pianoforti nel ’21).
Atanasio ed Orazio lanciano quest’idea. Dicono: “Ci vorrebbero dei concerti, dove la musica dei grandi autori venga suonata sugli strumenti del loro tempo. Il pianoforte di oggi è un’altra cosa rispetto a quello di Mozart, Chopin. Magari all’interno della Sagra Musicale Malatestiana”.
Hanno anche proposto al Liceo Musicale Lettimi di Rimini di studiare la storia del pianoforte come strumento e la creazione di un laboratorio per il restauro. E magari abbinarvi un piccolo museo di pezzi storici.
La vivacità intellettuale dei due fratelli riminesi, residenti a Misano da alcuni anni, dove hanno anche il magazzeno, si tramuta anche in un libro. Titolo “Piano dream” (Sognare un pianoforte), racconta la storia commerciale dello strumento. Scritto da Atanasio, è in italiano ed in inglese. Rilegato, 208 pagine, bellissime foto a colori, è venduto in 4 nazioni. Oltre all’Italia, il Giappone, la Grecia e l’Inghilterra.