– Una passionaccia per la storia e la geografia. Insomma, lo spazio (per fare) ed il tempo (per capire). Queste sono le due grandi passioni di Alessandro Rapone, il direttore dell’Api. E’ lì dal ’97 ed ha portato l’associazione con piccoli e fermi passi fino ai 150 associati, un cambio di sede, ed una struttura capace di fare sindacato, consulenza e formazione. Quarantuno anni, sposato, un figlio, è un riminese che abita a Riccione. Laurea in Scienze politiche, parla 4 lingue: inglese, francese, spagnolo ed un tedesco scolastico.
Dice: “Ora siamo una bella realtà, ma con ampi margini di miglioramento. Abbiamo cercato di lavorare e crescere in modo costante, senza strappi particolari, in modo regolare: con parsimonia ed il senso della misura. Abbiamo cercato di dare più qualità e servizi ai soci; questo è un circolo virtuoso che si autoalimenta. Ne sono la dimostrazione i corsi di formazione organizzati sia per gli imprenditori, sia per i loro collaboratori; abbimo le iscrizioni anche dei non associati. Credo che il successo sia direttamente legato alla qualità delle docenze. Abbiamo un catalogo di prodotti mutuato dall’Api di Bologna”.
Argomenti della formazione: “Gestione riorse umane”, “Riduzione dei costi di produzione”, “Controllo di gestione”, “Ufficio commerciale”, “Logistica”, “Qualità, sicurezza, ambiente”.
Pallino per la geografia significa anche pallino per i mercati esteri. Ha portato alcune delle aziende associate in fiera in Nord Africa (Libia, Algeria), a Belgrado, guardato con attenzione l’Est. Ed ha organizzato incontri sulla misteriosa Cina. Questo si è tenuto lo scorso 16 febbraio. Titolo: “Fare business in Cina, opportunità concrete e insidiose difficoltà per l’impresa italiana”.
“Esportare in nuovi mercati – riflette Rapone – è forse la sfida più importante per chi fa impresa”.