– Sul versante della tipicità gastronomica Riccione è la capofila della provincia di Rimini. Ben 54 alberghi, tutti i giorni, mettono nel menù almeno un piatto della tradizione: strozzapreti, pasta e fagioli, affettato, carne povera (salsicce, costarelle, braciole di maiale),. Oltre a cucinarlo, sono tenuti a raccontarlo: la storia, gli aneddoti, gli ingredienti. E questo dal ’97. Tutti appartengono ad una specie di club di prodotto legato alle “richieste” dell’associazione Legambiente.
Quando le cose funzionano in tanti ci si buttano.
Dice Marco Giovannini, il presidente degli albergatori: “Grazie al successo ed all’apprezzamento dei clienti anche altri alberghi ci hanno seguito. Gli associati legati ai piatti della tradizione sono verticali, vanno dalla pensione ad una stella fino all’Abner’s. Altro risvolto importante è che anche la presenza dei nostri vini è molto cresciuto, grazie al fatto che la loro qualità è aumentata. Soprattutto il tipico ha un forte valore di fidelizzazione rispetto ad una cucina generica. Degustare i nostri sapori in definitiva significa una vacanza più ricca. Con la classica lasagna della domenica ancora molto gradita, magari viene proposta in mezzo alla settimana”.
“La stragrande maggioranza degli alberghi – continua Giovannini – il giovedì o il venerdì propongono la cosiddetta serata romagnola. La sensibilità dei nostri associati la si può leggere in un incontro che un anno e mezzo fa abbiamo avuto con 20 produttori agricoli della provincia. Eravamo in 120. E queste aziende grazie al mercato che gli abbiamo aperto sono cresciute”.
Giovannini è critico verso la politica provinciale sulla tipicità, sulla valorizzazione del territorio. Rifltette: “Finalmente sta spingendo anche la Provincia. Peccato che ci siano state molte sovrapposizioni tra i vari assessorati. Sarebbe importante se il progetto di sensibilizzazione fosse portato avanti da uno solo: ci sarebbero meno sprechi. Importante è avere un solo marchio con una riconoscibilità molto forte che tre; i produttori sono sempre gli stessi”.
CURIOSITA’
Olio ‘romagnolo’ in Nuova Zelanda
– La Nuova Zelanda esporta olio extravergine di olive in Giappone e Usa. I primi oliveti furono impiantati nell’85. Tra le varietà il leccino, il frantoio ed il correggiolo. La pianta ha trovato il giusto clima e la passione degli agricoltori. L’incremento è a colpi del 500 per cento l’anno. Il prodotto, per qualità, ha vinto numerosi premi internazionali. La forza della concorrenza. Notizia apparsa sul Time, settimanale americano da 6 milioni di copie a numero.