– I ricavi della Dolciaria Rovelli crescono del 15 per cento quest’anno. Negli ultimi anni, invece, la linea positiva si è mantenuta tra il 5 ed il 10 per cento. Tradotti in miliardi significa che il fatturato si assesterà attorno ai 6 milioni di euro; vi lavorano una trentina di addetti in doppio turno, dalle quattro del mattino alle 8 di sera. Ogni giorno a Serbadone di Sotto (comune di Montefiore Conca), in macchinari all’avanguardia (le praline nel ciclo produttivo non vengono mai toccate dagli addetti) si producono 1,3 milioni di cioccolatini (capacità massima di 1,5 milioni), metà dei quali finiscono all’estero. Anche questo un primato di cui essere orgogliosi.
Il balzo in avanti del 15 per cento è dovuto ai mercati esteri, nei quali ci si arriva attraverso due canali: le fiere (Parma e Colonia) ed Internet (il fatturato effettuato attraverso la rete vale il 5 per cento del totale). Da decenni presenti in Grecia (dove il marchio è di prestigio assoluto), il primo importatore della Dolciaria Rovelli è israeliano. Ed i cioccolatini made in Montefiore si trovano anche in Sudafrica ed in Australia. In Italia, la presenza più forte è in Veneto ed Emilia; non la Romagna, vale il detto: “Nessuno è profeta in patria”.
Una delle pietre miliare del successo montefiorese è la qualità del prodotto. Si utilizza solo il cioccolato; banditi i grassi vegetali. “Così il cliente acquista anche una seconda volta”.
Dietro c’è la felice intuizione di Antonio Rovelli e la sua filosofia di lavoro. Rovelli è un commerciante di generi alimentari con una passione per il cioccolato. Con le pentole della moglie sperimenta. Dal tegame e dalla forchetta esce fuori il boero: un cioccolatino con al suo interno il liquore. Siamo agli inizi degli anni sessanta ed il dado imprenditoriale viene tratto. Uomo d’ingegno Rovelli; infatti, si studia e costruisce anche i macchinari per la produzione. Assembla componenti dismessi (come la pompa delle lavatrici, ad esempio). E certi suoi meccanismi si trovano ancora oggi in moderne attrezzature. Oltre al boero, nella nuova azienda si producono anche croccanti e torroni. Poi, arriva la produzione delle uova pasquali. Nei primi anni settanta le attenzioni sono tutte per il cioccolato; vengono abbandonati croccanti e torroni per concentrarsi sul cioccolato. Oggi, i prodotti sono una decina. E tutti gli anni ne presentano uno agli appassionati.
Dolciaria Rovelli rappresenta il modello di imprenditoria italiana: piccoli ma innovativi. Ad esempio, gli uffici subito sono stati dotati di computer, prima ancora che giungesse l’Olivetti M20. E nell’era Internet subito il sito ha assunto il suo ruolo: un’occasione in più per crescere.
I più grandi cioccolatai della Romagna, hanno appena messo a segno un bel colpo commerciale e d’immagine nel segno di Montefiore, dei Malatesta e del genius loci. Hanno creato una bellissima scatola di praline che reca la Rocca di Montefiore con la luna. La scatola, aperta, ti rimanda alla rosa dei Malatesta: quattro petali. La Ford Italia l’ha addottata come presente.
Inoltre, la confezione è una bella idea-regalo per i turisti: un souvenir da Montefiore e non solo. In casa Dolciaria Rovelli si sta trattando per un altro colpo commerciale, con una multinazionale del livello Ford.