Muccioli come Wojtyla… – Curiosa la proposta del sindaco Imola di dedicare la rotatoria di via Berlinguer o una piazza a Vincenzo Muccioli, padre padrone e fondatore della comunità di S. Patrignano. Si può capire la tensione emotiva e il riconoscimento del ruolo del papa scomparso, che hanno portato oltre 3000 persone a firmare una richiesta per intitolare una piazza a Giovanni Paolo II; si potranno condividere o meno le azioni religiose e politiche del governante, nessuno si sogna di mettere in discussione la rettitudine e la statura morale dell’uomo. Diverso il discorso per Vincenzo Muccioli, passato per processi giudiziari, e per le attività di recupero della comunità, discutibili secondo alcuni esperti del settore. Nel frattempo San Patrignano ha tessuto relazioni e contatti (e contratti) con il centro sinistra, vedi la gestione delle prime carceri private in Emilia Romagna la rossa e con diversi comuni tra cui Riccione; con il centro destra non ne ha bisogno visto che è il centro destra che va da loro in processione. Qualcuno spieghi a Imola la differenza tra un sant’uomo e un santone.
Imola brucia i Galli… – Imola brucia i galli del suo pollaio, e comincia proprio da? Galli, Fabio, segretario dei Ds e indicato proprio da Imola come suo successore, lanciandolo con grande anticipo (mancano quattro anni) nell’arena dei candidati. Un vero atto di riconoscimento o piuttosto un modo per togliersi dai piedi uno dei pochi che ogni tanto cerca di riportare Imola con i piedi per terra? Curiosa la politica, si parla tanto di rinnovamento della classe politica, e quando viene fuori qualcosa di nuovo (non c’è solo Fabio Galli nei Ds, ci sono altri giovani di belle speranze) trac, cala la scure, con il sorriso sulle labbra, ma sempre di mannaia si tratta. Voci di corridoio parlano di un innamoramento di Imola per il presidente della Palariccione, Giorgio Montanari, uomo che per certi versi, assomiglia a Imola, decisionista e poco propenso al confronto. Ma cambiare rotta proprio non si può?
Poveri fiumi… – La moria di gabbiani e germani sul Rio Melo e sul Marano sono un segnale preoccupante per lo stato di salute dei nostri corsi d’acqua, è un eufemismo definirli così, ma questi abbiamo e questi ci teniamo. Cosa fare per migliorarne lo stato di salute? Intanto occorre verificare tutti gli scarichi che defluiscono sui rii, smettere di costruire in prossimità dei fiumi, smettere di impermeabilizzare i suoli. Facile e fattibile la prima opzione, per le altre due sarà dura, perché a Riccione quando si parla del dio Mattone?