– “Il sogno è costruire un’azienda dove ogni cinque persone cosiddette normali possa lavorare una persona che ha dei problemi e che le cinque persone cosiddette normali aiutino quelle meno fortunate ad inserirsi nel lavoro e che le aiutino a vivere una vita normale, poiché è solo attraverso il lavoro che una persona acquisisce dignità”.
Questo si legge nel fascicolo che raccoglie l’abc del gruppo Terranova, una delle maggiori aziende del pronto moda della provincia di Rimini che dall’88 ad oggi è cresciuta a balzi medi del 25 per cento l’anno. Nel 2004, non proprio un’annata costellata da rose e fiori per le fortune del tessile del made in Italy per la concorrenza sempre più serrata, a cui va aggiunta la crisi dei mercati mondiali, l’azienda riminese è cresciuta del 30 per cento rispetto all’anno precedente.
Dietro tali prestazioni positive c’è una persona, Vittorio Tadei, che parla di etica della responabilità, con un forte impegno nel sociale e che l’anno scorso insieme ad un gruppo di amici è stato uno dei fondatori della Banca etica a Rimini.
Insomma, è possibile coniugare la morale con la capacità di stare sul mercato e fare affari da reinvestire in azienda per crescere, creare occupazione, aiutare i più deboli.
Ma qual è la lezione imprenditoriale della Teddy? La chiave di lettura da andare a copiare, oltre la forza delle idee e la capacità degli uomini?
Forse lo si può leggere sempre nel famoso fascicolo che racchiude lo spirirto del gruppo. Si legge: “Oggi – e siamo nella primavera del 2002 – la Teddy è un’impresa focalizzata soprattutto sulla distribuzione, producendo ormai solo il 12 per cento dei capi venduti; eppure anche se tale percentuale scenderà in futuro, la produzione di capi di abbigliamento continuerà ad essere un’attività strategica in quanto permetterà di continuare ad acquisire, mantenere e sviluppare le competenze”.
L’altro punto forte è rappresentato dal numero dei negozi: sparsi in 35 nazioni (mentre i capi sono venduti in 84 nazioni). Sono 360 i negozi; la metà in Italia.
La storia imprenditoriale di Vittorio Tadei va ad incominciare nel lontano 1961. Tadei tra la professione di commercialista e vendere maglie nel negozio delle sorelle a Riccione, sceglie l’arte del commercio. Poi, inizia a produrre capi, venduti nel negozio di Riccione.
Negli anni Settanta c’è la prima espansione; ne vengono aperti una decina nelle Marche e parte con la distribuzione all’ingrosso di maglieria ed abbigliamento; con la Germania che diventa un mercato importante.
Un altro scalino forte è l’88 nasce il marchio Terranova e si decide di aprire una rete di negozi. Ed è in questo decennio che si assumono i collaboratori di oggi e che hanno permesso l’impetuosa crescita. Nell’88, la Teddy ha un giro d’affari di quasi 15,5 miliardi e 38 dipendenti.
Negli anni ’90, l’impresa si espande sui mercati esteri.
Oggi, i marchi Terranova fatturano circa 250 milioni di euro; impiegano direttamente circa 300 persone; con un indotto attorno alle 1.500 unità.
E la massima parte della produzione avviene in Italia: Carpi, Prato, Verona.
I marchi: Kitana, l’abbigliamento femminile elegante e raffinato; Urban Babe la moda studiata per i giovanissimi; HP creazioni per la linea maschile; Calliope, marchio rivolto esclusivamente alla maglieria. Terranova è il marchio esclusivo per i punti vendita.
IL PROFILO
Tadei, schietto, pulito, senza peli sulla lingua
“Giovani non fatevi fregare da tutte le proposte false che vi fa la società odierna, ma spendetevi per ideali forti quali la Giustizia di Dio, la Solidarietà, la Fratellanza”
– Mi è stato chiesto di scrivere due righe su Vittorio Tadei.
La prima risposta è stata: è una parola!!
Vittorio Tadei lo conosco da qualche anno, non è una vecchia amicizia, sul tipo di quelle che nascono sui banchi di scuola o nell’infanzia.
Questi pochi anni però mi sono bastati per capire il personaggio: schietto, pulito, senza peli sulla lingua, dinamico, imprenditore lungimirante e coraggioso e soprattutto, anzi prima di tutto, un cattolico convinto che non si vergogna di dichiararlo apertamente.
Qualche tempo fa insieme alla famiglia Gemmani ha acquistato una colonia la “Comasca ” a Bellariva e l’hanno data in comodato gratuito per trenta anni alla Karis Foundation (organizzazione promossa da Comunione e Liberazione), per gestire una Scuola Media ed un Liceo Classico.
All’inaugurazione della struttura si è augurato che: “In essa si possano formare dei giovani, degli uomini, impregnati di tutti quegli ideali quali, la Giustizia, la Solidarietà, l’Onestà e il Senso di Responsabilità indispensabili per una vita serena e fruttuosa”.
E, rivolto agli studenti, ha concluso: “Ragazzi, ricordatevi di camminare sempre con Dio, poiché se camminate con Lui, se seguite Lui, sarete sempre contenti.
Non fatevi fregare da tutte le proposte false che vi fa la società odierna, ma spendetevi per ideali forti quali la Giustizia di Dio, la Solidarietà, la Fratellanza.
Lottate con forza per ottenerli, più duro lotterete più sarete contenti”.
Questo è l’uomo. Quanto all’azienda che guida basta citare alcuni dati desunti dai bilanci e in particolare il suo “sogno” che giorno dopo giorno cerca di realizzare.
di Gianfranco Vanzini