E’ riduttivo discutere del numero di piani, 10 e perché non 9 o 11? Se fosse sufficiente soprelevare avremmo risolto anni di discussioni sullo stato del turismo. Il problema di riqualificare le strutture alberghiere nasce da diverse esigenze, la necessità di adeguamento di edifici il più delle volte nati come case e poi modificati nel tempo, dalle normative che prevedono la messa in sicurezza antisismica, antincendio ecc., dalle nuove richieste del mercato. C’è anche un’altra questione: quanti nuovi alberghi sono sorti in questi ultimi anni?
Provo a mettere in fila alcune idee.
Molti, troppi albergatori hanno scelto la via della rendita, disinvestendo dal settore, affittando l’albergo o addirittura trasformandolo in residenziale: quindi con quale classe imprenditoriale la politica si deve confrontare? Come la categoria sta vivendo ad esempio il ricambio generazionale? Non è possibile prendere provvedimenti generali (tipo i 2 piani in più o i 10 piani), ma occorre confrontarsi con quegli operatori che “intraprendono” e non vivono di rendita (non sono pochi), con chi garantisce nel tempo la continuità dell’impresa turistica.
Cosa spetta alla politica: non essere dei fossili, capire e guidare i cambiamenti; fissare gli obiettivi di riqualificazione urbana e ambientale della zona turistica, qualità che è pretesa da chi risiede e da chi viene in vacanza. Definire con gli imprenditori turistici come procedere alla riqualificazione edilizia delle strutture ricettive, anche caso per caso, ma in modo trasparente, non certo con il sistema dell’urbanistica “contrattata” di questi ultimi anni; con un piano di recupero definito ad esempio dal perimetro di un isolato o da strutture confinanti, in cui sono chiari sia per il pubblico sia per il privato gli standard qualitativi che si vogliono raggiungere. Se per avere spazi liberi a terra serve sopraelevare, che si faccia, ma non in modo generalizzato e indiscriminato, sarebbe aggiungere ulteriore carico urbanistico in situazioni già compromesse.
Per fortuna che la nostra costa non offre un’unica offerta turistica, la differenziazione deve continuare, quindi viva la Mercedes, ma anche la Palio Weekend, piccola familiare Fiat (è la prima familiare che ho visto dalla finestra mentre scrivevo queste righe).
di Stefano Albani- Verdi per la Pace