– Una decadenza lenta quanto dall’apparenza inarrestabile per le spiagge di Cattolica, Misano, Riccione, Rimini e Bellaria. Lo affermano a lettere chiare e alte i numeri della stagione 2005: sia per la provincia di Rimini, sia per l’Italia. Trenta anni fa eravamo i primi al mondo, oggi un misero quinto posto. Per il quarto anno consecutivo, dal 2002 al 2005, il Riminese perde ospiti, colpi, competitività. E le Fraulein, le fanciulle tedesche, sono una rarità: si emozionano altrove. Nell’ultimo quadriennio gli stranieri sono quasi scomparsi.
Un’analisi del Centro studi della Confindustria dice che non siamo competitivi: i nostri prezzi sono troppo alti e che si investe troppo poco.
Gli altri punti deboli dell’offerta romagnola: si stima che almeno il 40 per cento degli alberghi sono in affitto (dunque non si investe nelle strutture), siamo difficilmente raggiungibili con aerei, treni e strade, qualità urbana da grande periferia di città.
In questo decadenza lenta reggono i migliori; coloro che hanno fidelizzato la clientela e continuano ad investire non meno che a lavorare con passione.
Ad esempio, Mario Tebaldi, albergatore a Cattolica da una vita, ha ospitato più tedeschi dell’anno scorso; il 19 settembre albergo pieno e chiusura la settimana dopo, il 27. Ha promosso, in Germania, il rimborso del pedaggio autostradale. Dice: “Credo di aver raccolto i benefici del lavoro svolto”. Ex assessore al Turismo dei governi Micucci, buon conoscitore delle lingue e mercati esteri, è tra i più preparati esperti di turismo della provincia di Rimini. E non solo.
“Nel complesso – continua Tebaldi – la stagione non è stata peggiore dell’anno scorso. Ma di certo abbiamo incassato meno, soprattutto in agosto. Ed il brutto tempo non ha aiutato i fine settimana del mordi e fuggi. Un conto è avere gente nei primi 15 giorni di agosto, un altro nella seconda quindicina. Siamo in un declino lento a livello provinciale, anche se Cattolica ha sofferto meno delle altre cittadine. Credo, però, che abbiamo le potenzialità per riconquistare le posizioni nei prossimi 5 anni. Dobbiamo fare una buona ed intelligente promozione su mercati. Se la pubblicità la continuano a fare Mercedes e Coca Cola figurarsi noi che vendiamo mare ed ombrelloni. Cattolica è sparita dai mercati, ed i nostri politici fanno peggio”.
Tebaldi riflette sulla scomparsa degli stranieri: “Non vengono da noi per la difficoltà dei trasporti; non abbiamo collegamenti aerei, non abbiamo la terza corsia autostradale. Non abbiamo una politica dei prezzi efficiente. Gli extra-alberghieri sono troppo cari. Gli alberghi hanno 5 fasce di tariffe, bar e ristoranti una per tutta la stagione. Di conseguenza, abbiamo molte cose da mettere a posto
I tedeschi hanno fatto più vacanza del 2004: più 5 per cento dicono le statistiche, ma sulla riviera romagnola non si sono visti”.
Riccione
Marco Giovannini, presidente degli albergatori, dice: “I numeri rilevano che rispetto all’anno passato c’è stato un incremento in primavera, buon giugno, tenuta a luglio, ed una buona seconda quindicina di agosto. Va detto che a Riccione hanno chiuso una quindicina di alberghi e l’altro tema è quello dei ricavi: si incassa meno rispetto allo stesso numero di presenze. Purtroppo va segnalato il drastico calo degli stranieri. Il nostro compito è andare a fare promozione per aprire nuovi mercati”.
Cattolica
Maurizio Cecchini, presidente degli albergatori: “Abbiamo tenuto ma grazie a fattori contingenti. Noi dobbiamo essere forti indipendentemente dai fattori esterni. Per tornare sui mercati tedeschi le associazioni di albergatori delle 5 città turistiche, insieme ai Comuni ed alla Provincia, abbiamo costituito Riviera di Rimini Promotion e quasi certamente l’anno prossimo avremo 6 nuovi voli low cost. Sul fronte interno, a Cattolica, si deve lavorare sulla gestione dell’arredo urbano (cura dei giardini, potatura alberi, pulizia strade), aprire uno sportello postale in centro. Niente lavori durante l’estate. Dobbiamo presentarci come una città vestita a festa. Un passo forte dovrebbe arrivare dalla politica. Il turismo, a differenza forse che negli anni Settanta non riesce più a sostenersi da solo. Ci sono più competitori, abbiamo l’urgenza del sostegno, di incentivazioni, di fare molta promozione all’estero. Insomma, politiche di governo a tutti i livelli”.
Giuseppe Chicchi, prima di essere l’amministratore delegato del governo turistico regionale (l’Apt, Azienda promozione turistica) è un esperto. Così vede il futuro anche dopo 4 anni di regressione. Argomenta: “Sono convinto che la nostra sia una crisi congiunturale, legata al fatto che l’economia europea non cresce. Dopo di che dobbiamo riprendere la nostra attitudine all’innovazione. Le nostre piccole difficoltà non hanno impoverito il sistema: lo vedo reattivo. Non c’è nessun’altra realtà italiana come la nostra che mette in campo due impianti congressuali: segno forte di imprenditorialità. Tale dinamismo pubblico, dovrebbe coinvolgere i privati. Altro elemento di riflessione è che sempre più avremo una polarizzazione: un sistema avanzato che investe ed un altro arretrato, che dipendono dagli assetti proprietari, dalle prospettive di mercato, dai processi di destagionalizzazione”.
“Poi – continua Chicchi – scontiamo la mancanza di una politica nazionale sul turismo. L’ultimo finanziamento risale al 2001, quando governava il centrosinistra. I mercati, oggi, vanno conquistati con proposte ed offerte”.
Un altro esperto riconosciuto è Massimo Gottifredi, ex assessore provinciale al turismo. Alla domanda se la nostra è una crisi passeggera o di lungo periodo, dice: “Tutt’e due. Se il sistema Italia va male perché il turismo dovrebbe andare bene? Ma ci sono anche segnali di crisi strutturale. Le nostre innovazioni, darsene, parchi, fiera, dai clienti, da un nostro studio sulla loro soddisfazione, non vengono viste come delle novità ma come la continuità della riviera. Quando il turista ci chiede un salto forte, se non lo facciamo, andiamo indietro. Dalla vacanza ci si aspetta molto e noi abbiamo troppe sale da pranzo risalenti agli anni ’60. Il pubblico deve essere altrettanto forte nella riqualificazione. Soprattutto per gli stranieri il caos e la pessima qualità urbana diventano intollerabili”.
di Francesco Toti
Marco Giovannini, Riccione: “Va detto che a Riccione hanno chiuso una quindicina di alberghi e l’altro tema è quello dei ricavi: si incassa meno rispetto allo stesso numero di presenze”
Maurizio Cecchini, Cattolica: “Abbiamo tenuto ma grazie a fattori contingenti. Noi dobbiamo essere forti indipendentemente dai fattori esterni”
Mario Tebaldi, albergatore: “Nel complesso
la stagione non è stata peggiore dell’anno scorso. Ma di certo abbiamo incassato meno, soprattutto in agosto”
CURIOSITA’
Tedeschi: “Riviera troppo cara, troppo cemento, troppi rumori”
Affermato sul prestigioso quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung
– Troppo cemento. Troppo rumore. E troppo cara. Così la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), il più importante quotidiano tedesco (il loro Corriere della sera), ha raccontato la riviera romagnola lo scorso agosto ed è venuto giù il cielo. Gli operatori ed i politici locali hanno risposto piccati e risentiti. Una massima popolare tedesca afferma che gli elogi si ascoltano con un orecchio solo e le critiche con tutt’e due. Ci si dovrebbe chiedere se abbiamo tutti questi problemi: cemento, rumori e prezzi stellari. Sarebbe sufficiente fare una vacanza in Germania, Svizzera, Austria per capire tante cose. Gli assessori nostrani dovrebbero passarvi una settimana; i soldi dei contribuenti sarebbero davvero ben spesi. A patto che non si segua quella breve massima tutta italiana: “Non c’è peggior cieco di chi non voglia vedere”. Ma si può stare certi che meno cemento, meno rumori, prezzi equi potranno far bene al nostro turismo. Non sarà facile riconquistare i ricchi mercati della Germania, Svizzera, Austria, Belgio, ma le maniche, insieme alle idee, si devono rimboccare e cercare di migliorare. Si va in vacanza per assaporare sensazioni uniche sotto lo stesso sole. Far finire il nostro ciclo è da sciocchi.
CURIOSITA’
Manca il ministero del Turismo Regione: da Piacenza a Cattolica
– L’Italia non ha un ministero del Turismo. Un primato mondiale per un paese che, dal settore, trae ricchezza per quasi il 6 per cento, mentre a Roma pensano ad altro. Domanda: per quale misterioso mistero? E le competenze, dallo Stato, sono state trasferite alle regioni. Bossi può smettere di chiedere più federalismo: c’è già (il 90 per cento dei bilanci comunali sono fatti con entrate proprie). L’Emilia Romagna è una regione complessa: da Piacenza a Cattolica. Ed ancora: mare, collina, monti, città d’arte. A Rimini ci si lamenta del fatto che Bologna è lontana. E Rimini, con Giuseppe Chicchi, esprime il capo del turismo regionale. Solo che i 20 milioni di euro per la promozione sono davvero troppo pochi per fare campagne pubblicitarie incisive.
CURIOSITA’
A Cattolica, dai Ricci, due alberghi per 100 camere, flessione tra l’1 ed il 2%. Massimo Ricci: “Per chi è abituato a lavorare con passione una stagione abbastanza buona”. Fidelizzazione del 70 per cento. “Chiudere l’aeroporto di Rimini e puntare su Forlì”
– “Se il turismo tedesco cala è perché altrove ci sono prezzi migliori. In Turchia, tutto compreso, si fa una settimana di vacanza con 400 euro”. Questa l’analisi di Massimo Ricci, ex presidente degli albergatori di Cattolica, insieme al fratello, gestore di due alberghi per complessive 100 camere. La famiglia è oste dalla metà degli anni ’70. “Per chi è abituato a lavorare abbastanza bene – continua Ricci – è stata un’estate abbastanza buona, con una flessione dell’1-2 per cento. Italiani, svizzeri, austriaci, francesi hanno coperto i buchi lasciati dai tedeschi. Noi abbiamo una fidelizzazione del 70 per cento. Ora per recuperare la parola d’ordine è la qualità al giusto prezzo. Gli ingredienti sono semplici per fare un buon turismo: innovare l’albergo, innovare la città, buona cucina, gentilezza. Ad esempio, noi facciamo la serata romagnola, la serata a lume di candela. Per la prima offriamo la Romagna tipica: tovaglie di cartapaglia, camerieri in tinta, formaggio di Fossa di Mondaino, maialetto in porchetta, stracchino, piadina, salsicce, vino gratis, ecc. ed un po’ di musica”.
Chiude Ricci: “Noi siamo difficilmente raggiungibili. Propongo di chiudere l’aeroporto di Rimini; puntare tutto su Forlì, con bus-navetta gratis verso le nostre cittadine”.