L’Unione della Valcona con Morciano capitale è andata in frantumi. Una devolution un po’ disarticolata, dalle modalità non sempre chiare e che presenta le caratteristiche tipiche della politica della vallata del Conca: la stagione del reintegro delle competenze che si sta profilando all’interno dell’ Unione dei comuni.
In principio fu l’amministrazione morcianese che per mezzo delle chiare e lapidarie dichiarazioni del primo cittadino Giorgio Ciotti provocò le prime rovinose falle alla pesante struttura del “transatlantico” Unione.
“Ridateci la polizia municipale e la competenza per i servizi a domanda individuale”- ha tuonato il sindaco Ciotti rivolgendo le proprie già da tempo manifeste pretese all’indirizzo dell’ Ufficio di presidenza dell’Unione.
Le ragioni a supporto della richiesta paiono essere più di natura economica che di opportunità politica.
Nel territorio di Morciano, a quanto pare dalle voci di bilancio, vengono elevate l’80% delle multe che vanno a rimpinguare le ormai non più floride casse dell’Unione, una cifra che nel suo importo si dovrebbe aggirare attorno ai 220 milioni delle compiante lire.
Quelle di Ciotti si sono rivelate essere tutt’altro che semplici manifestazioni di intenti e alle sue considerazioni sono seguiti piani concreti di riorganizzazione degli uffici comunali.
A partire dalla fine di giugno, infatti, Morciano ha già provveduto a riorganizzare “in proprio” lo Sportello unico per le attività produttive, la cui gestione è stata attribuita al dottor Ruggero Ruggiero.
Alla voce dell’apripista Ciotti, all’inizio del mese scorso si sono aggiunte le dichiarazioni del giovane sindaco di San Clemente Cristian D’Andrea.
Anche queste dichiarazioni sembrano dirigersi nella stessa direzione già calcata dalla “Capitale della Valconca”, una presa di posizione quella dell’amministrazione sanclementina che sembra essere sorretta per una volta ancora da ragioni di mera convenienza finanziaria.
“La gestione associata della polizia municipale dell’Unione Valconca è economicamente sconveniente, in questa prospettiva l’amministrazione di San Clemente si prepara a reintegrare in breve termine questa funzione, anche se in via cautelare”.
Questi sono i propositi politici di San Clemente, volontà che interessano il ripristino delle stesse competenze che Morciano ha provveduto a ripristinare in capo alla propria pubblica amministrazione.
Come chiarito da Cristian D’Andrea, la scelta di San Clemente è da intendersi in prospettive cautelari: viene lasciata salva l’ipotesi di un possibile ripensamento, da palesarsi comunque entro fine anno, qualora gli orizzonti Unione appaiano più nitidi.
In ultimo, in quella che si potrebbe definire una “soft devolution”, il comune di Mondaino da qualche settimana ha manifestato la propria volontà di recedere da alcune importanti convenzioni stipulate a suo tempo con l’ente sovracomunale.
Il comune dell’Alta Valconca ha reso noto, con un dispaccio inviato a tutti i nove sindaci che appartengono all’ente, la propria inequivocabile volontà di recesso dalle convenzioni a suo tempo stipulate con l’Unione nell’ambito di Inps, Inail, Centro per l’impiego, Informagiovani, Camera di Commercio,Vigili del fuoco ed Istituti scolastici.
Gli effetti del recesso produrranno, come previsto dallo Statuto dell’Unione, il totale ritorno a Mondaino delle competenze solo a far data dal primo gennaio 2006.
Anche l’amministrazione mondainese, come chiarito nella missiva, sospenderà le convezioni in via cautelativa “al fine di fare chiarezza sulle modalità di gestione”.
E questo fuggi fuggi dal “condominio Unione” si mette in moto proprio quando l’attuale presidente, Andrea Pula, aveva richiamato all’unità i nove sindaci e proprio mentre questi si dichiarava fiducioso a proposito dei destini di questa “creatura amministrativa”, in ragione anche di risparmi di spesa messi a bilancio per 25 mila Euro.
Dalla grave chiglia del transatlantico della Valconca, che nel 2007 con il suo decimo compleanno avrebbe dovuto raggiungere la piena maturità ed indipendenza amministrativo-finanziaria, non manca ormai giorno che un sindaco o un consigliere non lanci il proprio grido d’allarme e, calata la propria scialuppa, non decida di buttarsi a mare per affrontare in solitaria la propria traversata.
Meglio un’agile lancia che quella fatiscente baleniera che è il “Pequod-Unione”, imbarcazione per altro priva di un cocciuto e valente Achab e ricolma di arpionatori! sembra levarsi dal coro degli ammutinati dell’Unione, orami disincanti dalla presenza di una invincibile Moby Dick da affrontare sul loro percorso amministrativo.
Molte scialuppe hanno già abbandonato la nave e altre già sembrano essersi già ben attrezzate.
di Matteo Bonetti