– Silvano Mancini, nuovo presidente della Pro Loco, ha organizzato in piena estate una festa di paese dal nome altisonante: la Vetrina della Valconca. Non è un’impresa facile da compiere, eppure la Pro Loco di Morciano di Romagna con il presidente ed i soci, bravissimi collaboratori volontari ci sono riusciti con successo nonostante le tante altre feste del circondario in programma la sera stessa.
L’affluenza di pubblico è stata notevole. Otto gazebi ben allineati sulla grande piazza del popolo di fronte alla bellissima casa comunale da poco ristrutturata esponevano con orgoglio i loro prodotti locali: alimentari ed artistici. Sotto uno dei gazebi c’ero anch’io; invitato a partecipare con i miei “Quadreni della Memoria”, libri che raccntano la nostra gente, il nostro fiume e la nostra Valle del Conca.
Vicino all’entrata del palazzo comunale c’erano sulla sinistra il palco dell’orchestradi Edgardo Gelli; sul lato destro gli stand gastronomici che a prezzi modici servivano oltre al cocomero, il mangiare ed il bere più romagnolo che mai: piadina, prosciutto, salame, porchetta, gratè, salsiccia, stracchino e rucola e un buonissimo vino Sangiovese. Per gli espositori c’era addirittura il pasto gratuito.
La piazza, adeguatamente transennata alle numerose famiglie e ai loro marmocchi: un’oasi di ristoro e di pace unica nel suo genere: sembrava una veglia d’altri tempi.
Il Mercurio Alato distribuiva qua e là schizzi di refrigerio e di sana umidità, con i bambini che si lavavano le mani dopo aver giocato o toccato qualcosa che non dovevano; strillavano grida di gioia e correvano da un amico all’altro senza sosta. Tutti questi semplici ingredienti messi insieme hanno fatto vedere la vera faccia della Romagna, specialmente quando Edgardo Gelli (il prtimo vero cantante dell’orchestra di Secondo Casadei) intonò la canzona Romagna mia da lui cantata nella prima ioncisione del disco.
L’unica nota stonata è quella bellissima e indimenticabile serata trascorsa insieme ai miei nipotini olandesi è stata la mia figlia Denise, la presenza di un enorme albero di pino nel bel mezzo del palco che impediva a molti di vedere l’orchestra per intero.
Fortunatamente nessuno ha darto la colpa al povero vecchio pino. E neppure al giovane primo cittadino che ha tanti lavori in corso nel suo paese modello a cui pensare.
Emilio Cavalli