Rispetto al perfetto svolgersi delle Olimpiadi invernali di Torino, dove intelligentemente si è esaltato il Made in Italy, a San Remo è avvenuto l’esatto contrario.
A Vienna ogni Capodanno si promuove il maniera straordinaria il valzer in uno stupendo teatro che trabocca per l’occasone di stupende composizioni floreali, tutte provenienti, ad anni alterni, da San Remo e dall’Olanda (ad Amsterdam, il mercato dei fiori offre lavoro a 10.000 persone).
Noi italiani preferiamo ai fiori, il sale della nostra terra, le spacconate che in quanto a stupidità superano di gran lunga quelle americane. Si dice, ed è forse vero, che l’insignificante intervento volante di John Travolta sia costato qualcosa come 400.000 euro. Tutti quei soldi, gli organizzatori avrebbero potuto investirli più utilmente mostrando le bellezze floreali della Riviera Ligure, visto che il Festival va anche in Eurovisione.
Allora, non lamentiamoci più di tanto se l’esportazione italiana è in forte calo; con queste pecche grossolane si potrebbe avviare anche all’estinzione.
Se a questo, si aggiungono gli altissimi costi per il trasporto e la pubblicità dei nostri fiori negli stand delle molteplici fiere che si svolgono in tutt’Europa, allora vuol dire che sciupiamo soldi e fiori inutilmente. Se non sfruttiamo l’elegante vetrina sottocasa dell’Ariston, di cui tutti vanno fieri, vuol dire che ci facciamo del male da soli. Evidentemente l’economia sanremese secondo il sindaco e gli intelligenti della Rai che si nascondono sotto l’albero di Del Noce per ripararsi dalle microfonate pensano forse di svilupparsi di più con il mercato discografico, o con il turismo, il casinò che con i fiori?
Altrimenti non si capisce perché quest’anno si sia optato per una scenografia e per un tipo di canzoni così tristi e sottotono.
Il lavoro e i soldi del canone dei contribuenti Rai dovrebbero essere più sacrosanti. Tutto il resto sono solo canzonette e noia. Anch’io ho fatto oh! alla fine.
Emilio Cavalli