– L’economia produttiva tiene. Nel turismo è finita la rendita dello spazio di produzione; quando si affittano e non si innovano le strutture è l’inizio della fine. Rispetto al sistema-paese averne di queste situazioni. Il terziario non può ridursi al commercio, ma deve essere anche design, progettazione, servizi alle imprese. Per il futuro ci vorrebbe un’alleanza tra la neo-borghesia e la buona politica. Il volontariato ha la forza per cementare il senso della comunità, dello stare insieme.
Aldo Bonomi, sociologo del territorio, direttore di Aaster (Associazione agenti per lo sviluppo del territorio), ha tenuto l’orazione finale durante la presentazione del rapporto annuale della Camera di commercio tenutosi nell’aula magna dell’università lo scorso 23 febbraio.
Piacevole, divertente, pungente, Bonomi ha dimostrato di venire da fuori; ha letto e interpretato il rapporto ma si vede che non ha la storia economica del territorio nella sua fotografia mentale. Ma ha aperto dei varchi alla discussione, buoni per capire quali potrebbe essere il futuro economico e sociale della provincia.
Ha esordito lo scienziato: “La presentazione del rapporto è un momento di autocoscienza collettiva. Maggioli, il presidente della Camera, mi ha chiesto se avevo letto. L’ho letto, l’ho letto. Mi hanno colpito due punti.
Il primo. L’economia reale, quella che produce tiene. Qui c’è una filiera metalmeccanica, opposto al turismo, che ha un filo lungo che va da Rimini alla Cina, dove la maggior parte delle macchine per la lavorazione del legno sono riminesi. Ed uno dei settori grazie al quale il Paese non è in declino è quello delle macchine utensili. E in questo territorio tiene anche il legno-arredo. Poi c’è una filiera della moda, tessile-abbigliamento e scarpe che tutti davano per spacciata, ma è giovane e nata durante gli anni della crisi. Ancora, nel territorio c’è l’ecellenza della nautica”.
Non critico, ma molto critico sul turismo. Ha affettato gli orizzonti, Bonomi: “Per il turismo è finita la rendita dello spazio di posizione. Il ciclo nel quale conveniva affittare gli alberghi e non innovare è al capolinea. Ma il dato importante è che nella provincia ci sono 4-5 filiere produttive che tengono e non bisogna dimenticarsene”.
Il secondo punto di Bonomi. “Dallo spazio produttiva, biosogna passare allo spazio di rappresentanza e questo dipende dal capitalismo delle reti: la fiera, il centro congressi, le banche, le infrastrutture. Non c’è dubbio che Rimini ha la difficile concorrenza delle aree metropolitane, Milano, Bologna, Roma. Rimini dovrebbe cercare di essere il centro di un’asse territoriale importante, quello che va da Venezia a Ascoli Piceno”.
“Credo – ha continuato Bonomi – che per quanto riguarda il futuro molto dipenda da quanto riuscirà a fare lo spazio di rappresentanza; dovrebbe venir fuori un’alleanza tra la neo-borghesia e la bella politica”.
Ma che cosa intende Bonomi per neo-borghesia: rigore etico e capacità di saper fare delle cose? Ha detto: “La neo-borghesia si deve assumere delle responsabilità. Alcuni soggetti devono dichiarare come muoversi per promuovere delle reti lunghe attraverso le quali vendere merci e territorio”.
Da buon intellettuale, Bonomi, ha dato una speranza ai 290.000 abitanti della provincia ed è legata, la speranza, al volontariato. Ha argomentato: “Il volontariato, il sistema cooperativo è quella forza che fa comunità, capace di tenere legato il territorio”.
Ed in provincia di Rimini le decine e decine di associazioni di volontariato coinvolgono alcune decine di migliaia di cittadini.
IL PERSONAGGIO
I suoi libri
– Aldo Bonomi ha pubblicato numerosi libri, con case editrici di prestigio.
1996 – “Il trionfo della moltitudine, Forme e conflitti della società che viene”, Bollati Boringhieri.
2000 – “Il distretto del piacere”, Bollati Boringhieri.
2002 – “La comunità maledetta, Viaggio nella coscienza di luogo”, Edizioni di Comunità.
2003 – “Per un credito locale e globale, Le geocomunità del capitalismo italiano”, Baldini Castoldi Dalai.
2004 – Con Alberto Abruzzese, La città infinità, Bruno Mondadori.
2004 – “Il passaparola dell’invisibile”, Laterza.
2004 – Con Massimo Cacciari e Giuseppe De Rita, “Che fine ha fatto la borghesia?” Einaudi.
2005 – Con Enzo Rullani, “Il capitalismo personale. Vite al Lavoro”, Einaudi.