– Una classe di talentati quella del ’56, e a loro una buona mano gliela diede il maestro Angelo Leoni, un insegnante che sapeva farsi voler bene con la qualità e la vivacità dell’insegnamento piuttosto che con la bacchetta, come era in uso ai tempi. Tra le tante cose che fece, anche il “Giornalino dello scrittore in erba”. I suoi bambini scrivevano dei pensieri-poesia che poi finirono raccolti in un libriccino molto artigianale. Era il 1966, frequentavano la quarta maschile (allora i due sessi erano in aule separate) e uscirono 5 raccolte. Silvano Marzi, anch’egli un “ragazzo” di spiccato talento, intelligenza viva ed asciutta, le ha conservate tutte.
La copertina è molto bella, con delle idee. L’articolo “Il’ è diviso in due; le due lettere, “I” e “l” sostengono un filo, al quale è appeso un grembiulino, con un uccellino a guardia. Sotto la scritta “Grembiulino”, resa con dei puntini (i sassolini), in alto la dicitura “Scuola elementare statale ‘B. Lunedei’ Morciano di Romagna”.
Una classe di talento, dunque. Tutti sono riusciti a interpretare la vita con una certa sensibilità ed impegno. Nelle rispettive professioni hanno raggiunto buoni risultati, senza dimenticare lo spessore umano. Due, Edoardo Sanchi e Lorenzo Minelli sono di livello nazionale. Il primo è sceongrafo lirico di livello mondiale (allestimenti anche alla Scala), l’altro è un regista teatrale. Non mancano nella combriccola professionisti, imprenditori; soprattutto non difettano di un certo gusto per la vita.
Edoardo Sanchi, scenografo lirico, scrive, a 9 anni, il “Mendicante”: “Un pomeriggio, un mendicante entrò nel giardino di Aldo (Merli). Le sue guance erano pelose; i capelli gli scendevano fino al collo; gli occhi erano bruni. Era vecchio.
I suoi vestiti erano rattoppati e in qualche parte erano a brandelli. Era zoppo e teneva in mano una canna. Aveva un paio di sandali ma senza calze. Il suo viso era triste e sembrava che mi dicesse: – Vedi come sono? Invece tu hai tutto le comodità; io giro per le strade, chiedendo la carità -. Volevo offrirgli qualche cosa, ma non avevo nulla. Zoppicando, si avvicinava alla villa. Era gobbo e ogni tanto si fermava cercando la porta. Gli dissi: – Si passa dal garagino -. Non capì e glielo dovetti ripetere. Ogni tanto si grattava la testa. Le sue mani tremavano tenendo un cartoccio”.
Lorenzo Minelli, “Il grembiulino”: “I bambini della quarta maschile hanno scritto un giornalino che hanno chiamato il ‘Grembiulino’. Esso è fatto di poesiole che raccontano storie, di alberi e di aiuole.
Il maestro è molto contento di questa produzione, ma per me è troppo lento a stampare il giornalino. C’è qualche bambino che narra la storia d’un uccellin sperduto e ce n’è un altro che narra la storia d’un bambino caduto. Insomma è un giornalino scritto con cuor di bambino”.