– Se ci sono cose che accadono alle persone senza apparenti perché, Franco Baffoni ne è un protagonista. Un amico di Riccione, ma morcianese di origine, Sergio Casadei, gli chiede la copia di un Van Gogh tre anni fa. Inforca i pastelli e gli presenta l’opera. Sergio e tanti amici gli dicono che è bello.
La scintilla è scoccata e da allora Baffoni ha dipinto quasi 300 copie di grandi autori; dai moderni ai classici: Monet, Cezanne, De Chirico, Canaletto, Guardi, Bellotto, Raffaello, Giorgione, Vermeer, Fattori, Caravaggio, Leonardo, Antonello da Messina. Ha ritratto, dalle fotografie dei rotocalchi, papa Wojtyla e Ratzinger (la prima immagine da successore di Pietro). E ancora: la fontana del Mercurio e l’elegante palazzo comunale di Morciano.
Tra gli estimatori di Baffoni il professor Rossano Guerra. Non critica, suggerisce. Suggerimenti che il copista accetta e segue con entusiasmo. Poi studia, si documenta, esperimenta, senza mai prendersi troppo sul serio. Ha il dono della dissimulazione, Baffoni e dell’ironia sottile. Guerra gli dice che non deve andare per musei perché potrebbe smettere di dipingere: il raffronto sarebbe devastante. Baffoni: “Le critiche feroci arrivano dagli amici; sono belle carogne e affettuose, naturalmente”. Geo Masi invece gli dice che è un “artiston”, un artigiano.
“Falsi però belli – riflette il copista -. E’ vero che riesco a copiare ogni cosa, però la mia mano la vedi dalla pennellata. Ho l’ambizione di fare l’artigiano come il mio bisnonno Secondo Selva, che decorava le belle case padronali delle nostre zone. Mentre mio nonno era un marmista che ha lasciato begli esempi di arte funeraria nel nostro cimitero”. Insomma, nel Dna c’è l’arte. Il fratello Bruno è un eccellente fotografo.
Rispetto a quando ha iniziato, Franco Baffoni ha migliorato tecnica e sensibilità. Ricorda: “Gli amici che hanno i miei primi quadri vengono qui; mi lasciano il vecchio e si prendono quelli più belli”.
Non sa solo copiare, dipingere, ritrarre gli amici con la matita, l’autodidatta Baffoni, che ha fatto scultura alla corte di Umberto Corsucci, è un radiotecnico che sa utilizzare la mente e le mani da artigiano vero: inventa e fa. Ad esempio insieme all’amico Giancarlo Renzi, professore all’Alberti, progettarono una moto d’acqua quando ancora non si sapeva che fossero. E sempre con Renzi hanno creato una pompa di depressione che inviava aria sottoacqua, “anche se ogni tanto si fermava e bisognava tornare su”. Sa di elettronica e meccanica e ha coltivato una caterva di hobby.
Franco Baffoni gestisce la cartolleria della mitica Scilla in via Pascoli. Chi volesse ammirare le sue opere può entrare nella sua bottega. Se l’arte è illusione ed emozione, le conosciute copie di Baffoni funzionano.