– “Personalmente sono interessato e preoccupato al problema dell’energia. Poiché il nucleare non è proprio il toccasana (con l’uranio che finisce), la sfida si vince sul risparmio energetico e sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Purtroppo viviamo nella civiltà degli sprechi e del consumo; per affrontare il futuro abbiamo bisogno soprattutto di un’altra cultura. Il risparmio singolo all’apparenza è da poco, ma collettivamente assume proporzioni rilevanti”.
E’ la riflessione di Giuliano Volpinari, albergatore a Cattolica (Hamiltown, uno tra i più belli della provincia di Rimini); era nelle 200 persone che lo scorso 13 maggio hanno riempito (le sedie non sono bastate) il Salone Snaporaz a Cattolica. Si teneva un meeting impegnativo, scientifico, dal titolo “Energia fotovoltaica: come, quanta, perché?”. Organizzata dalla banca di Credito Cooperativo di Gradara con il patrocinio dei Comuni di Cattolica, Gabicce Mare e Gradara.
Nel suo spirito proporre sempre l’eccellenza, la Banca di Gradara ha invitato Francesco Grianti, direttore del Centro sistemi audiovisivi acustici ed elettromagnetici dell’Università di Urbino. Il tema importante, serio, non facile, tuttavia è riuscito a richiamare una vera moltitudine, quanta inaspettata.
Si parte da un dato certo, i combustibili fossili (petrolio e carbone) e nucleare sono irriproducibili. Tra qualche decennio l’uomo li avrà consumati; l’unica soluzione è produrre energia attraverso le cosiddette fonti rinnovabili: idroelettrica, eolica, biomasse (coltivare cereali e distillare carburanti per i mezzi di trasporto), onde, correnti marine e l’energia solare.
E l’energia solare è stato il tema messo sugli scudi dalla Bcc di Gradara. Attraverso i pannelli solari e fotovoltaici si riesce a produrre energia da immettere anche nelle reti esistenti e a riscaldare l’acqua calda ad uso personale. Tanto per cambiare l’Italia su questo fronte è la cenerentola dei paesi avanzati. Sfruttiamo il sole meno di Germania e Austria, dove proprio non abbonda. Grianti ha portato dati, speranze, esempi. L’Università di Urbino, in forma sperimentale, ha dotato di luce led il cimitero di Acqualagna. Risparmio: 90 per cento. Nel suo piccolo è notevole, se solo fosse allargato a tutti i cimiteri d’Italia. Volpinari ad esempio illumina il bar dell’albergo già con i led. “Una luce che rende più calda anche l’atmosfera”, dice.
Ma che cosa c’entra una banca con l’energia, il fotovoltaico, i pannelli solari? “Una banca del territorio – ha spiegato il presidente Fausto Caldari a nome del consiglio di amministrazione – non può rimanere estranea ad iniziative che potrebbero rivoluzionare i nostri comportamenti, le nostre azioni e rivelarsi determinanti per un ulteriore sviluppo”.
“Credo – ha continuato Caldari – che la programmazione urbanistica futura non possa non tenere conto di un’apposita ed adeguata normativa atta a promuovere lo sviluppo e la produzione di energia alternativa e bisogna partire dalla sensibilizzazione e dalla conoscenza”.