– Via le automobili dalla ferrovia al mare. Fare turismo oggi significa ragionare in grande. Fuori dall’Italia oramai nessuno ci conosce. Dovremmo fare promozione insieme a Milano Marittima e Lignano e collocarci nel Golfo di Venezia. Va bene 46^ Strada e non Valentino Rossi, gli porterebbe sfiga. Riccione sta ritornando forte, si vede dall’apertura da parte di un forestiero del “Sixty Hotel”, dove si coniuga la griffe come negozio e la griffe come albergo.
Sono alcuni dei concetti espressi da Attilio Cenni, una capacità di vedere lontano. Ha portato in Italia, guadagnando molti soldi, marchi come i succhi di frutta Pago e la birra Corona. Eredi della Cenni Distribuzione di bevande e birre, oggi la famiglia ha tre alberghi di proprietà, “Des Bains”, “Savioli Spiaggia” e “Maddalena” e uno in affitto, l'”Hotel de la Ville”. Dice, con un sorriso e la sua classica punta di ironia: “L’ho preso per avere un pied a terre in viale Ceccarini”. Sempre alla ricerca di nuove opportunità economiche, Attilio Cenni da 5 anni importa dalla Cina circuiti stampati. Dice: “Ognuno di noi ne ha pochi centimetri quadrati addosso (il cellulare), pochi decimetri in auto (cruscotto) e molti decimetri in casa (computer, elettrodomestici). In questi anni abbiamo avuto difficoltà; adesso risaliamo la china”.
Che cosa significa fare turismo oggi?
“Bisogna ragionare in grande, farlo a livello globale. Arrivare con un aereo a Rimini da Helsinky, o da altre capitali, sono poche ore. C’è un però. Fuori dall’Italia, a parte qualche tedesco nostalgico, non sanno dov’è Rimini, tanto meno Riccione. Tuttavia gli stranieri conoscono una città vicino a noi, Venezia. Nelle antiche carte geografiche, Rimini era collocata nel Golfo di Venezia. Quindi se vogliamo farci conoscere a livello internazionale dobbiamo sfruttare il richiamo di Venezia. Si dice continuamente di fare sistema nei vari settori, perché non fare promozione mettendo insieme Riccione, Rimini, Milano Marittima, Cattolica, Lignano Sabbiadoro? Fare un unico comprensorio e promuoverlo potrebbe essere il nostro prossimo futuro per competere sul mercato della vacanza: Caraibi, Costa Azzurra, Ibiza. Se facciamo la guerra a livello di provincia di Rimini siamo sconfitti in partenza. In un comprensorio grande si trovano le eccellenze e una di queste è Riccione, che purtroppo non sempre vuol dire qualità. Qualità che andrebbe rafforzata in gruppo, partendo dalla vivibilità urbana. Creerei un comitato di saggi per far crescere la bellezza dei nostri luoghi, non necessariamente di Riccione, ma anche da coloro che le vogliono bene e l’hanno scelta per viverci. Contro la qualità spesso remano contro gli stessi enti locali. Stiamo facendo una grossa campagna contro i rumori, con i nostri tram che sono rumorosi, inquinanti e antiquati. Perché non è ancora stato pensato ad un mezzo elettrico?”.
Che cosa dovrebbero fare gli operatori turistici per rendere più appetibile Riccione?
“Spesso siamo legati al nostro orto. Se ho un bell’albergo e non mi preoccupa del negozio vicino, o del bar, non corrispondono agli standard richiesti, si svaluta anche il mio prodotto fondato sulla qualità”.
In questo momento, quanto è viva la Riccione turistica?
“E’ estremamente viva. L’esempio sul Marano è positivo a livello nazionale; ancora oggi le discoteche sono tra le più belle d’Italia. E la vivacità si vede dal fatto che ci sono forestieri che stanno investendo nei nostri alberghi. L’ultimo esempio è il ‘Sixsty Hotel’, dietro l’hotel ‘Mediterraneo’. Sotto negozi di qualità, sopra l’albergo di altrettanta qualità. Dietro c’è una grande azienda romana e Riccione è un modello che si intende replicare anche in altre città”.
Che cosa vuol dire avere un locale in affitto?
“Gli esseri umani hanno il culto della proprietà nel Dna. Ti dà insicurezza psicologica. La prendo come esperienza; l’uomo deve provare e questa è una prova in più”.
E intitolare una strada a Valentino Rossi?
“Idea simpatica. Va bene 46^ Strada. Chiamarla col suo nome invece porta sfortuna”.
Che cosa chiedere invece alla pubblica amministrazione?
“E’ al servizio del cittadino, votata e pagata. Chiedo che sia vicino alla città, che ne senta il respiro e che riesca a ragionare in grande ed in grado di competere con le capitali del turismo. Sono del parere che Riccione dalla ferrovia al mare non debba avere auto. Il turista che va in vacanza vuole diventare pedone. E cosa strana inizia ad odiare le auto”.