– In un solo luogo si trovano tra i migliori vini, olii, marmellate, miele, liquori, formaggi, salumi, sale di Cervia, savor, saba, dolci, ceramica d’uso e stampa ruggine della provincia di Rimini. Il luogo è il Conad Rio Agina di Misano Adriatico, quello che si vede dalla Nazionale.
Inaugurato lo scorso 22 aprile da Mauro Morri, assessore provinciale all’Agricoltura e alle Attività produttive e da Antonio Magnani, sindaco di Misano, potrebbe rappresentare un esempio forte del nuovo modo di fare turismo. Quello legato alla terra, alla tradizione e al territorio. Non è un caso che sono intervenuti anche Iliana Baldelli e Maurizio Cecchini, rispettivamente presidenti degli albergatori a Misano e Cattolica. Se gli operatori turistici non puntano sull’unicità del made in Rimini, si concedono dei vantaggi a chi impone le tradizioni culturali, enogastronomiche e artigianali ai turisti, sempre più esigenti e sempre più curiosi quanto appassionati.
E’ vero come qualcuno ha detto che il tamerice era la pianta della concimaia vicino alla cascina e dunque andava estirpata dal lungomare (come purtroppo avvenuto per far posto a quelle tristi palme), ma i suoi fiori rosa sono bellissimi. E lo sono ancora di più per chi non li ha mai visti.
Questa piccola rivoluzione culturale la si deve alla passione di Giorgio Cecchini, il direttore del Conad Rio Agina. Dice: “Con la forza culturale della tradizione, della terra, della tipicità, il Conad Misano è andato alla ricerca delle eccellenze della Romagna. Ci ha impiegato mesi, con l’intento di offrire agli appassionati profumi e sapori unici, autentici. Tonino Guerra afferma che la storia degli uomini è fatta anche dalla storia del proprio cibo”.
La Conad ha prodotto un fascicoletto in quattro lingue intitolato “Le eccellenze delle colline Malatestiane” che sarà distribuito agli alberghi e agli uffici Iat (Informazione accoglienza turistica) di Riccione, Misano e Cattolica. I vari prodotti sono raccontati con un taglio storico, come fossero autentici monumenti. Insomma, nelle 20 pagine una summa storica di quanto la provincia di Rimini e la Romagna sono riuscite a elaborare e produrre nei secoli.
Dunque: “schietti, genuini, tipici, biologici. Della tradizione agricola della cascina romagnola, quella con i portici a sud-ovest con vista mare o sui monti dell’Appennino e l’aia contornata dai gelsi buoni per allevare bachi da seta e profumi sottili…”.