– Un’economia nella fase del “giardino fiorito” , cioè stanca ma grazie alla ricchezza accumulata serena, oppure ancora giovane, con la pancia vuota ed il cervello pieno quella della provincia di Rimini? I numeri dell’anno economico 2005: produzione industriale ferma, turismo balneare fermo (con sempre meno stranieri), nei primi tre trimestri. Mentre nel quarto trimestre del 2005 le cose sono andate meglio, andamento confermato al rialzo, secondo i dati di Confindustria, nei primi tre mesi del 2006.
Questa, in sintesi, lo stato di salute dell’economia provinciale presentato lo scorso 23 marzo nel rapporto economico pubblicato dalla Camera di commercio e la Fondazione Cassa di Risparmio. Sul tavolo dei relatori : Renato Moretti (direttore della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini in rappresentanza di Luciano Chicchi, il presidente, ammalato), Manlio Maggioli (presidente della Camera di Commercio), Massimo Guagnini (Prometeia, che ha illustrato e dato significato ai numeri), Aldo Bonomi, sociologo del territorio, per l'”orazione” finale. Ha moderato la serata Emilio Bonicelli, giornalista del Sole-24Ore.
Industria
Andamento negativo fino al terzo trimestre (meno 1,3 per cento), in tinta con l’andamento regionale. Il fatturato è diminuito dell’1,4 (meno 1,1 in regione). L’unica nota positiva sono gli ordinativi dall’estero, più 2,9 per cento, con le esportazioni aumentate dello 0,5 per cento. Gli impianti sono utilizzati al 73,3 per cento della loro potenzialità. Domanda: a che cosa servono nuovi capannoni sul territorio provinciale? Qualche segnale di incoraggiamento arriva dai primi mesi del 2006: gli ordinativi stanno crescendo, come pure la vivacità verso l’estero.
Turismo
La realtà è dura ma è meglio guardarla negli occhi e farci una bella riflessione collettiva. In totale le presenze (poco più di 15 milioni) sono cresciute dello 0,2 per cento rispetto al 2004; solo che quelle straniere (3,1 milioni) sono calate del 3 per cento, in parte compensate da quelle italiane (11,8 milioni). E si stanno perdendo stranieri di “pregio”: tedeschi, svizzeri, francesi, dal Benelux (belgi, olandesi e lussemburghesi). L’emorragia del turismo balneare è frenata che più dagli italiani grazie alla fiera ed al congressuale. Le due voci rappresentano quasi il 25 per cento delle presenze. I fieristi ed in congressisti hanno una capacità di spesa ben superiore a chi passa in riviera con il secchiello e la paletta nelle mani. Riuscirà la riviera ad essere di nuovo competitiva? Risposta difficile, c’è molta curiosità per vedere se negli anni a venire gli alberghi saranno riempiti o diventeranno mattone buone per altro.
L’analisi di Guagnini: “Rimini, seppur coi denti sta nel gruppo tra le prime 30-40 province italiane. Se Rimini sarà brava e fortunata potrebbe anche guadagnare la testa.
Brevetti
Una luce in fondo al tunnel la si potrebbe decodificare dal numero di brevetti che le nostre terre depositano. Il dato è del 2002, lontano ma indicativo. La provincia è ben al di sopra della media italiana, ma nettamente inferiore a quella regionale, che è una tra le più alte in Europa.
Bilancia commerciale
La bilancia commerciale provinciale (differenza tra le mercanzie esportate e quelle importate) è positiva; il saldo allo scorso 30 giugno, è di 355,6 milioni di euro (circa 700 miliardi delle vecchie lire).
Dibattito
Enrico Santini, presidente di Confagricoltura della provincia di Rimini, ha aperto il dibattito e si è pure beccato un applauso scrosciante quando ha sottolineato l’invadente lava di cemento che si sta spargendo sul territorio. Il suo passaggio: “La capitale del turismo ha il 75 per cento del territorio agricolo con un’agricoltura di eccellenza. Dieci anni fa parlare di vino e olio buono made in Rimini era un’assurdità; oggi una bella realtà. Il valore economico ed ambientale va tutelato altrimenti perderemo una parte fondamentale di turisti [applauso]. E vendere Rimini significa anche vendere i suoi prodotti della terra; insomma, dobbiamo fare comunione anche negli affari, la famosa business community”.
Adriano Aureli, presidente di Confindustria: “Le imprese hanno bisogno di espandersi; ed hanno la necessità di almeno un milioni di metri quadrati di capannoni; la politica ci ha detto che ce ne sono tre di milioni, ma quando verrà posta la prima pietra. Ad inizio 2006, l’export è cresciuto del 20 per cento. Oggi, il piccolo è bello non paga più. Le imprese hanno la necessità di aggregarsi. Insieme, c’è più capacità di sviluppo. Ad esempio, noi di Scm con le ultime due acquisizioni abbiamo ridotto i costi delle nuove aziende del 20 per cento ed incrementato i loro fatturati del 18 per cento”.
Lorenzo Cagnoni, presidente della Fiera di Rimini: “La ricerca vale se diventano uno strumento in mano alla classe economica e politica. L’osservazione che voglio proporre è che la competizione si gioca con l’eccellenza non a parole ma coi fatti; abbiamo bisogno di capire che la competizione è tra territori. E che la fiera ed i congressi fanno distretto e devono competere con le metropoli: Milano, Roma, Bologna. La competizione da una parte è angoscia, dall’altra è convinzione ed orgoglio per quello che si è fatto. Per elevare le prestazioni ci vogliono il massimo delle prestazioni sia dal pubblico, sia dal privato della nostra realtà”.
Hanno aperto la serata i padroni di casa, Moretti, portando i saluti e Manlio Maggioli; ha detto quest’ultimo: “Strumento per capire da dove si parte. Tende sempre più ad essere una fotografia fedele dell’andamento provinciale. Novità nel rapporto di quest’anno è l’aver aggiunto la responsabilità sociale dell’imprenditore ed un capitolo sul nostro posizionamento tecnologico”.
Sul tavolo anche Gianfranco Capodaglio, presidente dell’Università (8 facoltà e 25 corsi di laurea) che ha rimarcato come i 6.000 studenti dell’Università riminese cambino le abitudini della città e che come egli ha sempre cercato di coinvolgere l’ateneo nelle manifestazioni ed appuntamenti cittadini.
Il futuro si può leggere solo attraverso la storia. E in economia i numeri aiutano a capire dove una comunità andrà. Da una decina d’anni, la Camera di commercio presenta un corposo rapporto economico annuale (quest’anno quasi 300 pagine) sui quasi 286.934 abitanti della provincia di Rimini messi in relazione con le altre province dell’Emilia Romagna, il Nord-Est.
La fotografia provinciale nel rapporto annuale della Camera di Commercio presentato in marzo
Produzione industriale: – 1,3
– In calo la produzione industriale nei primi 9 mesi del 2005 in provincia di Rimini: meno 1,3. Fatturato: meno 0,9 (-0,8 in Emilia Romagna). Ordinativi: – 1,4. totali meno 2,7. Utilizzo impianti: 73,3 (erano 73,6).
Turismo, presenze più 0,2
– Presenze alberghiere totali 2005: più 0,2 per cento (15,1 milioni). Italiani: più 1 per cento. Stranieri: meno 3 per cento (3,1 miloni). Arrivi italiani: più 3. Arrivi stranieri: meno 3.
Commercio estero
– Le 544 aziende che esportano producono fatturato per 1,179 miliardi di euro (erano 1,073 nel 2004). La meccanica vale il 33,6; il tessile-abbigliamento il 29,3. Principale paese: la Francia.
Cagnoni, Fiera Rimini: “La ricerca vale se diventano uno strumento in mano alla classe economica e politica. L’osservazione che voglio proporre è che la competizione si gioca con l’eccellenza non a parole ma coi fatti”
Santini, Confagricoltura: “Dieci anni fa parlare di vino e olio buono made in Rimini era un’assurdità; oggi una bella realtà. L’ambiente va tutelato altrimenti perderemo una parte di turisti”
NUMERI
Top 30, guida la Marr
– La Marr, nelle mani degli emiliani, guida la classifica per fatturato delle aziende provinciali. I dati del 2003 in milioni di euro.
1) Marr 719,8
2) Scm Group 311,6
3) Teddy 202,7
4) Aeffe 132
5) Sgr 96,7
6) Fuzzi 89,1
7) Tre Emme 85,3
8) Gilmar 80,6
9) Del Conca 71,7
10) Autopronti 78,6
11) Valentini 59,6
12) Cbr 56,7
13) Opportunity 49,9
14) Petroli Baroni 46,7
15) Maggioli 45,3
16) Vernocchi 41,9
17) Rimini Fiera 39,9
18) Wings 39,7
19) Ad Maiora 37,8
20) Aetna Group 36,8
21) Avi 34,1
22) Scrigno 32, 9
23) Primus 32,8
24) Focchi 32,4
25) Albini &F. 30,8
26) Moschino 29,7
27) Finsicap 29,3
28) Car 29,3
29) Cargo Terminal 27,9
30) Itermar 27,1
Interventi di Enrico Santini e Lorenzo Cagnoni.
Una luce: il territorio sforna molti brevetti
Ogni cittadino produce 23.652 euro
– In provincia di Rimini la produzione di ricchezza pro-capite è di 23.652 euro; inferiore alla media regionale (25.489) ed a quella del Nord-Est (24.399) e superiore alla nazionale (20.760).
Prospettive fino al 2008
– Gli esperti affermano che fino al 2008 la provincia avrà una crescita stabile, lenta nelle migliori delle ipotesi; prestazioni migliori per l’Emilia Romagna e il Nord-Est.
Speranza, ad inizio anno export più 20 per cento
CURIOSITA’
Un’impresa ogni 9 abitanti
Un record nazionale rispetto al numero degli abitanti
– Erano 32.846 imprese nella provincia di Rimini al 30 giugno 2005, con una crescita dell’1,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (32.339). Vale a dire un’azienda ogni 9 abitanti.
Entrando nei vari settori si ha che nel manifatturiero le partite Iva sono 3.491, meno 0,9 per cento (erano 3.512).
Di segno positivo invece nell’artigianato. Da 9.689 sono passate a 9.909; in percentuale: più 2,3.
Come si può notare, tira, e forte, il comparto del mattone, cresciuto del 6 per cento. Il numero è passato da 4.326 a 4.584.
Trend col forte segno più anche per il terziario (attività immobiliari, ricerca, informatica, libere professioni), aumento del 7,3 per cento al giugno 2005: da 4.123 imprese a 4.422.
Piccolo passo in avanti anche per il commercio, più 0,6 per cento; da 8.907 a 9.962 imprese. Ad addentrarsi nei servizi pubblici, bar, ristoranti, alberghi, si ha che il bar ha registrato un meno 3 per cento (da 1.172 a 1.137); ristoranti, più 7,8 per cento (da 538 a 580); alberghi meno 1,4 per cento (da 2.101 a 2.072).
Segno meno anche per l’agricoltura (flessione dell1’9): da 2.865 aziende a 2.811.