– Nella vita ci sono delle svolte, senza sapere perché accadono. Una di queste, per molti, è avvenuta lo scorso 4 ottobre al teatro della Regina di Cattolica, durante la cerimonia di consegna delle borse di studio intitolate a Guido Paolucci, il prestigioso medico cattolichino scomparso prima del tempo lo scorso 19 luglio a 74 anni e assegnate ai 50 ragazzi usciti con i voti migliori dalla terza media e dalla quinta superiore. Riconoscimento riservato alle cittadine dove opera l’istituto di credito.
La “svolta” l’ha data il consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Gradara istituendo le borse di studio che intendono ricordare l’amico Guido attraverso i giovani. E’ molto probabile che il professor Paolucci sorriderebbe compiaciuto e ringrazierebbe in silenzio, com’era nel suo stile per l’arcobaleno di emozioni che gli hanno fatto trascorrere.
Sala piena, come si conviene alle occasioni giuste: i familiari di Paolucci (la moglie Rosetta, i tre figli, Laura, Andrea e Stefano, la nipote Valentina), cittadini, imprenditori (Alberta e Massimo Ferretti, Scavolini, Gianfranco Tonti,Piero Cecchini), amici di Guido giunti da Bologna, dove insegnava e viveva, il vescovo di Rimini Mariano De Nicolò (anch’egli cattolichino), responsabili delle scuole di Emilia Romagna e Marche, Cesarino Romani, assessore all’Ambiente della Provincia di Rimini, i sindaci di Cattolica, Pietro Pazzaglini, Gradara, Franca Foronchi, il vice-sindaco di Pesaro, Ilaro Barbanti, i rappresentanti Rotary e Lions Club.E tantissimi amici.
Dopo il ringraziamento, Fausto Caldari, presidente della Bcc, ha tratteggiato la figura di Guido (riportata nella pagina a fianco). Parole forti, calde, delicate, che hanno toccato le corde delle emozioni. Sintetizzabili con: “Un grande scienziato che amava i propri pazienti. Quando Guido ha iniziato ad occuparsi dei bambini col male oscuro morivano il 90 per cento; negli anni ’90 il 90 per cento si salvava”.
Poi la parola ad un commosso Umberto Paolucci, fratello di Guido, vice-presidente Microsoft e neo presidente dell’Enit (l’ente italiano che si occupa di turismo). Quarantacinque minuti, con un’esposizione, chiara, bella, ricca di dati e citazioni: umile e con la passione della conoscenza. Tre i suoi temi: dove stiamo andando con la tecnologia, le opportunità di sviluppo dell’Italia e il Nuovo Umanesimo. Chiave di lettura: le sfide del futuro si vincono con la passione per il lavoro, trattando gli altri con umanità ed essere al servizio del cliente. “Bisogna saper essere persone vere, affidabili, artefici della vita nostra e quella degli altri. Si nasce quello che si è e si diventa quello che si vuole. Le persone devono vivere nel travaglio e non nell’intrigo”.