– Altre scintille tra il sindaco riccionese Daniele Imola ed il “riminese” Nando Fabbri, potentissimo presidente della Provincia di Rimini. Nulla di nuovo lo scontro tra le due maggiori città del territorio. Storicamente, Riccione e Rimini se le sono sempre date di santa ragione. Ed è sempre la storia ad urlarlo forte e perentorio, i riccionesi hanno sempre avuto la meglio: è la forza dei giovani, di coloro che hanno fame, che vogliono assolutamente emergere. E tutto questo è stato Riccione negli ultimi decenni.
Questa volta la contesa non è con il Comune di Rimini, bensì con la Provincia guidata da quel pugno raffinato ricoperto dal miglior velluto, forse di cotone egiziano, di Fabbri.
Con ordine. Una delle aree più belle e naturali di Riccione e della Romagna è il Marano; nel verde abbandonato (ma sempre frizzante) sono affogate alcune vecchie colonie belle ma scalcinate: Mare Adriatico e Reggiana. Ed altre vecchi manufatti. In tutto 8.000 metri quadrati di mattoni. Per riqualificare la zona è stato utilizzato il cosiddetto Accordo di Programma tra Comune di Riccione, Provincia di Rimini e Regione Emilia Romagna. Per invogliare il privato ad investire sono stati concessi altri 8.000 metri quadrati agli 8.500 esistenti. Tutti gli edifici sono destinati ad uso ricettivo, compreso un nuovo albergo di lusso da 350 camere.
Il compianto architetto Stefano Campana affermava che queste operazioni aggirano le norme ed i vincoli urbanistici; è un altro modo, una scusa, per spalmare cemento in una città, Riccione, dove già negli anni Sessanta i tecnici più sensibili affermavano che non bisognava più tirar su un centimetro quadrato.
Si può più o meno essere d’accordo, ma è diventato un luogo comune che il recupero degli ambienti debba avvenire attraverso arredi e manufatti in cemento; ma con un bel verde, intelligente, autoctono e romagnolo, non si bonificano le maggesi? Forse, sul medio e lungo periodo, col verde della perla il turismo riccionese ne uscirebbe rafforzato.
Torniamo al braccio di ferro tra Imola e Rimini. Le distanze con la città capoluogo sono sempre state tante. Imola si è contrapposto, fino a quando ha potuto, all’operazione Hera, sta lottando per avere un inceneritore a misura di territorio: sì alla quarta linea, giù due vecchie e niente centrale elettrica. Imola, poi, si è messo a capo dei malumori politici maturati nella zona sud della provincia, nel triangolo Riccione-Cattolica-Montegridolfo. Tra Imola e Fabbri sono scintille. Ora ci sono i 1.350 metri quadrati legati all’imprenditore Armando Arcangeli. Imola li vorrebbe nella zona Futurismo (quella della bonifica); il presidente altrove. Ma ad aprire la grande rivalità con Rimini era stato il sindaco Terzo Pierani: l’innovazione contro al conservazione del capoluogo.
L’INTERVENTO
“Se passano i 1.350 metri andrò dalla Procura della Repubblica”
Lo afferma Sandro Pizzagalli, consigliere provinciale di Rifondazione comunista
– “Ma se il sindaco Imola tenterà, con qualche escamotage, di inserire, tramite piani particolareggiati, i 1.350 metri di appartamenti nel comparto Futurismo, io andrò direttamente alla Procura della Repubblica. Sappia, Imola che, anche a seguito dei fatti di Villa Mussolini e tutto ciò che ne è seguito non avrà da Rifondazione alcuno sconto”. A parlare così è Sandro Pizzagalli, consigliere provinciale di Rifondazione comunista. I 1.350 metri quadrati edificabili li ha “maturati” l’imprenditore Armando Arcangeli, titolare della Valleverde. “Credo – continua Pizzagalli – che le costruzioni debbano essere costruite altrove e non in quel comparto. Noi lì come Consiglio provinciale, per permettere la giusta riqualificazione, abbiamo dato un contributo fondamentale. Infatti, lo scorso aprile si è votata una variante che andava ad aggiungere agli 8.000 metri quadrati esistenti, altri 8.500. Un’operazione che conserva le caratteristiche ricettive e va al recupero delle colonie “Mare Adriatico e Reggiana. Inoltre, tireranno su un albergo di 350 camere. Su questa ricettività siamo preoccupati perché potrebbe invogliare gli alberghi marginali alla trasformazione in appartamenti”.