– Anche un orbo si è reso conto che in occasione delle ultime elezioni politiche i principali fuochi del dibattito, diciamo meglio, della propaganda, sono stati due. Il primo è stato quello dell’economia. Più tasse… meno tasse, abolizione dell’Ici, della tassa rifiuti, cuneo fiscale? quasi fossimo il paese di ben-godi e dimenticando l’enorme voragine del debito pubblico da sanare, dello stato pietoso in cui versa la ricerca nel nostro paese ecc? Il secondo, stranamente, è stato di carattere religioso. I laici della destra si sono trasformati all’unanimità in docili chierichetti mentre lo stesso Berlusconi, defensor fidei, affermava di non capire come “un cattolico convinto possa votare la lista di sinistra”.
Non ho interesse a dare un giudizio sulle persone di Berlusconi o i suoi alleati, però non posso non esprimere la mia sensazione che i discorsi fatti a voce tanto alta peccassero di interesse. Si trattava infatti di accaparrarsi, con un colpo solo, tutto il voto cattolico che rappresenta una alta percentuale dell’elettorato. E purtroppo, in questo intento, è stato supportato e confermato da non pochi membri della gerarchia ecclesiastica, Ruini in testa. Bisogna tuttavia riconoscere che anche il centro sinistra si è dato da fare per ingraziarsi le simpatie dell’Alto Clero, il cui cuore però batteva, al di là delle dichiarazioni ufficiali, dall’altra parte. Questioni di principio, si dirà, cui però non sono forse estranee motivazioni di ordine economico (leggi immissione in ruolo degli insegnanti di religione, esenzioni fiscali, finanziamenti alle scuole private e agli oratori parrocchiali?).
L’alleanza trono-altare, che giudicavamo retaggio di altri tempi, si è rivelata più resistente e attuale di quanto pensassimo. E’ vero che sui principi non si contratta, che la vita è sacra anche prima della nascita e che la famiglia, chiamiamola regolare, è una colonna portante della vita sociale. Su questo non ci piove. Però non ci si può fermare ingenuamente a questo discorso di principio. E’ necessario chiedersi: “Come aiutare le famiglie a tirare avanti in maniera decente”? I principi si salvano e si affermano con le parole, ma sopratutto con le azioni.
Il mio non è un giudizio su chi, legittimamente e democraticamente, ha votato a destra. E’ solo un invito a cogliere la realtà in tutte le sue sfaccettature non restando prigionieri di striminzite e strumentali ragioni ideologiche. Concludo affermando che analogo discorso va fatto anche per la sinistra. Ancora non siamo in paradiso e il dovere della critica e dell’autocritica ancora vale e come! Alla fine, ogni scelta , per quanto meditata, ha un margine di rischio che non si può eludere neppure usando l’ombrello dei principi religiosi. Almeno per quanto ci riguarda, la diversità di scelte politiche non può mettere seriamente in crisi l’unità della fede e della Chiesa. Così?. chi vivrà, vedrà.
Don Piergiorgio Terenzi