LA RIFLESSIONE
– La Chiesa si presenta come un’agenzia dei bisogni religiosi… e per altro verso è un’agenzia politica. Ma l’evangelo è buona notizia per i discriminati. Riflessioni del biblista Giuseppe Barbaglio, autore di numerosi saggi sulle origini cristiane e in particolare su san Paolo.
“La prima considerazione che occorre fare riguarda la situazione italiana così come è oggi. Situazione profondamente cambiata da alcuni decenni, e dove la pratica religiosa, tanto per limitarsi a questo, è minoritaria. La Chiesa italiana è in stato di minoranza, e non di dominanza. Questa è una presa d’atto fondamentale per fare i conti con la realtà e non con fantasie.” Così inizia l’intervento di Giuseppe Barbaglio, scritto per l’agenzia giornalistica Adista.
“Come si determina allora la missione della Chiesa alla luce di tale situazione? ?alla Chiesa italiana è richiesto oggi di declinare il Vangelo di sempre nella situazione concreta, perché la Chiesa non ha un prodotto atemporale da smerciare, ma un annuncio da interpretare e testimoniare? infatti il messaggio, è un messaggio di gioia per persone concrete, non per entità astratte.”
“Nel concreto oggi assistiamo in Italia ad una Chiesa – ad un magistero cattolico soprattutto che interviene su molte questioni”, cercando di recuperare sul piano etico e politico quanto ha perso in profezia e testimonianza. Un piano che fa perdere di vista le radici sovversive del vangelo, la sua carica dirompente, la sua capacità di infrangere barriere, di superare confini ?. Rifacendosi a san Paolo che spazza via ogni discriminazione ed esclusione dichiarando che “chi è in Cristo è una nuova creatura, non c’è greco né giudeo, non c’è schiavo né libero, né maschio e femmina” Barbaglio conclude che “la comunità cristiana oggi dovrebbe interrogarsi su quale significato ha questo annuncio di un Dio ‘indiscriminante’.” Infatti “la missione della Chiesa è evangelica nel senso letterale del termine, è cioè un annuncio di gioia, di gioia per i discriminati. E l’annuncio è che Dio non li discrimina, bensì li accoglie per quello che sono, li accoglie per puro amore.” Lieto messaggio per persone concrete, per i discriminati (omosessuali, divorziati?), per gli emarginati, per gli immigrati, per gli appartenenti ad altre culture e religioni?
” Ma i vertici della Chiesa cattolica mi sembrano non troppo occupati nella missione fondamentale: in loro non sembra risuonare con limpidezza la missione evangelica, cioè la lieta notizia? Risuonano soprattutto imperativi, proibizioni.”
In conclusione: “Per un verso la Chiesa si presenta come una agenzia dei bisogni religiosi riti sacramentali, processioni, culto dei santi, rosario – che non sono bisogni propriamente cristiani, risentendo in larga parte della religiosità pagana; e per altro verso è una agenzia politica, fa accordi con strati sociali e con partiti in modo da far valere erga omnes, credenti e non credenti, alcuni principi etici generali che per se stessi non richiedono la presenza della chiesa di Cristo nel mondo.
Basterebbe per esempio l’insegnamento degli stoici! Mi sembra che la Chiesa italiana debba ritrovare il senso della sua vera missione, che è quella dell’annuncio di un Dio che accoglie i non accolti, un Dio non delle sanzioni ma della grazia, che è il cuore del cristianesimo.
Non vi si tradisce forse una nostalgia del passato, quando c’era la societas christiana e la Chiesa dettava legge? Oggi la Chiesa non può più dettare legge, ma attraverso alleanze, soprattutto con le forze di destra, cerca di avere un controllo sulla società italiana. Mi riferisco all’azione dei vertici, mentre si possono incontrare tante comunità, tanti gruppi, ed è tutto un altro panorama, per grazia di dio.”
(iglis)
(Fonte Adista
doc. n. 66/2006)