– Gianluca Magi, cattolichino, ha pubblicato un nuovo libro: “La nobile arte dell’insulto” (Einaudi). Ha curato il saggio introduttivo e la traduzione del testo più importante del letterato cinese Liang Shiqiu (Pechino 1902 – Taipei 1987). Gianluca Magi insegna Storia delle religioni in Cina e Induismo e filosofia indiana all’Università di Urbino. E’ Direttore didattico della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Il libro precedente “I 36 stratagemmi” è diventato un caso editoriale. Il musicista Franco Battiato ne ha tratto un disco.
Questo, in sintesi, il messaggio del libro. “Quando si rivolgono critiche a qualcuno, bisogna farlo in una lingua infinitamente sottile il cui senso rimanga implicito. Conviene evitare che l’avversario si renda conto fin dalle prime parole che lo si sta criticando: è solo al termine di un certo tempo di riflessione, a poco a poco, che questi giunge a prendere consapevolezza che le parole rivoltegli erano tutt’altro che benevoli. Lo si metta a suo agio, cosicché il suo viso dapprima sorridente, viri poi dal bianco al rosso, dal rosso al violaceo, infine dal violaceo al grigio plumbeo. Questo è il più alto grado nell’arte dell’insulto”.
Il libro di Gianluca Magi ha ottenuto una bella e approfondita recensione da parte di Michele Serra su Repubblica del 3 maggio scorso. “Il breve testo cinese – scrive Serra – può aiutarci a disgrezzare una materia resa sordida, e inflazionata, dal fracasso mediatico e specialmente televisivo: dove la sopraffazione dell’antagonista è affidata, più ancora che ai toni aspri, al volume assordante, e alla rozza prevaricazione. … L’attacco sgraziato o volgare, la rissa scomposta, qualificano il mittente e non il destinatario. L’antidoto sarebbe quel famoso ‘mi rifiuto a scendere al tuo livello’.
… Niente è peggio che perdere il controllo. Si fa il gioco del nemico, gli si presta il fianco, si perde in equilibrio e in eleganza. … L’insulto è nobile se eccezionale, ignobile se frequente e stucchevole, insulta davvero solo se spicca in un quadro pacato, non insulta affatto se si affastella sopra un mucchio caotico di aggressività: questa la chiosa comune che oriente e occidente potrebbero controfirmare”.
L’intento di questo piccolo trattato è quello di offrire un generale aiuto a tutti coloro che vogliono trarre vantaggio in una disputa, illustrando in modo sintetico come sia possibile sviluppare la tecnica dell’invettiva nei suoi vari aspetti.
L’insulto richiede equilibrio psico-fisico e preparazione, capacità psicologiche e culturali. Una forte dose di ironia e di lucida autoironia. E’ un po’ come la buona satira: il potere e chi lo rappresenta lo colpisce in punta di fioretto, mai con la clava.
Insomma, anche l’insulto è cosa seria, anzi, è un’arte.
di Ecci