– Ha scritto qualche anno fa un’erede Sanchini, Rosa Sanchini Forestiere nel libro “Don Sebastiano Sanchini precettore del poeta Giacomo Leopardi”: “Giacomo lasciò uno scritto autografo intitolato ‘Poesia e prose in morte di Amaritte’ dell’abate-conte Pellegrini: donato alla libreria Leopardi per lo chiarissimo e dottissimo uomo il signor Sebastiano Sanchini morto tra le lacrime di tutti i buoni e vero cordoglio dei suoi moltissimi amici”.
E quel Sanchini, Sebastiano, suo precettore, era mondainese. Nacque a Laureto, podere di “Candreano”, il 19 gennaio del 1763. Morì il 23 luglio del 1835. In quell’anno, Leopardi soggiornava a Napoli. Ammalato e triste, scrisse una lettera al padre nella quale rimpiangeva l’amato maestro.
Ha un legame fortissimo, assoluto, unico, con Mondaino, Leopardi. Senza Mondaino è molto probabile che Leopardi sarebbe stato un gigante, ma diverso, con altre caratteristiche, altri toni, altre melodie.
Don Sanchini venne chiamato come precettore dalla famiglia Leopardi nel 1807. Prima, dal 1800 al 1807, era stato istitutore presso i conti Cassi a Fano, parenti dei Leopardi che vivevano a Recanati. Restò al servizio della famiglia del poeta 5 anni. “Era giunto il momento da lui previsto e riteneva compiuta la sua opera di maestro”. I fratelli Leopardi erano quattro: Giacomo, Carla, Paolina e Luigi. “Giacomo era quello che tra i fratelli emergeva a meraviglia con potente memoria e duttilità d’ingegno per cui spesso aiutava gli altri”.
Il programma di studi stilato dal mondainese è distinto in due periodi. Nel primo, fino al 1810, latino come base, comprendeva l’italiano, la storia, la geografia, le scienze e la dottrina cristiana. Dopo il 1810, insegnò anche fisica generale e particolare, psicologia, chimica, storia naturale e soprattutto filosofia e teologia.
Giacomo Leopardi è stato uno tra i massimi intellettuali italiani. Tutti hanno mandato a memoria poesie di struggente dolcezza: “A Silvia”, “L’infinito”.
Scrive la discendente di Sebastiano, Rosa: “Il padre di Sebastiano apparteneva ad una delle più antiche famiglie della zona, e, come i suoi antenati, di cui si hanno traccia in quei luoghi fin dalla seconda metà del Cinquecento, era un agricoltore benestante; proprietario di vasti terreni a Laureto e nelle adiacenti frazioni rurali di Cerreto e Montespino”. “…In questa zona di campagna, Sebastiano passò la sua fanciullezza circondato dalla famiglia, composta oltre che dal padre, dalla madre Brigitta e da sette tra fratelli e sorelle, tutti maggiori di lui”.