Prima di costruire nuovi appartamenti è necessario valutare altre strade, altrimenti ci si trasforma in palazzinari. Il verde pubblico non può essere realizzato al prezzo di una colata di cemento da un’altra parte della città e soprattutto non in una città come Cattolica che è già fortemente urbanizzata. … Il Comune rifletta sulla migliore soluzione per realizzare un parco senza spostare gli indici edificatori esistenti altrove e senza premi in cubature. Propongo a Gottifredi un incontro pubblico al fine di conoscere cosa pensino i cittadini del meccanismo della perequazione al fine di scandagliare, insieme, altre soluzioni”.
Cosa aveva detto l’assessore all’Urbanistica e vicesindaco Massimo Gottifredi? …che nel Piano strutturale comunale (Psc) è previsto un’area verde di 400mila mq (Parco fluviale del Conca) lungo l’asta fluviale del fiume. Siccome una parte di questi terreni sono privati, promette di costruire un quartiere residenziale in zona Torconca di circa 600 appartamenti. Questo come compensazione (perequazione) ai privati per la cessione dei terreni.
Insomma, cose toste da mandare in tilt anche una bettumiera.
Allora, qui non si discute la validità del parco, ma tutto il percorso che lo precede. Anche perché tanta frenesia non si capisce se sia in funzione di un bel parco… o delle mirabolanti potenzialità di costruire in “zir pla Catolga”… grazie al parco.
Intanto alcune domande: 1) perché questa estensione che comporta tanti premi di costruzione e in cubatura? 2) Se quei terreni sono lungo l’asta fluviale non dovrebbero essere già vincolati, cioè non edificabili? 3) In questo modo il Parco non diventa un infernale motore immobiliare? Se per ogni mq di verde che si salva dobbiamo fare costruire altri edifici, alla fine avremo complessivamente meno verde e più cemento. 4) Quale compensazione sarà prevista per la non edificabilità dei terreni delle Navi? 5) Il metodo della perequazione (sona stati già avviati decine d’incontri con i privati) dà garanzie di trasparenza?
Il Psc, nella sua determinazione più vasta, sarà così il frutto di perequazioni: accordi con privati dove ad ognuno gli sarà concesso qualcosa… nuove costruzioni, maggiori cubature in altre zone della città, definite dall’assessore “meno strategiche” (come se il costruito, ovunque, non sia già più che sufficiente!).
Insomma, la giunta-maggioranza ha deciso le linee di sviluppo-utilizzo del territorio, contratta (si può dire mercanteggia?) con decine di privati… ecco fatto il Psc… poi arriva in Consiglio comunale. Ma attenzione alla chicca: “Si badi bene, precisa Gottifredi, che non intendo nè svuotare di significato il Psc, nè scavalcare il ruolo del Consiglio comunale. Si tratterebbe di un accordo che poi il Consiglio dovrà ratificare, pena la sua nullità”. Grazie! Lo approverà la maggioranza con i suoi numeri. Perché il tutto è già stato selezionato, infarcito, approvato nelle sedi dei diretti interessati: partiti di governo, categorie economiche, proprietari di terreni e di edifici, ecc. La bella “vetrina” sul Parco fluviale (Paesaggi di mare), come momento partecipativo, ha lasciato fuori tutto questo, complesso, decisivo e anche poco trasparente, percorso. Ecco perché l’accusa che il Parco diventi un motore immobiliare è azzeccata. (Ecci)