– Montefiore, 24 settembre: padre Giovanni Zanca, gesuita, figlio di Primo detto “l’Urganét” resta paesano e qui viene a festeggiare il suo 50° anniversario di ordinazione sacerdotale. Le radici non si dimenticano! Ogni seria vocazione religiosa racchiude in sé un mistero. Noi non capiamo bene… però c’è sempre un però al quale attaccarci. Se infatti la risposta ad una chiamata è personale… è altrettanto vero che ognuno vive in un contesto che lo educa e lo aiuta a crescere.
Così la festa organizzata per padre Giovanni indirettamente è una festa anche per tutto il paese… soprattutto del Montefiore di ieri. Come parroco e come montefiorese doc anch’io… devo riconoscere che nell’essenziale ancora ci siamo… ma nel tempo tante cose sono cambiate… non solo nello stile della vita sociale, ma soprattutto nella testa… cioè nella cultura.
Non giudicatemi un “laudator temporis acti” cioè un nostalgico incapace di adeguarsi ai tempi!
Un tempo anche a Montefiore nascevano vocazioni… oggi non se ne vedono molte. Forse perché come parroco non sono un gran che, cioè non offro un buon esempio… questo è sicuro, ma certo non è la sola ragione! Se un tempo le famiglie avevano tre o quattro figli… oggi se va bene ne hanno uno! Volete che lo mandino nei preti? Sarebbe un peccato mortale…
La famiglia di don Giovanni aveva un negozio di generi alimentari proprio in piazza. Era composta dai genitori con cinque figli. Tarcisio… padre Giovanni… il dottor Adriano… Peppino e ultima una donna, l’Assuntina.
Padre Gianni avrebbe voluto farsi prete… la farmacista fiorentina Degl’Innocenti gli parla con entusiasmo dei gesuiti… e lo convince! Viene ordinato sacerdote a Roma dal cardinal Traglia il 7 luglio del 1956… e nella sua missione prevalentemente ha fatto l’insegnante di scuola Media superiore.
Per Montefiore è una festa… non solo religiosa, ma anche civile, cioè dell’intero paese. Alle 11 sarà celebrata la messa e dopo un rinfresco per tutti! Qui il sindaco senator Berselli si farà portavoce di tutti i montefioresi per porgere a padre Gianni gli auguri sinceri del paese.
di Piergiorgio Terenzi