– Domenica 15 gennaio ricorre il centenario della nascita di Padre Domenico Galluzzi, frate domenicano, nato a Cattolica. Figlio di Giuseppe (detto Baratieri) e di Domenica Bacchiani. Il suo nome di battesimo era Giovanni (Gianen). La commemorazione alle 15 con una grande cerimonia religiosa a Faenza, sede del monastero di suore benedettine Ara Crucis, fondato da P. Domenico nel 1957. Sarà presente il vescovo di Faenza Claudio Stagni. La figura di Domenico Galluzzi sarà ricordata da due sacerdoti domenicani, novizi di Domenico quando era maestro di sacerdozio. E’ morto il 13 gennaio 1992. Riposa nel monastero Ara Crucis.
Per il centenario della nascita, è stata stampata una pubblicazione dal titolo: “La Parabola del mare – Alcuni flash sulla vita di Padre Domenico Galluzzi O.P.”. Edito da Ara Crucis di Faenza, ripercorre la vita di P. Domenico intrecciata con il mare: un mare vissuto, un mare come parabola e metafora, un mare come linguaggio ricco di suggestioni evocative, religiose e misteriose. (Il volume può essere richiesto anche alla redazione della Piazza – Tel. 0541-611070). La pubblicazione è ricca di immagini a colori, arricchita da fotografie di P. Domenico da bambino, militare, novizio, anziano sacerdote. Per rendere omaggio alla sua città natale, sono riprodotte anche alcune immagini della vecchia Cattolica.
Riportiamo l’introduzione del volume.
“Capita di ricorrere ad immagini per parlare di noi stessi, delle nostre lotte e fatiche, delle nostre gioie e conquiste. Anche il mare è una grande metafora dell’esistenza umana. Non sembra fuori luogo utilizzarla per presentare alcuni flash sulla vita di P. Domenico Galluzzi. Egli portava il mare nel proprio DNA. Nacque infatti a Cattolica, oggi rinomato centro turistico della riviera romagnola, allora grossa e povera borgata marinara, in cui la categoria dei pescatori, sfruttata e sottosviluppata, stava prendendo coscienza di se stessa.
Proprio uno zio di P. Domenico, Salvatore Galluzzi, giovane marinaio, intraprendente e dotato di una discreta oratoria, nel 1903 riuscì per la prima volta a radunare tutti i pescatori in un memorabile incontro perché potessero parlare e discutere dei loro interessi. Da lì partì il lavorìo per la nascita di un sindacato al fine di aiutarli a togliersi da una vita di stenti e di sacrifici inauditi. A Salvatore Galluzzi è dedicato oggi a Cattolica il piazzale della darsena che l’ha visto attivo pescatore, prima, e capace organizzatore, poi. P. Domenico dunque, non solo è nato in un luogo di mare, ma appartiene ad una famiglia che, per tradizione, era legata al mare. Indubbiamente questo ha lasciato un’impronta che si è tradotta in un modo di interpretare e di affrontare la vita”.
Scriveva Padre Domenico Galluzzi: “Vorrei possedere un cuore spazioso come il firmamento e profondo come le acque del mare, per sciogliere un canto di rngrziamento a Dio, largitore di ogni bene…”.
Altri stralci del volume. Alba sul mare: “Uno scenario bellissimo! Dio è presente, punto di partenza e punto di arrivo. Da Lui, dal cielo, veniamo. A Lui, attraverso il mare-parabola della vita, ritorniamo…”.
Mare amaro (con foto della vecchia Cattolica e pescatori): “Non si vede il mare, ma uno slargo di cielo in quella povera casa dell’antica Cattolica… Da lì, imboccando l’andròn, ti ritrovi con la chiesa ‘vecchia’ a fianco e la rocca di fronte; in questo spazio trascorrono i primi anni di vita di Padre Domenico. Sullo sfondo il mare… Ogni giorno di quegli anni del primo ‘900 i marinai, sulle barche a vela, lo sfidano con coraggio. Escono per la pesca in ogni stagione; il lavoro ingrato non basta ad assicurare il pane quotidiano, la miseria ‘si taglia con la scure’. Non hanno una paga fissa, ma devono ‘campare’ con quello che riescono a pescare, così alcuni sono costretti a partire per l’America. Anche il babbo di P. Domenico se n’è andato dopo la nascita della prima figlia. Più degli altri cerca i guadagni facili, l’evasione per godersi la vita. Dieci anni durò la sua assenza. Al ritorno si ripresentò alla moglie che lo perdonò e l’accolse. Nasce Giovanni (nome di battesimo di P. Domenico). Ma, un anno dopo, lo spirito d’avventura ha il sopravvento in quell’uomo dal cuore inquieto, agitato da sentimenti contrastanti. Riparte con una compagna e si spinge fino alla lontana Alaska”.
Il ponte d’oro: “Il mare irrompe in burrasca nella famiglia di questo bimbo. Col miraggio di un viaggio favoloso, che svincola dal quotidiano, gli porta via il padre. La vita poteva proseguire per Giovanni con la stessa drammaticità, se non ci fosse stata la presenza di mamma Domenica che non si abbatte di fronte alle ondate di delusioni e di contraddizioni che potrebbero travolgerla. E’ una donna semplice, provata dall’abbandono del marito; Giovanni la vede, affaticata, spendersi per due per tirare avanti. La sua forza è tutta nella fede, nel perdono e nella preghiera. Il mare non fa più paura quando ogni giorno lo si può varcare con un ‘ponte d’oro’, il rosario, che la mamma recita col figlio per raggiungere quel babbo lontano che egli non conosce ancora”.
La vita di Dio: “A vent’anni è pronto a salpare… e di fatto parte per il servizio militare in Marina, destinazione Taranto. Unica consegna da parte della mamma: la corona del rosario da recitare tutti i giorni… E’ propro di questo periodo il fatto-chiave della sua vita. P. Domenico lo racconta così: ‘Sulle acque del mare Ionio, che stavo solcando, ho percepito con stupore e commozione la voce misteriosa di Gesù, come un giorno i discepoli sul mare di Galilea: “Vieni! Alzati! Seguimi!”. Trasgognato, ho risposto: “Eccomi!”, soggiungendo: “Ma chi sono io, Signore, per essere raggiunto dal tuo amore di predilezione?”.
Levare l’ancora: “Così il buon Giovanni, a casa in licenza, afferra la divisa e, facendone una palla, la scaglia lontano: ormai il servizio militare gli è insopportabile. Un’altra partenza urge dentro. Si è da poco imbarcato nella vita e già respira la brezza che viene dal largo. Chiede consiglio ad un sacerdote di Cattolica che gli suggerisce di orientarsi verso i domencani. Presto lascia Cattolica per intraprendere quella navigazione di lungo corso che lo porterà lontano dalla vita di sempre”.
Il grande viaggio: “Cambia l’orizzonte. Il mare passa dentro. Cambia anche il nome Giovanni in Domenico. Per diventare un uomo nuovo si affida a S. Domenico, il fondatore, che ha tenuto fermo il timone sulla rotta della santità e ha aperto la strada a tanti fratelli e sorelle”.
Pescatori di uomini: “C’è aria di festa quel 23 luglio 1936 sul peschereccio del patriarca Domenico. Alcuni giovani, e ta loro Fra Domenico, vengono consacrati pescatori di uomini. Si sono imbarcati nella stessa avventura degli apostoli. Ordinazione sacerdotale”.
La nave scuola: “Vado in convento!”, aveva detto un giorno a sua mamma, come dire “Ho trovato la mia strada, il senso della vita”. La risposta fu molto incisiva: “O vai per farti santo oppure resta a casa tua”.
La via dell’amore: “A servizio dell’amore P. Domenico mette tutte le sue attitudini e possibilità. Disponibile, dimentica se stesso per essere aperto all’ascolto. all’incoraggiamento, all’aiuto. Un amore quotidiano senza pretese, che si spende goccia a goccia. Un amore paziente, benevolo, che non cerca il proprio interesse, non gode dell’ingiustizia, ma prova gioia per la verità”.
Cielo e mare: “Così, mentre la nave della vita di P. Domenico si allontana sempre di più da noi lungo la linea dell’orizzonte, la vediamo scomparir con tanta nostalgia in un difficile congedo. Resta nella ‘tasca’ più intima di ciascuna e sul diario di bordo dell’Ara Crucis la sua vita e il suo testamento d’amore, indicazioni preziose per proseguire sulla stessa, luminosa scia”.
di Wilma Galluzzi
INFORMAZIONI
Per chi fosse interessato a partecipare alla cerimonia e avere informazioni più dettagliate: Suor Teresa Casali – Monastero Ara Crucis, via Degli Insorti, 27 – 48018 – Faenza (RA) – Tel. e fax: 0546-21399