– Operavano almeno sette tassisti a Morciano nel 1954: Manfredo Codecà, Angelo Lappi, Aldo Tognoni, Enrico Turrini, Arturo Martini, Everardo Vescini. Nel 1956, con le brocche di terrecotte smaltate di giallo si andava ad attingere l’acqua alla fonte in via Calagianni. E nel 1955, i coniugi Ugolini, Teresina e Pietro, andavano a prendere i bagni alle terme di Montecatini.
Sono soltanto alcune delle 238 storie, suddivise in 26 “temi” (dalla banda municipale al trenino di Natale, passando per i matrimoni e le pose al mare) che si possono leggere nel libro “Morciano in posa”, 260 pagine. Presentato lo scorso 13 luglio, curato da Nando Piccari, raccoglie le fotografie dell’archivio di Mario Polverelli. Edito dal Comune di Morciano con il contributo della Banca Popolare Valconca, sarà regalato ad ogni famiglia morcianese. Il grande scrittore russo Lev Tolstoj ha scritto che chi riesce a raccontare la propria comunità, parla al mondo. E questo libro è la testimonianza degli anni che vanno dal 1946 al 1975. Attraverso le immagini si è messo nero su bianco un pezzo importante della storia di Morciano. Parlano i volti, evocano i vestiti, si fanno sentire gli umori economici di una comunità attraverso il suo paesaggio. E’ un libro che dovrebbe stare in ogni casa degli abitanti della Valconca, oltre che in quelle morcianesi.
Mario Polverelli
Riportiamo i ringraziamenti portati da Mario Polverelli la sera della presentazione. Buona sera e grazie, di cuore, per essere qui. Grazie all’amministrazione comunale, al sindaco Giorgio Ciotti, alla Banca Popolare Valconca e ai morcianesi. Senza di loro questo libro non sarebbe stato possibile. Da parte mia ho solo archiviato e catalogato, con il fervore e l’attenzione del collezionista.
Questo secondo libro, lo potrei chiamare l’album fotografico dei nonni morcianesi; di quelli della mia età. E ve ne spiego il motivo: vengono narrati i momenti in cui noi, i vostri genitori e nonni nonni, si andava a scuola. Quando ci si metteva in posa, petto in fuori e pancia in dentro (proprio come i ragazzi e le ragazze di oggi) per la prima comunione, per la squadra di calcio, di pallavolo, di pallacanestro.
Inoltre, non potevano mancare le recite dalle Maestre Pie e le commedie al Centro parrocchiale, vari scatti di matrimoni e tanti altri avvenimenti.
Ma le foto che mi porto nel cuore e nella mente sono quelle legate al Teatro Ronci: rappresentano gli anni della mia gioventù.
Era, il Ronci, il nostro punto di riferimento, il nostro viale Ceccarini, il nostro Prince, il nostro locale alla moda. Era nostro, dei giovani, ma anche di tutti gli altri morcianesi e non: piccoli e grandi. Vi abbiamo celebrato tanti veglioni; ballato, passando serate e nottate in allegria e divertimento.
Era, come avete già intuito, credo, il nostro luogo principe per “truvè la murosa”. Anzi, dato che le mamme e i fratelli fungevano da gendarme di figlie e sorelle, era uno dei pochi luoghi, forse insieme alla parocchia, dove potevi avere un dialogo affettuoso con la ragazza del cuore. Ho detto dialogo, mica altro.
Ricordo personale. Conoscevo una ragazza che veniva a ballare solo il pomeriggio; mi feci ardito e la invito anche per la sera. Sapete cosa mi rispose? “Non posso accettare perché i miei genitori non mi lasciano uscire”.
Io sono doppiamente felice di poter consegnare ai miei concittadini il secondo libro di “Morciano in posa” che include il periodo che va dal 1946 al 1975.
Questo libro di foto documenta il tempo in cui abbiamo vissuto la nostra gioventù. Sfogliando le 240 immagini possiamo rivivere i fatti che si sono succeduti nell’arco di 30 anni della nostra comunità.
Il primo libro consegnato ha suscitato tanto interesse per il ricordo di tante care persone scomparse e per gli angoli e le vie di Morciano che hanno radicalmente cambiato volto.
Il mio archivio, fatto con l’aiuto dei morcianesi e dalle foto che ho scattato in 30 anni, è testimonianza pura. Il commento, gli aggettivi, le considerazioni, le associazioni di idee, sono lasciate alla sensibilità di ognuno di noi.
Abbiamo in cantiere altre storie di grande interesse che vi consegneremo con la realizzazione del terzo volume; come promesso dall’amministrazione comunale e dalla Banca Popolare Valconca; senza le quali non si sarebbe fatto nulla. Grazie ancora.
Mi piacerebbe che qualche giovane appassionato di fotografia e innamorato di Morciano continuasse a testimoniare l’evoluzione, a riprendere gli angoli, le case che vengono demolite, ricostruite e come avviene ultimamente ristrutturate; anche questo un segnale di un’attenzione e di un gusto diverso. Soprattutto a scattare immagini agli esseri umani: i protagonsiti veri.
Sono pronto ad aiutare e dare consigli a chi vuole continuare a mettere nero su bianco la nostra storia contemporanea, che un giorno, come questi volumi, sarà soltanto storia: dei nostri nonni, dei nostri padri da lasciare a figli e nipoti.