– I lavori della darsena a mare sono iniziati, così come sono emerse le polemiche, i dubbi, le ambiguità, le preoccupazioni. Se per la realizzazione della darsena a mare si tratta di aspettare i tempi tecnici di costruzione, ben altro discorso vale per il prolungamento del molo di levante. Sta proprio qui il nodo di tutte le questioni! I marinai ne chiedono la contestuale realizzazione con la darsena: subito! Ma mentre questa ha già tutte le autorizzazioni, per il prolungamento bisogna aspettare gli studi di valutazione d’impatto ambientale (VIA). Solo se dovesse risultare non invasivo sul piano erosivo, bisogna poi aspettare tutte le necessarie autorizzazioni delle autorità competenti. Dunque: incertezza sull’esito degli studi e probabili tempi lunghi.
Facciamo qualche passo indietro. Da diversi decenni i nostri marinai rivendicano il prolungamento, perché col mare mosso l’imboccatura del porto risulta insicura. Qualche anno fa viene definito il progetto della nuova darsena a mare per le barche da diporto (180 posti), per ampliare la nostra offerta turistica. Bene! quale migliore occasione per fare un progetto completo che raccogliesse le due esigenze: turismo e sicurezza (si badi bene: non solo per le barche dei pescatori ma anche per i diportisti, con una differenza sostanziale, che mentre il diportista esce solo d’estate e col mare calmo, il pescatore è costretto ad andare in mare quasi sempre, per guadagnarsi la pagnotta). Sporadicamente sui giornali viene riportata questa esigenza da parte di alcuni marinai: “sicurezza vuol dire prolungamento del molo (detto anche baffo)”; ma per ragioni inspiegabili (?) viene subito tacitata o corretta. Successivamente si capisce perché…
Infatti l’Amministrazione cosa fa? In Consiglio comunale porta all’approvazione un progetto di darsena senza il prolungamento (marzo 2005). Ovviamente da parte delle opposizioni si riflette e si domanda: dove è andata a finire la volontà dei marinai che definiscono indispensabile il prolungamento del molo per la sicurezza del porto? Anzi, sostengono anche che con la nuova darsena l’insicurezza peggiorerà, perché adesso l’imboccatura è nel molo di circa 150 metri e le onde che sbattono sul lato mare dell’attuale darsena peschereccia, hanno un effetto di ritorno minimo; invece con la nuova il lato mare e l’imboccatura saranno sulla stessa linea. Problema che si aggiunge alle già forti correnti di levante.
La risposta degli amministratori e maggioranza è stata lapidaria: il nuovo porto sarà più sicuro di quello attuale, lo garantiscono gli studi matematici eseguiti. Dunque, niente prolungamento, sicurezza garantita, grande opportunità per tutta la città. Ovviamente la darsena a mare, inserita in tutto il vasto Piano del porto, riceve l’approvazione della maggioranza del Consiglio comunale.
E i marinai? Successivamente all’approvazione e con l’inizio delle polemiche, una loro delegazione viene invitata a visionare un progetto della darsena… con l’aggiunta di alcuni ipotesi di prolungamento del molo di levante. Nel frattempo la tempesta cresce: polemiche da parte dei comuni vicini, perplessità da parte di assessori regionali… i pescatori si sentano accerchiati e cominciano a manifestare tutto il loro malessere… e prima che si trasformi in rabbia… l’Amministrazione comunale convoca la Conferenza dei servizi per fare il punto della situazione e avviare gli studi del VIA sulla fattibilità del prolungamento del molo. A novembre in Consiglio comunale viene approvato un ordine del giorno che mette al centro l’esigenza della sicurezza del porto e pertanto la volontà di sostenere i lavori del prolungamento. Un o.d.g. che raccoglie la quasi unanimità del Consiglio, ma solo dopo aspre polemiche e una sana ripulitura del testo presentato dalla maggioranza.
Ma a questo punto i marinai visto che in troppi parlano a loro nome, fanno uno strappo per riappropriarsi la loro autonomia, con un’assemblea autoconvocata incontrano i consiglieri comunali dell’Arcobaleno. Qui emergono le perplessità, le ambiguità, e la rabbia dei marinai. Qui nasce l’idea del manifesto affisso a Cattolica e comuni vicini dove viene affermato senza mezzi termini che “il prolungamento va fatto subito e che la pazienza dei marinai è arrivata al limite e che non tollereranno altre azioni pretestuose o impedimenti da parte di chicchessia”. I marinai, sono un po’ come il mare: quando è calmo, è amico e accogliente, ma se s’ingrossa… si agita ed è capace di spazzare via tutto e tutti.
Resta comunque ancora sospesa nell’aria la domanda centrale: perché non si è fatto dall’inizio un progetto completo del prolungamento del molo? Di conseguenza: perché, nonostante le convinte affermazioni della giunta che il progetto dà maggiori garanzie della situazione attuale, in fretta e furia ora si cerca di completare quell’opera? Perché in conferenza stampa quella domanda i tecnici l’hanno girata al sindaco e vicesindaco, cioè ai politici? Dunque, la scelta è stata politica nonostante che, presumibilmente, fossero disponibili progetti con il prolungamento? Se la scelta non è stata tecnica (dava già ampie garanzie di sicurezza), ma politica, forse si temeva che col prolungamento ci fossero più problemi per ottenere l’approvazione della nuova darsena da di diporto? Se questa è la ragione, di opportunità, cioè prima portiamo a casa la darsena (l’interesse turistico) e poi vedremo… non si è forse considerato il settore della pesca una sorta di dio minore? I marinai erano al corrente di questa sorta di “partita a poker”? Chi sapeva, magari anche qualcuno che doveva mettere al centro, comunque!, l’interesse della sicurezza dei marinai, perché è stato silente o peggio?
Oggi che, finalmente, dall’Amministrazione alle forze politiche, fino alle categorie economiche, si è raggiunta la volontà di fare il prolungamento perché ritenuto fondamentale per la sicurezza (prima non lo era? i marinai lo dicevano da anni…) è necessario snellire l’iter per la sua realizzazione. La Regione sta venendo incontro con 150mila euro per sostenere parte delle spese per il V.I.A. Anche se rimane aperta tutta l’esosa partita economica per l’eventuale costruzione del baffo. Comunque è fondamentale la contemporaneità delle due opere: darsena e prolungamento.
I marinai lo hanno capito: “per evitare che con la costruzione della nuova darsena non finisca per determinare una situazione ancora più insicura della attuale” – scrivono sul manifesto. Non a caso nell’assemblea hanno espresso il dubbio che se si finisse prima la darsena, sarebbe molto probabile rimanere “fregati”, tanto che alcuni di loro hanno paventato il blocco dei lavori fino a quando non parte anche il baffo… Per i marinai la piena sicurezza del porto significa difesa della vita e del lavoro.
di Enzo Cecchini
IL COMUNICATO DELLE CATEGORIE
– Il dibattito sulla costruzione della nuova darsena e il prolungamento del molo di levante del Porto di Cattolica, ha assunto toni accesi e non sempre con i giusti argomenti. Le categorie economiche di Cattolica ritengono che la discussione vada ricondotta nei giusti binari e che si abbia come riferimento tutti gli elementi tecnici a nostra disposizione che consentono di ragionare con maggiore serenità e con cognizione di causa.
Premesso che non si chiede il prolungamento del molo di levante per ragioni estetiche, ma bensì per una maggiore sicurezza di entrata nel porto con maltempo e considerato che i pescatori, hanno il diritto di lavorare in sicurezza, al pari dei bagnini, degli albergatori o dei commercianti, non si è mai chiesto di realizzare il prolungamento del molo senza avere la certezza che questo non arrechi danno all’eco sistema. La stessa Regione Emilia Romagna, nel corso degli anni ha modificato, dopo tanti studi e ricerche, la sua opinione relativa alla realizzazione di opere in mare, consentendo l’attuazione di 2.000 posti barca con la costruzione di darsene in mare a Rimini, Bellaria-Igea Marina e Cattolica.
La preoccupazione degli amministratori e dei rappresentanti delle categorie economiche dei Comuni vicini, sono oltre che legittime sacrosante, ma va detto che gran parte dell’arenile deve essere difeso dalla erosione e dove questa persiste, perché non vi sono adeguate difese, non è certo da imputare a future opere, le quali, come testimoniano vecchi e più recenti studi non possono creare nessun danno perché la loro incidenza non va oltre il fiume Conca.
Nonostante questi elementi, l’Amministrazione Comunale di Cattolica, nell’ultima conferenza dei servizi, si è assunta l’ulteriore onere di fare altre verifiche di impatto ambientale per dare maggiori garanzie.
Le categorie economiche di Cattolica, ritengono che sia indispensabile partire da questi elementi per sviluppare un sereno e civile confronto tra cittadini che pur appartenendo a comuni diversi, hanno lo stesso obiettivo: rendere le nostre città parte integrante di un grande progetto integrato di sviluppo dell’intero sistema economico della Provincia di Rimini, consentendo a tutti i comparti di crescere, ovviamente ognuno per il loro peso e la loro importanza.
Adac, Aia, Associazione produttori pesca, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Oasi-Confartigianato
IL MANIFESTO AFFISSO DALLA MARINERIA
A proposito dell’ingresso del porto…
– I pescatori di Cattolica e Gabicce Mare, oggi ribadiscono la inderogabile necessità di migliorare l’ingresso al porto di Cattolica, opera che considerano vitale per la loro sicurezza e per quella dei nuovi utenti, necessaria allo sviluppo dell’intero porto che non può continuare ad essere gravemente condizionato dal maltempo. Il progetto presentato dalle Amministrazioni Comunali, già oggetto di confronto con le cooperative dei pescatori, per quanto perfettibile, va nella giusta direzione.
La categoria da almeno 40 anni chiede il prolungamento dei moli e per non averli a suo tempo realizzati ha subito come conseguenza, ciò che già a quel tempo si era paventato, alcuni incidenti ed il calo delle attività della pesca e di quelle ad essa collegata. Oggi, che le spiagge di Cattolica e Gabicce Mare sono adeguatamente protette, che le spiagge dei comuni vicini, purtroppo già attaccate dall’erosione, nulla possono temere dalla realizzazione di quest’opera, come dimostrato da vari studi ambientali, non vi è più tempo per indugiare: il pennello di prolungamento del molo di levante deve essere subito realizzato.
Questo, anche per evitare che, paradossalmente, con la costruzione della nuova darsena, alla quale i pescatori auspicano le migliori fortune, non finisca per determinare una situazione ancora più insicura della attuale. Fin d’ora i pescatori hanno mantenuto un atteggiamento pacato e costruttivo ma si sia certi che non rimarranno inattivi se si accorgessero che il percorso già intrapreso dai Comuni non fosse con convinzione perseguito, od a questa azione fossero frapposti, da chicchessia, pretestuosi impedimenti o strumentalizzazioni.
Per la marineria:
Pierino Luccarelli
(presidente Casa del Pescatore)