IL FATTO
– Rifondazione comunista è fuori dalla maggioranza del governo della Provincia di Rimini. L’atto del presidente diessino Nando Fabbri è stato deciso la mattina del 20 novembre, dopo giorni di riflessione. Il fatto scatenante si è consumato la settimana precedente, con l’affissione a Rimini Sud (Riccione, Misano, Cattolica) da parte del gruppo consiliare di Rifondazione comunista di un manifesto recante le otto fotografie dei consiglieri provinciali di maggioranza eletti nella parte meridionale del Riminese.
Ma c’è un atto precedente, il 24 ottobre, i due consiglieri provinciali di Rifondazione, Sandro Pizzagalli e Cristian Conti, avevano votato contro l’approvazione del Piano provinciale dei rifiuti.
Afferma Sandro Pizzagalli, eletto a Misano Adriatico: “Siamo fuori dalla giunta per aver tutelato la salute dei cittadini. E credo che vada bene. A questo punto voteremo argomento su argomento. Tra un mese ci sarà la Finanziaria”.
Il presidente Fabbri ha ringraziato per il suo lavoro Giancarlo Rossi, assessore di Rifondazione. Ha detto Fabbri: “Questo non toglie, però, che per convinzione politica e per gli stessi rapporti di stima che ho avuto modo di maturare nei confronti del gruppo dirigente di Rc, rimanga in campo la mia piena disponibilità a un confronto che possa portare anche a una ricucitura dei rapporti oggi resa impossibile, in questa sede istituzionale, dalla indisponibilità del gruppo consiliare del Prc”.
Continua Fabbri: “L’indisponibilità dei due consiglieri provinciali di Rifondazione a sottoscrivere una nuova intesa programmatica ha provocato una rottura oggettiva nella maggioranza che guida la Provincia di Rimini.
Rifondazione da oggi è fuori dalla maggioranza. E, purtroppo, Giancarlo Rossi non sarà più assessore. Una decisione dolorosa e sofferta che il presidente della Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri, ha comunicato stamane al segretario di Rifondazione, Pierpaolo Gambuti”.
“Caro Giancarlo, alla lotta!”. Questo il messaggio dal consigliere provinciale Ds, Riziero Santi, all’ex assessore Rossi. “Caro Giancarlo, avrei voluto dedicati una poesia come tu ha fatto in questi anni da Assessore all’inizio di ogni Consiglio. Ma per le poesie continuo ad affidarmi a te, faccio invece riferimento alle comuni radici citandoti Carlo Marx: “La vita è lotta”. Esprimo in questo modo la mia stima ad un uomo che è stato e sarà un lottatore sobrio ed elegante per i valori della pace e della solidarietà. Alla lotta allora! “.
Il manifesto
Se il manifesto è stata la provocazione, l’ultima goccia del fatidico vaso, la cacciata reca con sé tre spunti di riflessione.
Il primo. Una parte della classe dirigente di Rifondazione comunista è disinteressata alle poltrone, al potere e ai relativi emolumenti economici. Cosa, con i tempi che corrono, da prendere ad esempio.
Il secondo. Il presidente della Provincia Nando Fabbri ha accolto all’80 per cento gli emendamenti che Rifondazione comunista ha presentato al Piano provinciale dei rifiuti. Dunque, da un punto di vista politico, si poteva non tirare troppo la fune.
Terzo. Rifondazione comunista a livello provinciale è spaccata in due. Quelli di Rimini Nord (Rimini e Valmarecchia) sono accusati dai compagni di Rimini Sud (triangolo che va da Riccione-Cattolica-Montegridolfo) di pensare solo alle poltrone, di non fare più politica. Tutte cose, a loro parere, dimostrare dalla batosta elettorale patita da Rifondazione alle ultime elezioni comunali che hanno visto la rielezione di Alberto Ravaioli.
Responsabilità e convinzione
Poi c’è un altra riflessione e si potrebbe citare l’intellettuale tedesco Max Weber. Ogni azione è divisa tra etica della convinzione (ovvero il proprio pensiero) e l’etica della responsabilità (mediare con gli altri ragioni di governo). Rifondazione ha preferito la prima.