– Non è mica facile spiegare perché “Il picco dell’aquila” è un libro che riguarda un po’ tutti noi. Non è facile perché in questo personalissimo diario del lento attraversare il dolore, Milena Renzi racconta se stessa, ma ognuno può riscoprire una parte delle proprie sofferenze e soprattutto della propria impotenza di fronte a una malattia invitta e indomabile.
Usa le parole, Milena, per raccontare l’immenso dispiacere per la perdita della madre. La penna la intinge nel suo grande cuore, pieno d’amore per ogni cosa che sappia di vita, ampio abbastanza per contenere il perdono e affogare in un sorriso ogni dispiacere.
Milena è più forte della maggior parte di noi. Sa essere più grande delle sue lacrime, più forte del dolore fisico, più forte del destino. Milena, Mi per gli amici, sa rubare in tutto questo la speranza, distillarne i pochi attimi di gioia e scovare in fondo all’anima la forza e il sacrificio per aiutare gli altri.
Forse tutto questo nel suo libro non c’è. Lì, c’è il dolore immenso della perdita di una persona cara. C’è un po’ di vita e qualche lezione da imparare per tanti. C’è la sua scrittura con qualche bizantinismo e tanta freschezza; con la voglia di vivere e un messaggio concreto d’amore per la vita. E’ così che Mi vince la sua battaglia per la sua anima già tanto forte e per il suo corpo troppo fragile.
“Il picco dell’aquila” è un libro da leggere per scoprire che è una fontanella con tanto anche di nostro. E c’è la forza dell’amore che sa emergere per dare speranza a ognuno di noi! Milena presenterà il libro a San Giovanni, sala consiliare, il pomeriggio alle cinque. Mi sarà presente e saprà raccontarvi e spiegarvi il significato del suo ultimo lavoro.
C.C.