– La Riserva naturale di Onferno è passata dalla responsabilità regionale a quella provinciale. E tra Comune e Provincia è nato un braccio di ferro sulla gestione: più sul Comitato scientifico che quello turistico-ricreativo.
Cesare Romani, assessore provinciale all’Ambiente, chiarisce: “E’ giusto che la gestione dell’Area protetta di Onferno sia affidata al Comune e a forze sul territorio. Perché la protezione vera avviene sul posto e non fuori. Credo però che i due livelli debbano essere separati. Cioè al Comune ed alle associazioni di Gemmano va riservata la comptenza turistico-ricreativo; mentre la Provincia deve supervisionare la parte scientifica; perché Gemmano rientra in un sistema territoriale ben più vasto. Questo perché ci potrebbe essere il rischio che l’aspetto economico possa prevalere su quello scientifico; quando le due cose devono avere uno sviluppo armonico. Noi non siamo contro, ma dare libertà di gestione all’interno di una cornice scientifica di livello provinciale”.
“Abbiamo due obiettivi – afferma Romani – aumentare la protezione del territorio (solo il 5 per cento di quello provinciale è sotto tutela, siamo gli ultimi in regione). La Provincia non deve indicare chi debba gestire che è compito del Comune. Se ci sono forme di gestione locale in grado di portare valore aggiunto ben vengano”.
L’area protetta di Onferno è un angolo di natura rimasta incontaminato. Grazie al microclima favorevole hanno trovato l’habitat favorevole pipistrelli lontani dalle nostre latitudini. Grazie al lavoro del sindaco Cesare Ferri è diventato sia economicamente, sia culturalmente importante.