– L’ultimo album era “Caramella smog”, datato 2003. Tre anni di silenzio e Samuele Bersani torna con un nuovo, splendido dipinto musicale, che come al solito è uno spaccato di realtà. Verità, lo ammette, tutte sue, di un mondo visto dai suoi occhi ma filtrato da un’intelligenza viva e brillante. Per scrivere e incidere è tornato a Cattolica. E’ della sua Cattolica, soprattutto, che abbiamo voluto sapere. Cominciamo dall’inizio.
Come mai hai deciso di tornare a comporre e registrare a Cattolica?
“E’ il mio mondo, ancora a misura d’uomo, sembra quasi un posto fuori dal tempo e io ne avevo bisogno per scrivere questo disco. Volevo recuperare quell’intimità e quel calore che solo la città in cui sei nato e cresciuto possono darti. Ho mangiato sempre a casa e dormito nella camera accanto a quella dei miei nella quale ho ritrovato tutte le mie cose. Ogni particolare era nello stesso posto di dove l’avevo lasciato: merito di mia madre, ovviamente. Ha tenuto la mia stanza come un reliquiario! Poi il Comune è stato estremamente disponibile, mettendomi a disposizione un ufficio del cinema-teatro dove ho trascorso sette mesi a lavorare”.
Ti si vedeva spesso dalle parti del Centro Polivalente. Vivendo di nuovo a Cattolica l’hai trovata cambiata, in meglio o in peggio?
“Ti confesso che per me il tempo a Cattolica è come se si fosse fermato. È come se io invecchiassi mentre tutto ciò che è qui rimane immutato, insensibile al tempo che passa. È chiaro che oggettivamente non posso non riconoscere che la città negli anni sia cambiata. Sono cambiate le sue strade, i suoi palazzi, i suoi abitanti. Ma non riesco a dare un giudizio di valore perché in realtà il mio sguardo su Cattolica è tutt’altro che obiettivo, per me non cambia mai, è la stessa di quando ero un ragazzino. Quando torno qui e mi guardo intorno è come se avessi gli occhiali appannati, il mio sguardo è poco lucido ma nel senso più romantico del termine”.
Ne parli mai con tuo padre? Sai qualcosa anche riguardo agli ultimi avvenimenti, anche politici?
“Riguardo a Cattolica posso dirti che io continuo ad essere tra quelli che credono che una città debba essere abbellita per offrire la migliore accoglienza ai turisti ma soprattutto per il buon vivere dei suoi abitanti”.
Quanto c’è di Cattolica, e della Romagna nel nuovo disco? La dedica a Raffello Baldini, la traccia fantasma in dialetto e il ricordo di Lino “Baratle” sono segnali indicativi? ma ci sono spunti di ispirazione particolari, come l’ex compagno di scuola “scrutatore non votante” o altri personaggi incontrati dopo tanto tempo?
“Beh, direi che Raffaello Baldini, Lino ‘Baratle’ e il mio amico Benito Tonti il mio interlocutore nella traccia fantasma, capace, quando parla, di farti rivivere i ricordi senza farti scappare il presente – rappresentano appieno l’impulso che ho avuto di parlare, a mio modo, di Cattolica e della Romagna che in questo disco sono senza dubbio un marchio impresso cercato e voluto. Ho sentito forte la necessità di tornare alle cosiddette origini, di parlare un po’ di me attraverso altri dettagli, altri particolari. Diversa la storia de ‘Lo scrutatore non votante’: l’ispiratore poteva anche essere catanese e gestire il ristorante dove vado a mangiare quando sono a Milano. La canzone è il ritratto dell’uomo incoerente, ed è solo un caso che lo spunto me lo abbia dato un mio concittadino ex compagno di scuola. Con l’incoerenza facciamo tutti i conti, a prescindere dalla provenienza geografica”.
Visti i risultati ti si potrebbe definire un “primo in classifica”, ma ne “L’aldiquà” hai voluto fare anche un elogio del quarto in classifica, del vincitore senza corona. Per un ragazzo semplice come ti descrivono tutti, ma che ha ormai quindici anni da carriera alle spalle, com’è tornare al proprio paese con questo successo?
“Se devo essere sincero quando torno a Cattolica non esistono lavoro, classifiche, primati. Appena entro in città torno ad essere ‘animale’, odoro ogni cosa, ogni angolo della città per riappropriarmi dell’essenza di questo posto. Se potessi me ne andrei in giro a scorrazzare per il porto con i cani randagi!”.
Dopo “Caramella smog”, si aspettava il nuovo lavoro. Come per avere il parere esperto di un medico su questo strano “aldiquà”. Come ci si sente ad avere una certa responsabilità in merito? Ti senti un po’ Maciste in questo?
“Sarò sincero, responsabilità non me ne sento e soprattutto vorrei che non me ne fossero date, vi prego! Mi spiego meglio: quando scrivo una canzone e affronto un argomento in particolare, lo faccio con la consapevolezza e con il desiderio soprattutto di esprimere il mio punto di vista e solo quello. Insomma non ritengo sia affatto saggio credere che quello che penso e scrivo nelle mie canzoni debba essere un modello di riferimento. La mia è solo una prospettiva? amplificata però da un microfono”.
Quasi fosse un reality, se davanti alla vetrina del pollo arrosto passassi tu, cosa vedrebbe la povera bestia?
“Vedrebbe un tizio che cammina in maniera ridicola!”.
Una cosa che si nota nel libretto dei tuoi album è il simbolo di Emergency vicino a quello di Cattolica. Tu aiuti Gino Strada e hai una grande coscienza etica di pace. Questa è una piccola vetrina, ma mi diresti due parole su questo?
“Sono tante le cause da sposare. Se l’ho fatto con Emergency è perché Gino Strada è uno dei miei eroi”.
Un paio di curiosità: rifacendomi ad un’altra tua intervista di qualche anno fa, hai detto che sei juventino, ma ti lamentavi dell’atteggiamento scorretto di alcuni bianconeri (vedi Zambrotta). Alla luce di tutto ciò che è successo e che prevedibilmente succederà, ti senti ancora juventino?
“Come non si possono rinnegare le proprie origini, allo stesso modo non è possibile farlo con la propria fede sportiva. Cambiare squadra a 35 anni sarebbe come ritoccare con il photoshop le foto dell’infanzia”.
“Cammino e le mie ombre mi ricordano che le mie gambe sono storte”. Hai scoperto poi di chi è questa frase suggestiva? E perché ti ha tanto colpito?
“Non ho ancora scoperto chi sia l’autore di questa frase ma questa è la dimostrazione che a volte la poesia la puoi trovare scritta sui muri”.
Ho sentito che parlavi di un tour acustico con chitarra. A quando i prossimi concerti? Magari qua da noi a Cattolica?
“Certamente, anche se al momento città e date del tour non sono ancora definite, ci stiamo lavorando. Posso dirti che molto probabilmente partiremo a ottobre e suoneremo soprattutto nei teatri”.
di Matteo Marini