– E’ quasi finita la strana estate politica di San Clemente. Un periodo normalmente noioso che quest’anno ci ha regalato un dibattito forte, senza esclusione di colpi. Protagonisti naturalmente il gruppo consigliare di “Obiettivo San Clemente Oggi” con il suo leader maximo Pierino Falcinelli e, a turno, il sindaco di San Clemente Christian D’Andrea o l’assessore Corrado Gaia, vittima, suo malgrado, degli strali degli “Obiettivini” in riferimento alla famigerata zona industriale di Sant’Andrea in Casale.
“Obiettivo”, subito dopo le elezioni, ha cominciato un’azione di stimolo presentando una miriade di interpellanze, interrogazioni e richieste che non sempre hanno trovato risposte adeguate da parte dell’amministrazione.
Uno scontro continuo con picchi polemici e a attacchi che hanno rasentato la querela. Dall’altra parte un’amministrazione apparentemente ferma e ufficiosamente arroccata in una azione sorda di recupero di una situazione pregressa affatto chiara, soprattutto riguardo al caotico sviluppo urbanistico del paese che nessuno che abbia un po’ di buonsenso può negare.
In particolare, nell’ ultimo mese, “Obiettivo” ha concentrato la sua azione sulla sempre meno desiderata area Industriale di Sant’Andrea in Casale: una piaga annunciata. La sua nascita, le motivazioni della sua creazione, l’evolversi della sua crescita, gli attori e i metodi utilizzati per il suo insediamento fanno parte di una storia pesante che è sotto gli occhi di tutti. Eppure le cose sono andate avanti per inerzia senza che nessuno facesse nulla per fare in maniera che la speculazione non vincesse a mani basse. La motivazione principale della nascita di quell’area sta venendo meno agli impegni presi. E quindi che le promesse fatte da certi “politici”, di infrastrutture efficienti prima di ogni altra cosa, sono andate disattese.
Che gli obiettivi dei buon samaritani che facevano tutto questo per garantire occupazione e sviluppo sono stati clamorosamente mancati.
Che qualcuno vorrebbe oggi fare passi indietro e gestire i regali già avuti in proprio, in barba alle promesse fatte e garantite da amministratori di ogni colore politico. Tutto questo su un terreno di conquista già abbondantemente lacerato da un edilizia abitativa più o meno apprezzabile ma sicuramente sviluppatasi senza infrastrutture e servizi adeguati ad una nuova realtà.
Lo scontro delle uniche realtà politiche che diano segnali di vita nel piccolo comune focalizza alcuni problemi, ma l’urlo di San Clemente deve essere più forte delle polemiche di una sera. Questo scontro lascia perplessi e nessuno alla fine lo apprezza. Falcinelli sa di non potere avanzare verginità in quanto alle decisioni prese per la zona industriale: lui l’ubicazione e la sua perimetrazione l’ha votata. L’amministrazione attuale, figlia della precedente, che di questo “capolavoro” è la madre, può solo limitare i danni. Sperando che lo faccia in fretta perché nel frattempo il tempo passa e il tempo in questo caso è amico dei barbari. Le istituzioni superiori se ne lavano le mani. Nel frattempo ci prendiamo quello che passa il convento; come quel giovane che indicando l’appartamento comprato sulla carta interamente coperto da un muro di capannone della famigerata area industriale diceva sottovoce: “Non lo sapevo; i miei sacrifici di tutta la vita attuale e futura sono già coperti da un muro scuro. Non si dovrebbero permettere queste vigliaccate”. Certo sono tante le cose che a San Clemente si realizzeranno in futuro. Il capoluogo ad esempio sarà recuperato alle sue bellezze antiche, distrutte dal tempo e dall’ignoranza. E poi la nuova scuola elementare dove cresceranno i bambini che daranno un futuro. A questo tutti coloro che si sono impegnati a vario titolo nell’amministrare il paese, siano essi assessori o consiglieri, devono pensare: preparare un futuro senza ripetere gli errori del passato. La corsa a chi è più bravo non ci interessa! Ci sono cose da fare e da fare in fretta; magari in collaborazione, altrimenti a perdere sarà ancora la gente. Quella a cui ci si rivolge per essere eletti.