– Ora è ufficiale. Saranno sei i candidati a sindaco che si presenteranno, all’esame delle urne, il 28 e 29 maggio. Due con probabilità (tutt’altro che sicura) di affrontarsi nuovamente a singolar tenzone due settimane dopo al ballottaggio. Gli altri quattro che, in questo caso, potrebbero apparentarsi con l’uno o con l’altro dei primi due per fare la differenza. In caso contrario potranno fare opposizione (fuori o dentro il Consiglio comunale) o sperare in un’alleanza a posteriori col vincente, fermo restando che poi la loro forza contrattuale calerà.
A supporto di questi cinque candidati ci sono 16 liste che sperano di eleggere i loro uomini in Consiglio, qualcuna col solo obiettivo di metterci una bandierina.
Il favorito numero uno resta il sindaco uscente Alberto Ravaioli (Dl). Oltre a cinque anni di mandato alle spalle, ha avuto il merito politico, negli ultimi mesi, di mettere assieme, pur con tutti i distinguo del caso, una coalizione che rispecchia pressoché totalmente l’Unione (ad eccezione della Rosa nel Pugno). Ravaioli è infatti sostenuto dall’Ulivo, che ha dato vita ad una lista ulivista (per il consiglio comunale si presentano insieme Ds, Margherita e Repubblicani europei, che poi faranno anche un gruppo unico), da Verdi, Comunisti Italiani, Consumatori-Pensionati-Ap-Udeur, Rifondazione Comunista e, vera e assoluta novità, dai Socialisti di quel Franco Albanesi che a più riprese ha intrapreso iniziative avverse all’amministrazione comunale (si pensi al referendum contro il palacongressi).
Ravaioli può contare ancora su un ottimo prestigio personale, anche se negli ultimi mesi è montato non poco il malcontento legato alle politiche urbanistiche messe in atto da lui e dal suo vice Maurizio Melucci (Ds). Tanto che, nelle scorse settimane, si era pensato che tale dissenso, anche interno al centro-sinistra, si sarebbe organizzato con una lista: ci sono stati vari incontri di persone, già appartenenti al mondo politico e non, che si erano autodefiniti i Sognatori, e il sogno era una città con meno cemento. Ma poi la lista non è nata, e anzi gli amministratori uscenti contano di recuperare almeno parte di quel dissenso con la promessa di realizzare il Piano strutturale in tempi stretti, e mettendo nella lista un loro esponente: Massimiliano Filippini. Dissenso sulle politiche urbanistiche arriva anche da Verdi e Comunisti Italiani, che a lungo hanno meditato di allearsi e presentarsi al primo turno con un loro candidato a sindaco. Hanno poi deciso di aderire criticamente all’Unione, ma fanno sapere che la campagna elettorale sarà marcatamente anti-mattone, e che in questo senso cercheranno di spostare l’asse della giunta in caso di vittoria. Ravaioli ha già confermato che il suo vice sarà ancora Melucci, ma senza delega all’Urbanistica, e par di capire che buona parte della giunta uscente sarà confermata.
Il centro-destra ha scontato, anche questa volta, una serie di vicissitudini non da poco. Dopo essersi presentato in pompa magna con Vittorio Tadei, stimato imprenditore e uomo del centro conservatore, vicinissimo alla Compagnia delle Opere e a Cl, che aveva lanciato la lista civica “Il sogno della speranza” forse per cercare di intercettare un po’ dei consensi dei Sognatori, si è ritrovato, come nel 2001, senza candidato a poche settimane dalla chiusura delle liste. Motivo, ancora una volta questioni di salute, addotte da Tadei per tirarsi indietro. Ma i soliti ben informati sostengono che in realtà l’imprenditore si sia accorto che non sarebbe riuscito a rompere quel blocco di potere tutto riminese, basato sul mattone, e che vede vicini il centro-sinistra e un pezzo di centro-destra, che ha tutto l’interesse a che le cose non cambino più di tanto.
Risultato, il candidato sarà Alberto Bucci, stimato e pluripremiato allenatore di basket. Uomo di grande carisma, ma bolognese, sta facendo del suo meglio per mettere insieme una lista civica, la “Nuova Rimini”, che sarà sostenuta dal Polo (che corre con quattro liste distinte: Fi, An, Lega nord e Udc) e anche per avere una sorta di “investitura” da Tadei, a succedergli. Molto sportiva la sua lista, con, tra gli altri, Gian Maria Carasso e il cestista riminese Massimo Ruggeri. Anche Azione sociale ha deciso di appoggiarlo, ma senza presentare una sua lista, bensì collocando suoi uomini in quella di Fi.
L’Unione, come detto, si presenta senza Rosa nel Pugno, per problemi programmatici, ma soprattutto perché Ravaioli non ha accettato la presenza in lista di Massimo Lugaresi, ex assessore, ex diessino, approdato allo Sdi proprio per il suo dissenso rispetto alla giunta e soprattutto al vicesindaco Melucci. Risultato, il candidato a sindaco sarà Stefano Casadei, consigliere uscente e caratterizzatosi per il suo forte dissenso, ancora, sull’urbanistica. Capolista sarà Sergio Giordano, radicale, portavoce del dissenso sugli scarichi a mare. Alle ultime politiche, in città, la Rnp ha ottenuto il 2,26 per cento, ma va detto che soprattutto a Rimini Nord Lugaresi potrebbe ottenere più consensi del previsto, specie perché, alla fine, nella lista ulivista non ci sarà Roberto Biagini presidente uscente del Q5, amico e compagno di critiche, nei mesi scorsi, dello stesso Lugaresi.
Tra l’altro lo stesso Biagini, dopo l’estromissione, è stato subito contattato da un emissario di Bucci che gli ha proposto di aderire a Nuova Rimini con la presidenza del Q5 in caso di vittoria del Polo in quel quartiere. Dopo il no di Biagini, il centro-destra ha puntato, per il Q5, su Giovanni Righini, eletto in consiglio nella Margherita, passato poi ad Ap-Udeur, quindi ai Riformisti, e ora approdato dall’altra parte del centro.
L’obiettivo della Rnp è quello di eleggere Casadei in consiglio, ma soprattutto far sì che Ravaioli arrivi al ballottaggio, per andare poi a contrattare l’apparentamento.
A questo rischio contribuisce anche la presenza della lista Rimini Riformista, di area laico-socialista, col suo (quarto) candidato a sindaco: è Renato Capacci, psicologo e già parlamentare per il Psi. Nella lista ci sono, tra gli altri, i consiglieri uscenti Giulio Gherardo Starnini e Rino Mosconi. Il primo è stato eletto in consiglio per i Verdi una prima volta nel ’99 e poi di nuovo nel 2001, pur non nascondendo forti critiche all’operato di Ravaioli e Melucci. Nel corso della legislatura è quindi approdato al Pri, e quindi al centro-destra. Mosconi è stato eletto nel 2001 nelle liste di Fi, quindi ne è uscito formando il gruppo misto all’opposizione, per aggregarsi successivamente al gruppo, neo-creatosi, dei Riformisti, con Casadei dei Sdi e Righini, nel centro-sinistra. Ma nella lista milita anche l’ex sindaco del Psi Moretti e altri nomi noti di quell’area, di qualche anno fa.
Infine, quinto e acquisto dell’ultimo minuto tra i candidati a sindaco, Eugenio Giulianelli, ex esponente di spicco della Lega Nord a Rimini, vicino ultimamente a vari comitati di protesta, ed approdato ai Federalisti Europei. Candidatura presente anche cinque anni fa e conclusasi quasi con un nulla di fatto. Questa volta però c’è più malcontento. Forse non basterà per privare Ravaioli di una vittoria, che potrebbe arrivare anche al primo turno, ma in politica, si sa, mai nulla è scontato, anche se alle Politiche il centro-sinistra senza Rnp ha collezionato il 53 per cento.
Completa il sestetto Riccardo Cirri, candidato a sindaco della Fiamma tricolore.
di Francesco Pagnini
CURIOSITA’
Arnaldo Zangheri primo “sindaco” del dopoguerra
– Il primo sindaco del dopoguerra senza elezioni fu il partigiano Arnaldo Zangheri, un commissario che durò pochi giorni. Il 4 ottobre del ’44 gli americani nominano sindaco Arturo Clari (socialista). Confermato con il decreto prefettizio del 30 giugno 1945. Il 6 ottobre del ’46 si tengono le prime elezioni. Viene eletto sindaco Cesare Bianchini (Pci).
1951- Walter Ceccaroni (Pci).
1957 – Veniero Accreman (Pci)
1961 – Walter Ceccaroni (Pci).
1965 – Walter Ceccaroni (Pci).
1970 – Nicola Pagliarani (Pci).
1975 – Nicola Pagliarani (Pci)
1980 – Zeno Zaffagnini (Pci)
1985 – Massimo Conti (Psi)
1990 – Marco Moretti (Psi).
1995 – Giuseppe Chicchi (Pds)
1999 – Alberto Ravaioli (Ppi)