– “Umiltà e fede. La ‘Tecla’ la sua vita” di Vincenzo Santolini e Franco Bucci (Edizioni Pietroneno Capitani) viene presentato il 16 dicembre alle 15.30 nella biblioteca comunale. Intervengono, oltre agli autori, il sindaco Luigina Matricardi, Armando Foschi (già senatore), monsignor Agostino Pasquini (cancelliere vescovile), Giuliana Visetti Magnani (pronipote della “Tecla”), modera Paolo Zaghini (direttore della Biblioteca Comunale). Riportiamo l’intervento di Paolo Zaghini*.
– Io non l’ho conosciuta la Tecla, scomparsa nel 1977. Ma in tanti me ne hanno parlato, da quando nel 1979 sono arrivato a dirigere la biblioteca comunale, di questa figura femminile improntata da un’aurea mistica di bontà e di disponibilità verso gli altri. Persone che l’hanno conosciuta e gli hanno voluto bene.
Tecla non è stata certamente un personaggio di quelli che hanno fatto la “storia” di un paese, decidendo o facendo, quanto invece piuttosto una figura amica che per decenni ha accompagnato in maniera discreta e riservata il percorso di vita di tanti corianesi. La sua attiva collaborazione alla vita parrocchiale di Coriano, segnata dalla presenza di due grandi sacerdoti come don Gugliemo Mondaini (1866-1946) e don Michele Bertozzi (1917-1999), la facevano riconoscere, ed amare, da tutti i parrocchiani.
Non è dunque un caso che a trent’anni dalla sua scomparsa ancora in tanti oggi la ricordino con affetto. E il lavoro instancabile di ricerca compiuto da Vincenzo Santolini, con la collaborazione letteraria di Franco Bucci, in questi ultimi anni è stato ancora una volta fruttuoso: scavando nella memoria e fra le carte di tanti corianesi è riuscito a trovare il materiale per scrivere questa pubblicazione a Lei dedicata.
La Tecla a Coriano è sicuramente l’argomento del libro. Ma da tutte le pagine viene fuori la figura di Vincenzo Santolini: ovvero il suo rapportarsi con la storia del paese, con i personaggi piccoli e grandi che lo fanno essere una comunità. Vincenzo non è né uno storico né un letterato (per questo “usa” gli altri che queste competenze hanno), ma ha una capacità impareggiabile di costruire il progetto scovando testimoni, recuperando fotografie e documenti: così è stato (solo per citare alcuni dei suoi ultimi impegni) per la ricerca sui soprannomi dialettali delle famiglie corianesi, come per il video e la mostra sugli orfani di guerra e per la documentazione sugli eventi della Seconda Guerra Mondiale. E così è avvenuto anche per questo libro sulla Tecla.
Le testimonianze e le foto sulla Coriano in cui la Tecla visse ed operò sono di grande interesse. Raccontano della vita di un piccolo centro agricolo della Romagna, che con difficoltà entra nel Novecento e trova le forze, umane ed economiche, per crescere (soprattutto dopo le immani distruzioni materiali della Seconda Guerra Mondiale). Ed è in questo ambito che si muove ed opera Tecla Rossi, atipica figura femminile: le sue stranezze (dall’abito ai disegni e alle scritte) possono far oggi sorridere, eppure questa sua religiosità naif, dedicata agli altri, è rimasta nel cuore di tanti corianesi.
Santolini è riuscito, con pazienza ed interrogando molti, a ricostruire le sue vicende umane e ad integrarle nella storia della comunità corianese, costruendo ancora una volta un percorso di conoscenza più generale partendo dalla piccola storia di una donna che probabilmente, senza questo lavoro a Lei dedicato, sarebbe presto scomparsa completamente dalla memoria di tutti.
Auguro a Santolini di proseguire su questa strada di “cercatore” di storie perché un Paese ha bisogno di questi ricordi, di queste memorie trasmesse sui suoi uomini e sulle sue donne.
di Paolo Zaghini Direttore della Biblioteca Comunale “G. A. Battarra”