– Aggiungere al solito e classico turismo, quello fatto di spiaggia, sole e discoteca, i negozi di viale Ceccarini, quello più colto, come andare per borghi e città d’arte. Non si sa quale futuro, non si sa se si riuscirà a fare centro, ma la provincia di Rimini si presenta al turista esigente con un partner blasonato, nobile, con i quarti di nobiltà al posto giusto: il Touring Club Italia. Ha portato sui tavoli degli appassionati ben due guide: una verde legata alla provincia di Rimini ed un’altra interprovinciale. Insomma, è soltanto un altro dei tanti turismi al quale il Riminese cerca di dare la caccia in un cambiamento continuo del modo di vivere la vacanza; poche famiglie svernano l’estate al mare, o vi restano 15 giorni.
La prima guida, quella verde, che è un autentico distintivo di riconoscibilità e di appartenenza (ragazzi creativi vanno a zonzo per arte e per incontri galanti), si intitola “Rimini e provincia: la Riviera delle vacanze, la Signoria dei Malatesta”.
La seconda invece ha per titolo “Malatesta e Montefeltro: itinerari tra Romagna e Marche”. E rientra nel progetto tra le province di Rimini e Pesaro ed ha come denominazione “Terre Malatestiane e del Montefeltro”.
Le due operazioni culturali e commerciali effettuate con il mito, i suoi 600.000 abbonati, i suoi 1.300 punti vendita, del Touring Club Italia, sono costate alla comunità 168.000 euro. Hanno prodotto due guide: quella classica verde (acquistate 8.000 copie, 4.000 in italiano e altrettante in inglese) e quella della collana le “Perle d’Italia” (10.000 copie). Per la prima (100.000 euro) i soldi sono stati messi al 40 per cento dalla Provincia, il restante, in parti uguali, da Camera di Commercio, Fondazione Cassa di Risparmio e Comune di Rimini.
La seconda (68.000 euro) invece è stata possibile grazie al progetto turistico, Terre Malatestiane e del Montefeltro, finanziato dal ministero. Le due guide, dato il pregio, saranno distribuite in modo selezionato e possono essere acquistate nei 1.300 punti vendita della Touring. Fondato agli inizi del secolo, il Touring è una delle più importanti istituzioni culturali dell’Italia. Pubblica le guide, ha una rivista (i famosi 600.000 abbonati) ed ha educato milioni di italiani al culto delle opere d’arte e dell’ambiente.
Nonostante tanto blasone, anche il Touring Club ci ha messo qualche errorino. Uno molto divertente è l’aver confuso il bel campo di cipolle fotografato a San Clemente, con l’aglio, un ortaggio buono ma meno nobile.
Massimo Gottifredi è la persona giusta al posto giusto. Presidente dell’Apt (Azienda promozione turistica dell’Emilia Romagna, fino a due anni fa assessore provinciale al Turismo, è un bell’esperto, non meno che persona umile. Delle due guide afferma: “Rappresentano la nostra certificazione di qualità; un territorio che non è solo spiaggia, divertimentificio e parchi tematici, ma anche arte, cultura, storia. Eravamo l’ultima provincia dell’Emilia Romagna a non essere inseriti nelle Guide verdi, ma abbiamo chiuso la falla in modo molto conveniente”.
“Le due guide – continua Gottifredi – sono due prodotti diversi. La ‘Malatesta e Montefeltro’ supera i confini territoriali e cerca di mettersi nei panni dei nostri turisti che percepiscono le due realtà come una sola. I legami Verucchio- San Leo e Gradara-Montefiore sono fortissimi, ad esempio. Ancora non siamo pronti, ma i motivi per una promozione unica sono tanti.
La Guida Verde doveva essere fatta prima, ma il solo esserci è un riconoscimento di spessore, di possedere valori di livello. E’ informativa e non promozionale e va a riequilibrare come gli altri vedono questa provincia. Abbiamo gioielli architettonici di attrazione internazionale e una rete di castelli unica”.
Ma come si presenta il materiale promozionale della nostra provincia?
Marco Giovannini, giovane presidente degli albergatori di Riccione: “Direi di buon livello, anche se ci sono delle sovrapposizioni, di marchi, loghi, prodotti, come in altri settori. Ogni assessorato e ogni comune presenta qualcosa. Oltre alla miscellanea, alcune volte difettiamo anche di aggiornamento. Tra i nostri competitori sfornano cose di valore il Trentino, la Toscana, l’Abruzzo, il Veneto. E anche con un filo conduttore”.
Maurizio Cecchini, altro giovane, presidente a Cattolica: “Abbiamo punte di eccellenza e debolezza. L’informazione è variegata e complessa; direi che la nostra non è male rispetto ai concorrenti. Partendo dal dato che la Toscana ha materiale superiore al nostro, la strada la possiamo fare. Ci vorrebbe qualcosa al fuori del cartaceo. Le nicchia, come le due guide Touring, sono un enorme potenziale”.
di Francesco Toti
CURIOSITA’
Bellini, Ghirlandaio, Cagnacci, Centino, Guercino, Cantarini
Le opere di artisti di livello assoluto sono conservate nel Museo della Città a Rimini
– I pittori di Scuola Riminese del Trecento (Giuliano da Rimini, il maggiore), Giovanni Bellini, Domenico Ghirlandaio, Guido Cagnacci (nato a Santarcangelo e morto alla corte dell’imperatore austriaco), il Centino, il Guercino, Simone Cantarini. Tutti artisti che farebbero da richiamo ai grandi musei del mondo. Nomi che hanno fatto la storia della pittura mondiale e che si possono ammirare al Museo della Città di Rimini, forse il più importante della Romagna. Si contende lo speciale scettro, senza competizione naturalmente, con Forlì.
Non solo sono di rango le opere, ma di buona architettura è anche il contenitore. Infatti, l’istituzione culturale si trova nel convento dei Gesuiti (accanto alla chiesa di San Francesco Saverio) in piazza Ferrari. E’ molto probabile che la conoscenza del museo riminese sarebbe stato esaltata se fosse stato collocato negli spazi accanto al Tempio Malatestiano. L’affascinante intreccio avrebbe attirato molti più appassionati e curiosi. Ma tant’è. Ora non resta che farlo conoscere prima ai riminesi, che potranno poi sensibilizzare gli amici forestieri e i tanti turisti che vengono in riviera. In questo la stampa locale non aiuta; è molto più dedicata e sensibile ai fatti di cronaca nera, incidenti stradali e beghe politiche.
Progettista l’architetto bolognese Alfonso Torreggiani, l’edificio museale è stato tirato su tra il 1746 e il 1755 come collegio dei Gesuiti. Nel 1773, dopo la soppressione dell’ordine, passò al seminario vescovile che nel 1796 lo vendette ai domenicani. Dal 1797 al 1977 è stato utilizzato prima come ospedale militare poi civile. Museo Civico, col primo nucleo, dal 1981.
CULTURA
Mondo antico, conferenze con 5.000 appassionati
Il ponte di Tiberio, uno dei monumenti antichi più importanti d’Italia
– Il prestigioso “tuttoLibri”, supplemento letterario del sabato della Stampa, gli ha dedicato la copertina. Il magazine patinato del Corriere della sera lo ha citato ampiamente. Grossa eco sui mezzi di comunicazione per il Festiva del Mondo antico, in programma a Rimini, Cattolica, Mondaino, Montefiore, San Mauro, Verucchio e San Marino dal 15 al 18 giugno scorso. Alla seconda edizione, se lo è inventato Marcello Di Bella, direttore della biblioteca Gmbalunga di Rimini: “un’immersione nella cultura delle origini con il gusto dei contemporanei”. Hanno assiepato gli incontri con gli intellettuali circa 5.000 appassionati, molti dei quali hanno colto al volo la cultura per passare qualche giornata come ospiti degli alberghi. I temi, svariatissimi (da come giocavano i bambini alle macchine da guerra), affrontati da una novantina di intellettuali.
Tempio Malatestiano, nobile tappa
Tutti d’accordo: Marino Bonizzato, Giuliano Chelotti, Oscar Del Bianco e Ilio Pulici. E’ la maggior opera d’arte del territorio
– Quali opere d’arte della provincia di Rimini un turista dovrebbe assolutamente non perdersi? Lo chiediamo ad alcuni illustri personaggi del Riminese.
Marino Bonizzato, architetto in Rimini: “Cinque cose da non perdere per chi raggiunge la nostra costa. 1. lo Spirito dei Luoghi – Seppur fortemente oscurato da menti che privilegiano il materiale all’immateriale, lo si può ancora cogliere, sia nelle pieghe della Città non ancora aperte e dissacrate, sia nei comportamenti, negli occhi e nelle parole di Cittadini consapevoli del proprio ruolo.
2. I Segni dell’Età dell’Oro – Rintracciabili ancora nelle opere compiute dagli Uomini subito dopo la fine della loro felice convivenza con gli Dei, ben custodite nei Musei che costellano il territorio, da Rimini a Verucchio? a Mondaino.
3. L’Arco d’Augusto – Simbolo di un mondo senza barriere, dedicato a un grande che profuse impegno per la pace universale.
4. Il Tempio Malatestiano – Dove l’equipe di geni assoluti Leon Battista Alberti, Agostino di Duccio, Piero della Francesca e Matteo de’ Pasti – messa assieme da Sigismondo, seguendo le piste filosofiche di Gemisto Pletone, illustra la formula magica della nascita e dell’evoluzione del mondo.
5. La Darsena di Rimini – Architettura generata da un rapporto amoroso con il Mare, eletta figlia dei Cittadini che, amando ancora, forse potrebbero darle fratelli e sorelle capaci di rappresentare una Città futura migliore”.
Giuliano Chelotti, architetto, saludecese impiegato nel Comune di Saludecio, è stato l’artefice di Ottocento Festival, battistrada di qualità per le manifestazioni nate nell’entroterra: “Sicuramente bisogna partire dal Tempio Malatestiano di Rimini. Poi ci sono delle testimonianze seppur ricostruite come Gradara e San Marino. Senza dimenticare l’Arco d’Augusto, il Ponte di Tiberio, la Rocca Malatestiana di Rimini. Non si viene a Rimini per il Tempio, ma per un giro più largo. E poi l’entroterra con i centri storici. Nello specifico: il Museo e la chiesa a Saludecio, piazza Maggiore a Mondaino e le rocche di Montefiore e Verucchio. Chi è qui non può dimenticare le chiese di San Leo, più della fortezza”.
I riccionesi Ilio Pulici e Oscar Del Bianco sono le menti del “Block 60”, il negozio più trendy e emporio di bellezza di Riccione. Dicono: “Come non vedere Montefiore, il tempio Malatestiano di Rimini con il Piero della Francesca, Verucchio, San Leo, la Domus del chirurgo sempre a Rimini. Nello speciale tour ci metterei anche la Piadina della Lella in via Covignano”.
LA GUIDA
Touring, le stelle
Due, il massimo, a Rimini e Montefiore. Una a Santarcangelo e Verucchio
– Le guide del Touring Club utilizzano le stelle per indicare il valore dell’opera d’arte. Il massimo sono le due stelline. Nella nostra provincia sono state assegnate alla città di Rimini nel suo complesso, al Tempio Malatestiano (due stelle per il Crocifisso di Giotto e l’affresco di Piero della Francesca), al borgo di Montefiore Conca; una stella a Santarcangelo (due al polittico di Jacobello di Bonomo e una al Museo Storico); una stella al borgo di Verucchio (e due al Museo Villanoviano).