– “Smettiamola di proclamare che ‘un altro mondo è possibile’; proclamiamo che è fattibile e facciamolo. Mons. Pedro Casaldáliga, vescovo emerito di São Felix do Araguaia (Brasile), nella consueta lettera circolare di inizio anno, mette in guardia sul fallimento di un mondo fondato prevalentemente sul mercato, dove ogni giorno 25mila persone muoiono di fame, sul rischio di una Chiesa trincerata nel dogmatismo ufficiale e invita alla preparazione di un nuovo concilio “che abbia il compito fondamentale di umanizzare l’umanità”. Di seguito alcuni stralci della lettera circolare.
“Più c’è ricchezza sulla Terra, più c’è ingiustizia..”
?Smettiamola di proclamare “un altro mondo è possibile”; proclamiamo che è fattibile e facciamolo… La disuguaglianza tra ricchi e poveri aumenta, secondo l’Onu, anche nei Paesi del Primo Mondo. La Nostra America, secondo l’Oea, l’Organizzazione degli Stati Americani, è la regione più ingiusta per questa disuguaglianza sistematica. Più c’è ricchezza sulla Terra, più c’è ingiustizia. L’Africa è stata chiamata “il buco nero del mondo”, una “Shoà” continentale. 2 miliardi e mezzo di persone sopravvivono, sulla Terra, con meno di 2 euro al giorno e ogni giorno 25mila persone muoiono di fame, secondo la Fao. La desertificazione minaccia la vita di 1 miliardo e 200 milioni di persone in un centinaio di Paesi. Ai migranti è negata la fraternità, la terra sotto ai piedi.
Gli Stati Uniti costruiscono un muro di 1.500 chilometri contro l’America Latina; e l’Europa, a sud della Spagna, alza un recinto contro l’Africa?. Un immigrato africano, in una commovente lettera scritta “dietro i muri di separazione”, avverte: “Mi chiedo se pensiate che sia normale che viviamo così, perché, di fatto, è il risultato di una ingiustizia stabilita e sostenuta da sistemi disumani che uccidono e impoveriscono? Non sostenete questo sistema con il vostro silenzio”. La caduta degli imperi.
Ma l’Umanità “si muove”; e sta virando verso la verità e la giustizia. C’è molta utopia e molto impegno in questo Pianeta disincantato. Qualcuno ha già ricordato che il Secolo XX “è stato un immenso cimitero di imperi: il britannico, il francese, il portoghese, l’olandese, il tedesco, il giapponese e il russo”. Resta, in bilico, l’impero statunitense, e anche questo cadrà. L’America Latina si allontana dalla tutela degli Stati Uniti e l’Asia volta le spalle agli Stati Uniti, nel primo vertice organizzato dall’Asean (Associazione dei Paesi del Sud Est Asiatico). L’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità la diversità culturale. Il secolo XXI – che sappiamo già che sarà un secolo mistico – sarà anche il secolo dell’ambiente.
La dittatura del dogmatismo
Il dialogo ecumenico e il dialogo interreligioso crescono a vari livelli, come un nuovo paradigma della fede religiosa e della pace mondiale. Le Chiese e le religioni si incontreranno necessariamente e dovranno fare la pace per la pace del mondo. Nella Chiesa cattolica, all’interno della monotona continuità ufficiale che ci si attendeva, molte comunità e molti gruppi di riflessione teologica e di pastorale sanno essere insieme fedeli e liberi. Stiamo imparando ad essere Chiesa adulta, una e plurale.
Se rifiutiamo la dittatura del relativismo, rifiutiamo anche la dittatura del dogmatismo. Non permettiamo che il Concilio Vaticano II diventi un “futuro senza memoria”; e sollecitiamo perfino un processo di preparazione verso un nuovo Concilio, veramente ecumenico, che contribuisca, a partire dalla fede cristiana, al fondamentale compito di umanizzare l’umanità.
(Fonte: Adista Documenti N.12 11/02/06; www.adista.it)