Aldo Calbi. Pochi lo ricordano giocatore. Il precoce esordio nel vecchio Cattolica delle Navi. La breve milizia nel nuovo football club. Il prematuro ritiro. In entrambi i periodi, Renzi allenatore, è un mediano robusto. Con ampia visione del gioco. Fatale che diventi presto allenatore. …Tanti, come tale, non lo dimenticano. Due generazioni almeno. Fonda,dirige, anima il NAGC (nucleo addestramento giovani calciatori) – Ciotti e Pino Sabattini partecipano a Coverciano alla gara di palleggio Allena giovanissimi e allievi. Adotta per primo il 4-4-2 di stampo inglese. Due punte centrali ed esterni che attaccano più che difendere (quante discussioni con me che preferivo le punte larghe e 2 mezzepunte!). Ma vince campionati. Con i ’54, i ’58, i ’60. Tre grandi squadre. Come gongola Tuci, dirigente e… cantore!
Più razionale che metodico, più bonario che severo, i ragazzi lo seguono, lo stimano, gli vogliono bene. E parecchi di loro, da pulcini arrivano alla 1^ squadra. Conti e Pino della prima covata. Leardini, Pritelli, Pazzaglini, Barzotti della seconda. Pasini, Bertozzi, Santucci, Casellato, Paolucci della terza. Fino al Mercuri di ultima generazione. Al Suo fianco in questa opera oscura, ma GRANDE, Renzi il primo maestro. Oscuro anche Lui. Anche Lui grande. COMPLIMENTI, GRAZIE Aldone nostro.
Gabana. Al secolo Aldo Gabellini. Ma Tarzan non è John Smith… Gabana quindi. Il nostro è Figaro, Michelangelo, Trimalcione… Cerbero! Custode del campo, magazziniere, massaggiatore è il factotum… della città. Della nostra. Di noi giallorossi. …Si parte in trasferta. Gabana, in divisa, è inappuntabile. Giacca blu, pantaloni grigi, camicia bianca e cravatta blurossogialla. Carica i borsoni nel ventre del pullman. Sale, siede in silenzio. Nello spogliatoio, novello Fregoli, via la giacca, indossa la Sua tuta azzurra, con la scritta F.C. CATTOLICA (quanto ci tiene!) …è massaggiatore! Siamo un branco di vecchie puttane… e inebriante è il profumo di canfora. Nessuno rinuncia al lettino. …”Ma fà pièn Aldo, tmi tzcorghe li gamb”. Chi ha fatto, ritorna al suo sacco. Sì… Michelangelo! Maglietta, mutande tutto perfetto. E le scarpe! Un tacchetto più basso o più alto, una soletta, l’ovatta. A correggere i danni di andature sbilenche. Si gioca.
C’è un uomo a terra. Gabana con secchio, spugna e cassetta bianco-crociata VOLA in campo. Mistero. Lui, che fuori servizio strascina ciabatte ! E’ vittoria! (succede spesso). Sul pullman, non più teso e serioso, un altro Gabana. Dalla Sua voce roca, microfono in mano, sgorga un finimondo di puttanate. Se poi, ci si ferma a mangiare… che Trimalcione! “E se questo è un colpo secco, Dio me ne mandi un altro” (bicchier di vino). Martedì allenamento. Aldo, pantaloni con bretelle e ciabatte è di nuovo magazziniere. Sulle panche, la roba di ognuno, ognuna al suo posto! Il morale è alto. Smaniosi, si entra in campo a tirare due calci. …ma Cerbero! “Vi ho detto che non dovete prendere i palloni”… qualcuno fà il furbo. Gabana estrae il martello. “A tal dag ti dènt”. Non c’è vittoria, o amicizia che tenga. Ad evitare la botta si lascia la palla. Come i massaggi, l’ordine, le puttanate, anche il martello Ti merita amore. E’ il carisma dei grandi. Grande GABANA!
Pattini. Allena il Cattolica nei campionati ’62/’63. Vittoria con +5 in media inglese e ’63/’64… secondo posto, con promozione in serie D a tavolino. Tale eccezionale curriculum, non gli vale la riconferma! Un affronto tremendo ed immeritato per il buon Giano. GIANO sì. Alcuni di noi, suoi compagni di squadra nella Rimini calcio , lo chiamano così, per nome: Pozzi, Perfetti, Bertoni, Fava, Marani… Calbi. Gli altri: Andreatini, Franca, Masi, Zaccagni, Ronci, Cervesi, Nicolini, Bompadre, Lorenzi, Ciro (indigeni) e Bettancini, Clementoni, Gabellini, sig. PATTINI. Ma, tutti gli diamo del Lei. Tutti, al di là della confidenza, gli vogliamo bene (come a Nino Romani, Suo predecessore). Non è importante il valore: conoscenza di schemi, proprietà di linguaggio, acume tattico, psicologia… Pattini o Giano che sia… gli vogliamo bene. Anche se spesso lo facciamo arrabbiare. Non che sia difficile, in verità, che Giano è buono, ma… incazzereccio! Succede raramente per azioni di gioco, ma quando, in allenamento non ci mettiamo il Suo stesso impegno.
Quella passione che Lui ha nel sangue. “Con questa formula mi avete rotto i coglioni” ci grida una volta, brandendo l’indice (un ditone da Polifemo)… sta giocando anche Lui la partitella. E noi, invece di correre gli facciamo una irriverente melina. Però è giusto. Si incazza con tutti in egual misura. Non fà differenze tra giovani allievi o vecchi compagni. La squdra gioca il WM o sistema. (oggi si direbbe 1-32-2-3). Lo schieramento detta la logica del gioco (scambi incrociati fra i centocampisti, lanci o passaggi verticali per le punte). Il valore dei singoli ne sancisce la bontà. Senza schemi preordinati! … Ma un bel giorno Pattini, terminata la partita del giovedì con le riserve, vuol provare schemi d’attacco, con la squadra schierata e senza avversari. Ma… a Bertoni gli si gela la schiena… e, con marcato accento bresciano: “Giano, dia retta a me. Li mandi via. Se non hanno ancora imparato, non imparano più. Non vede che testa che hanno? (Gabel, Perfetti, Fava) dia retta a me, dia retta a me Giano, li mandi via!”. Pattini ammutolisce, china sconsolato la testa… ed esegue. Mezzora dopo si spalanca la porta dello spogliatoio e Berto impallidisce davanti al minaccioso… ditone del “Giano furioso”. Poi, insieme, senza rancore, ripartono alla volta di Rimini. Così è Giano. Un uomo semplice, genuino, onesto, ingenuo quasi. Innamorato del Suo gioco. Del calcio. Del bel gioco. E’ un grande atleta. Elegante nelle movenze, plastico. Un portiere di serie A…
In quel campionato Pattini, non resiste alla tentazione. Contro il Riccione a 41 anni, torna fra i pali. A rinvedire i fasti di Rimini: Pattini, Gianni Lucchi… E ancora vola. Ma gli fanno gol nel finale! A Bertoni, reo di averlo coperto mostra una volta ancora, il minaccioso manone. Grande, unico, impagabile Giano! Non me ne vogliano Aldo e Gabana, ma sono Tuoi i ricordi più belli.