L’INTERVISTA
– Col Partito Democratico è arrivato il rinnovamento vero della politica. Ne è convinto Luigi Bonadonna, quello che, con tutta probabilità, sarà il numero due del Pd, il vice di Andrea Gnassi. Che descrive alcuni aspetti squisitamente politici del nuovo schieramento politico.
– Non mettere il “vino nuovo”, che è emerso con le primarie del Partito Democratico, “in otri vecchi”. Ha lanciato proprio questo messaggio, col suo discorso d’insediamento a coordinatore provvisorio del Partito Democratico, Andrea Gnassi. Ex diessino, enfant prodige della politica riminese e allo stesso tempo figlio d’arte, secondo molti Gnassi resterà ai vertici del partito, probabilmente affiancato da Luigi Bonadonna, ex diellino e anch’egli “proveniente” da una famiglia di politici.
Lungo e articolato l’intervento di Gnassi subito dopo l’elezione col 97 per cento dei “suffragi”. Gnassi ha esordito parlando proprio della novità del Pd, dopo la “politica che vedeva spuntare leader di partiti individuali pronti alla paralisi per difendere interessi microscopici”.
Ma ora “la società civile, quella vera, quella che persino ci sorprende in fila la mattina al seggio, quella dei cittadini elettori con tre milioni e mezzo di persone, ha chiuso in un giorno molte discussioni. La gente non ha più fiducia nella cattiva politica ma è pronta a metterci la propria faccia se vede e sente il respiro di un progetto serio, credibile, nell’interesse dell’Italia”.
Ma come fare a non mettere, con le parole di Gnassi stesso, il vino nuovo in otri vecchi? Il primo coordinatore del Pd lancia quattro parole d’ordine: inclusione, partecipazione, rinnovamento, trasparenza. Con le quali il Pd svolgerà il suo ruolo che è, appunto, quello di guidare il cambiamento a Rimini. Ma con una lungimiranza di almeno 50 anni, questa volta: “Tempi lunghi, respiro, futuro, innovazione? Bisogna avere il coraggio di mettere in discussione qualche certezza acquisita o rinunciare a qualcosa, se questo vuol dire creare un’opportunità per il futuro. Non c’è solo l’immediato. C’è il valore delle scelte che si fanno oggi per avere benefici domani”.
Certo per fare tutto ciò serve coesione, e infatti Gnassi fa sapere che “saremo al fianco delle imprese che credono in Rimini e che si propongono di essere tra i motori del suo sviluppo. Ma lo sviluppo di un territorio non è solo legato a fattori economici. Il Pd sarà anche e soprattutto un partito popolare che mette al centro l’uomo, i valori sociali della solidarietà e dell’accoglienza. Lavoreremo assieme a chi tende la mano a chi ha meno. Lavoreremo per dare le stesse opportunità di partenza a chi nella corsa di una vita sempre più difficile ne ha avute meno o per qualche motivo è rimasto indietro”.
Ecco come Luigi Bonadonna, ex segretario della Margherita legge l’attualità.
Come si trova nel Pd?
“Meravigliosamente”.
E’ rinnovamento vero o solo di facciata?
“Rinnovamento vero. Io e Andrea Gnassi abbiamo già cominciato, accettando di essere eletti ultimi segretari rispettivamente dei Ds e della Margherita. E siamo tutti e due sotto i 40 anni. Credo che questo sia rinnovamento concreto. E abbiamo eletto anche un segretario del Pd under 40”.
E i vecchi marpioni?
“Non mi pare di cogliere divisioni tra giovani e vecchi marpioni, ma semplicemente tra chi lavora per la gente e chi no. L’importante non è il dato anagrafico bensì cosa si fa per il bene di tutti”.
Quando si andrà a votare a Rimini?
“Nessuno ha posto l’argomento, per cui nel 2011”.
E chi sarà il sindaco?
“Non credo che sia utile iniziare il totosindaco oggi, manca ancora molto tempo, ma questo periodo di riflessione ci vuole tutto”.
Che differenza c’è tra voi e il Partito o il Popolo della Libertà?
“Il Partito Democratico pone al centro del suo agire politico l’uomo come primo aspetto. Il Partito della Libertà o Popolo della Libertà si porta dietro il liberismo assoluto e il libero mercato: l’uomo viene solo di conseguenza. Questa, secondo me, è la prima differenza”.
Pensi che a Rimini, dove spesso si parla di governissimo, siano possibili larghe intese?
“Io credo che a Rimini la coalizione e l’Unione, stanno funzionando bene. A livello politico qualcosa sta cambiando, ma non significa che stia cambiando tutto”.
A Rimini il centro-sinistra è ancora in testa?
“Sì, ma non abbassiamo la guardia. Le priorità per la città devono essere ben individuate proprio per restare in testa”.
Perché i riminesi dovrebbero votarvi?
“Per il rinnovamento. E poi perché siamo stati bravi”.
Ti manca qualcosa della Margherita (per Gnassi dei Ds)?
“Mi viene in mente un classico pranzo di Natale in famiglia. Se ti diverti a discutere in dieci, in trenta si discute ancora meglio. A me non manca certo l’intimità”.
E’ davvero finita la seconda Repubblica?
“Credo che questa della seconda Repubblica sia un’identificazione abusata di questo periodo storico. Noi siamo stati nei Democratici, nella Margherita, ora nel Partito Democratico, e ora siamo giunti all’approdo. Ma per rispondere a questa domanda devi guardare a tutti, compresi all’altra parte. Berlusconi ad esempio non chiude la porta, anzi la apre al dialogo per le riforme istituzionali”.
Dì qualcosa all’altro.
“In bocca al lupo Andrea. E io ci sarò? al tuo fianco”.
di Francesco Pagnini