Natale: specialità, luminarie, eventi, critiche
– Natale è un caleidoscopio di luci, umori, eventi, critiche, investimenti, proposte. Tutte tese al commercio, all’intrattenimento. E anche all’anima di una comunità. Ecco un diario speciale fatto da amministratori e commercianti. A Riccione sono molto soddisfatti, a Misano serpeggia il malumore. Contenti a San Giovanni. Una marea di proposte da Morciano.
Gabriele Galli è commerciante a Misano. E rappresenta molto di più di una tabaccheria in centro. Dal 1929 recita la loro data come tabaccheria, come bottega (alimentari e altre merci) risale ad almeno un decennio prima. Si trova nella centralissima via Repubblica, in un angolo a pochi metri dal mare. Oggi, dopo i nonni ed i genitori ci sono due fratelli: Giuseppe e Gabriele. A chi gli chiede degli eventi delle feste misanesi, dice quest’ultimo, 41 anni: “A parte le luminarie, Misano Mare è completamente al palo. Ferma, senza iniziative. Capisco che non è facile, che è impegnativo, ma così è deprimente. Abbiamo un centro completamente abbandonato: buio, distrutto, pieno di buche, difficile da accedere, lampioni storti, panche inguardabili. Per far vedere ai turisti tutta la sua tristezza, propongo ai negozianti che si affacciano sulla strada di tenere le luci spente mezz’ora il 14 agosto. Sarebbe il buio totale; abbiamo lampioni che non illuminano. Nonostante tale evidenza gli amministratori ci dicono che va tutto bene. Da loro mi aspetterei delle scuse, un piccolo mea culpa; con la promessa che cercheranno di rimediare. Hanno messo delle palme, neppure fossimo in Africa; anche un bambino sa che col nostro clima non è adatta. Un arredo urbano può piacere o non piacere, ma il nostro è un disastro. Credo che a Misano si possa voler bene anche accendendo un alberello di Natale. Invece, lo fa solo il bagnino Giosuè; che mette una luminaria sul suo cabinotto in spiaggia”.
Si difende Luigi Bellettini, assessore al Turismo di Misano. Argomenta: “Arrivare a dire che non si fa nulla è sbagliato. Ho incontrato i commercianti, le associazioni di categoria, i comitati, prima delle feste, ma non sono arrivate idee. Chiedere senza dare è sbagliato; solo con un gioco di squadra si fanno le cose, partendo dal presupposto che anche il commerciante deve fare la propria parte. In centro non c’è nulla causa i molti cantieri edili. Ma ecco che cosa abbiamo in programma per le feste: il 16 dicembre teatro con Ivano Marescotti all’Astra, il 26 dicembre film per bambini, il 1° gennaio spettacolo di burattini, il 6 gennaio Befana in piazza. Poi in ogni frazione è stato allestito un gigantesco albero natalizio. L’anno prossimo in via Repubblica posiamo pensare a qualcosa di più importante, ma insieme con proposte e idee. Le poche che arrivano sono quelle dei comitati”.
Su un’altra linea i commercianti riccionesi a San Lorenzo (60 attività, 40 nel Comitato) e Riccione Paese (100 commercianti e 60 nel Comitato).
Elio Mainardi, titolare della pizzeria “Giovanni-Loretta” a San Lorenzo, di fronte alla chiesa. Presenta il Natale della dinamica frazione riccionese. “Come Comitato portiamo avanti un programma non proprio indifferente. Quest’anno abbiamo montato le luminarie fino in fondo a via Veneto. E abbiamo allestito per Natale un cartellone ricco, vario, divertente, che va dal 7 al 16 dicembre. Voglio partire dall’ultima giornata, quella del 16. Chiudiamo le vie Veneto e San Lorenzo. Fuori dai negozi sei mettono dei tavoli con porchetta, ciambella, castagne, vin brulè: una bella festa ed è tutto gratis. Nelle altre serate, nella tensostruttura: i più famosi solisti delle orchestre romagnole che cantano la nostra musica, poi la Festa della Polisportiva, il mercatino equo-solidale, il torneo di calciobalilla, la gara di briscola alla quale partecipano anche tutti i preti e i politici di Riccione. Si chiude con una commedia dialettale”.
A Mainardi si chiede quali sono i rapporti con la pubblica amministrazione riccionese: “Al Comune non chiediamo che un contributo. Al resto pensiamo noi del Comitato. Comitato che destina anche dei soldi in beneficenza. Ad esempio, due anni fa abbiamo rifatto il tetto ad un’abitazione di San Lorenzo, oppure inviato danaro per i terremotati del Sud’Italia”.
Lanfranco Francolini, da un anno presidente del Comitato Riccione Paese, è il titolare dell’Ottica Francolini, via Fratelli Cervi. Dice: “Presenteremo delle luminarie bellissime. Penso tra le più accattivanti della provincia; non abbiamo guardato al costo, ma soprattutto agli effetti. Avremo anche la filodiffusione con i canti natalizi lungo il viale. Era rotta; abbiamo chiesto uno sforzo al Comune che ci è venuto incontro. L’altro evento forte, è il 6 gennaio, giorno della Befana. Organizzazione della Geat, ad ogni bambino riccionese, tra gli 0 ed i 10 anni verrà donato un presente da Babbo Natale che scende da un elicottero. Quest’anno, a differenza degli anni addietro, non abbiamo eventi di intrattenimento, perché siamo stati puniti dal tempo. A chi fa spesa nei negozi convenzionati viene dato una cartolina, con la quale si partecipa ad un’estrazione che mette in palio una vacanza in Messico per due persone tutto incluso”.
E i rapporti con l’amministrazione? “Siamo contenti; abbiamo un buon dialogo. Nonostante i loro tempi, che come si sa sono lunghi, riusciamo a sintonizzarci. Chiediamo 10 e ci danno 4, ma capiamo. Siamo anche del parere che va domandato il possibile e non la luna. Inoltre, c’è modo e modo di bussare. Chiaro che siamo contrari all’iper; anche se sono scelte di fondo sulle quali è difficile intervenire”.
Silvano Soprani, già commerciante di elettrodomestici, è vice-sindaco e assessore al Commercio di Morciano, una città commercio con 130 attività. Bella persona, capace di coniugare rigore e ascolto, presenta una Morciano natalizia che ha messo sul piatto delle spese attorno ai 20.000 euro come solo quota del Comune. Con l’ingresso in giunta nel 2004, Soprani ha portato nella capitale della Valconca i mercatini mensili (seconda domenica di ogni mese), la Fiera dei Golosi, la Festa del Pane (poi cancellata dal cartellone delle manifestazioni). Dice: “Rispetto al 2006 non abbiamo grandi novità, ma c’è stato il coinvolgimento più generale. Dopo il piccolo disastro dell’anno passato, avremo una pista di pattinaggio efficiente in piazza del Popolo, con l’inaugurazione avvenuta il 24 novembre. Abbiamo molte iniziative di grande richiamo; per farle abbiamo stanziato cifre corpose. Oramai se vuoi fare qualcosa di richiamo, di qualità, si hanno bisogno di cifre importanti. Presenteremo una Morciano ricca di eventi, piacevole con le chilometriche luminarie”.
Marcello Calesini è uno dei commercianti di punta di San Giovanni in Marignano. Gioielliere-orologiaio (uno dei pochi ad aggiustare ancora direttamente), ha la bella bottega sulla centrale piazza Silvagni: “Le nostre luminarie sono state accese in ritardo rispetto alle cittadine vicine, penso a Morciano, che offre anche un’accattivante pista sul ghiaccio. Siamo in concorrenza anche come paesi; dunque dobbiamo reggere il passo. Quanto agli eventi, credo che per il periodo natalizio dobbiamo fare qualcosa per attirare gente. Si dovrebbe partire dalla festa di Santa Lucia, che perde smalto anno dopo anno. Peccato che non si faccia qualcosa per riportarla agli antichi splendori; invece ci fermiamo alle bancarelle con i dolciumi. Capisco, però, che è più facile a parlare che a fare. Mi spiace anche che i miei colleghi, quando ospitiamo manifestazioni, si lamentano che vengono chiuse le strade e che si lavora meno. Ma ci facciamo vedere, conoscere.
Il nostro fiore all’occhiello è la lotteria Fantanatale. E’ sufficiente fare un acquisto e si partecipa all’estrazione finale. Quest’anno c’è un’automobile in palio. All’amministrazione comunale chiediamo di sostenerci, uno sforzo, altrimenti i centri commerciali ci portano via tutti i clienti”.
Galli: “A parte le luminarie, Misano è completamente al palo. Ferma, senza iniziative. Capisco che non è facile, che è impegnativo, ma così è deprimente”
Calesini: “Natale, dobbiamo fare qualcosa per attirare gente. Si dovrebbe partire dalla festa
di Santa Lucia, che perde smalto anno dopo anno”
Mainardi, San Lorenzo: “Come Comitato portiamo avanti un programma non proprio indifferente. Quest’anno abbiamo montato le luminarie fino in fondo a via Veneto”
Bellettini: “Arrivare a dire che non si fa nulla è sbagliato. Ho incontrato i commercianti, le associazioni di categoria, i comitati, prima delle feste, ma non sono arrivate idee”
Soprani, Morciano: “Rispetto al 2006 non abbiamo grandi novità. Dopo il piccolo disastro dell’anno passato, avremo una pista di pattinaggio efficiente”
Francolini, Riccione Paese: “Luminarie bellissime. Penso tra le più accattivanti. Filodiffusione con i canti natalizi. La lotteria con viaggio in Messico”
TRADIZIONI GASTRONOMICHE
Miacetto, quel dolce simbolo di una città
Si fa solo a Cattolica, “dal port a li culonie” (dal porto alle colonie). Per il compianto professor Guido Paolucci era la metafora della città. Lo storico Maria Lucia De Nicolò lo ha raccontato in suo saggio, che la pasticceria Staccoli riporta nel cartiglio che accompagna il dolce natalizio per antonomasia
– Il miacetto, il dolce del mare, si fa solo a Cattolica, “dal port a li culonie” (dal porto alle colonie), amano dire, con orgoglio, i cattolichini. Il compianto professor Guido Paolucci pensava che il dolce natalizio rappresentasse la metafora della propria città.
Maria Lucia De Nicolò, storico rigoroso, ne ha fatto un bel ritratto. “Il miacetto – scrive -, la cui etimologia è stata spiegata da alcuni come torta formata da mille acini, da altri come derivazione di mnàcia, mosto, è il dolce della Vigilia di Natale. Come tale, infatti, è ricordato ancora in molte delle più vecchie famiglie del paese che ne conservano le ricette centenarie, a volte con l’aggiunta nel tempo di piccole varianti dovute ad inclinazioni di gusto. Un dolce di magro quindi, perché tra i suoi ingredienti non vi è nulla che possa guastare la Vigilia.
Nonostante presenti, per l’aspetto e per i prodotti impiegati nella sua preparazione, una certa somiglianza con altri dolci tipici regionali come il panforte toscano, la certosa bolognese, il pan pepato di Modena ed altri dolci veneti e lombardi, si distingue nettamente da questi per la quasi totale assenza delle spezie, sostituite invece dallo squisito aroma prodotto dall’amalgama della scorza tritata di giuste dosi di aranci e limoni.
Come è noto Cattolica fu da tempi molto antichi un centro la cui economia era legata al passo, cioè al transito di viaggiatori e pellegrini, tanto da essere definita nel Cinquecento contrada di taverne, ed è logico che la sua popolazione curasse la gastronomia per cui il miacetto potrebbe essere nato per offrire durante l’Avvento, tempo di astinenza, un dolce sorpresa per il viaggiatore.
Così, rimanendo proibiti altri dolci caratteristici come il ciambellone, i braciadelli, le frittelle, il casadello e dovendo strettamente attenersi ad un regime di magro, cioè privo di carni, condimenti e grassi come lardo e strutto, formaggi, latte, burro e anche uova, si riuscì ugualmente a creare un dolce squisito. Nella sua preparazione confluirono non solo motivazioni morali e sociali, ma elementi di interrelazione con civiltà gastronomiche di altri popoli mediterranei che senz’altro qui, luogo di confine tra Marche e Romagna e porto naturale, da tempi remoti possono aver trovato una meta per gli scambi e per la sosta nella navigazione di piccolo cabotaggio lungo la costa adriatica.
Alle mandorle e alle noci tritate, frutti coltivati abbondantemente nella nostra campagna fino all’epoca moderna, si pensò di aggiungere uva passa, oltre alla scorza di agrumi tritata ed ancora pinoli (che potevano essere facilmente importati delle vicine pinete di Ravenna). Il tutto venne legato con miele (componente tipico dei dolci greci), acqua, olio (unico condimento permesso in tempo di Vigilia) e rùmgiulén che potrebbe definirsi un tipo di farina integrale.
Un dolce di mare lo definirei, perché in esso confluiscono i contatti avuti nel tempo con genti e tradizioni provenienti dal mare e che sono entrati a far parte del patrimonio non solo gastronomico, ma etnico del paese; è veramente un dolce tradizionale, e la sua preparazione non sorpassa i confini naturali della città, che rimangono il Tavollo a sud e il Conca a nord e che delimitano l’isola di conoscenza e di degustazione del miacetto”.
LA RIFLESSIONE
Panigalli, valorizzare i centri storici e i borghi
Eventi e manifestazioni sono un modo efficace per contrastare il richiamo dei centri commerciali. Nell’entroterra mercatini che non hanno nulla da invidiare ai trentini o alto atesini
– Feste natalizie: momento per valorizzare il ruolo commerciale dei centri storici e dei borghi dell’entroterra. Questo il ruolo della Cna.Com per eventi e manifestazioni legati alle festività più importanti dell’anno. Lo afferma Ivano Panigalli, dirigente della Cna.
Argomenta: “Il Natale è l’occasione per valorizzare la bellezza commerciale dei centri storici, da Rimini a Riccione, passando per San Giovanni, Morciano, Mondaino. In alcune località ci sono mercatini natalizi che non hanno nulla da invidiare a quelli trentini o alto atesini verso i quali partiamo in pullman.
Nell’entroterra esistono attività commerciali che hanno un alto valore rispetto alla specifica domanda natalizia”.
“Naturalmente – continua Panigalli – ci sono cittadine più o meno mature. Dove si sta effettuando un buon lavoro è senza dubbio Morciano. Ha una storia commerciale, ma è capace di rilanciarsi; potrebbe essere preso come punto di riferimento. La nostra associazione cerca di promuovere tutte le attività specifiche. Proporre eventi e manifestazioni nei centri storici è uno dei modi più efficaci per contrastare la potenza dei poli commerciali. E a questo servono le piste di pattinaggio a Rimini, Riccione, Morciano. Un altro buon esempio di dinamismo imprenditoriale lo danno i commercianti di San Lorenzo e Riccione Paese. Realtà da tenere in considerazione per le cose che si fanno e anche per il valore degli investimenti”.