– “Non ci sono più i giovani di una volta!”. E’ uno dei luoghi comuni che con semplicità esce da tante bocche e che relega le nuove generazioni dedite alla mollezza e alle frivolezze. Un gruppo di trentenni misanesi invece intreccia beneficenza, cultura e il piacere di stare insieme con quella spensieratezza figlia dell’intelligenza. Sono i “Giovne amarcord”, una compagnia che scrive e interpreta commedie dialettali il cui ricavato finisce in Mozambico, dove opera don Claudio, per anni loro giovane prete a Misano.
La prima rappresentazione, “Chi le fa l’aspetti”, risale a 12 anni fa; allora furono raccolti fondi per 361,15 euro. In questo lasso di tempo la cifra spedita in Africa ha raggiunto i 43.613,71 euro.
La commedia 2006-7 si intitola “Un insteda da Mandrell”. In catellone 6-7 rappresentazioni, il debutto si è tenuto lo scorso 25 novembre al teatro Rosaspina di Montescudo. Grazie all’ottimo lavoro e al dinamismo dell’assessore Gilberto Arcangeli, si è fatto il pieno. Nella serata casalinga, cinema-teatro Astra, si sono registrate 380 presenze; con centinaia di persone “mandate via”. In gennaio e febbraio, sono previste altre 5 rappresentazioni. Da sempre il commediografo è Roberto Semprini, professione bancario della Bpv. Dice: “La trama della storia è qualcosa di indecifrabile. C’è solo una traccia; ogni sera si introducono piccole nuove battute, sempre con l’intento di deliziare e far divertire. Durante le prove impariamo il senso del testo”. Giovani loro e giovane anche il pubblico; tanti i bambini.
Semprini coglie l’animo dei giovani e ambienta spesso al passato, alla civiltà contadina. E non utilizza il passato per far riflettere sull’oggi. La commedia di quest’anno parla di avventure amorose e della tipologia di uomo: chi racconta troppo fino a sciupare i sentimenti, chi è silenzioso e vive appieno.
L’obiettivo che si pone Semprini è mettere nero su bianco l’attualità e il divertimento, con la paura che la vena che dura da una dozzina d’anni si possa prosciugare. Riflette: “Per fortuna ad ogni primavera mi vengono nuove idee. Le commedie mi hanno aiutato all’Università, mi hanno dato sicurezza e semplicità nel racconto. La mia difficoltà naturalmente sta nel trovare le idee per strappare il riso, con l’ambizione di far germogliare la piantina della riflessione”.