POLITICA
Se si difendono i diritti si parla a tutti i cittadini. Ma si fa un gioco in difesa: così non si segna e si prendono gol. Il disagio verso Prodi e l’asse Ds-Margherita (ovvero il Pd). Il collante è la paura di Berlusconi?
– Sabato 10 novembre, Palazzo del Turismo di Riccione, convegno sul tema: “Colmare il vuoto a sinistra”. Relatori: don Andrea Gallo (Comunità San Benedetto al Porto – Genova), Francesco “Pancho” Pardi (I girotondi – Libera cittadinanza), Giulietto Chiesa (eurodeputato – Il cantiere per il bene comune), Alberto Burgio (deputato – Rifondazione comunista), Paola Pellegrini (resp. Cultura – Comunisti italiani), Valerio Calzolaio (deputato – Sinistra democratica), Mauro Bulgarelli (senatore – Verdi).
Un pomeriggio molto intenso di interventi (solo dei relatori) ma deludente sul piano della costruzione della cosiddetta “Cosa rossa” o meglio “La sinistra”. Sono emersi tutti i limiti culturali e programmatici del percorso di un soggetto unico; qualcuno addirittura non ci crede e forse rema contro. Sono previste piccole scissioni. Ma forse ci vuole tempo.
Ha prevalso spesso la logica dell’appartenenza ai singoli partitini, tanta autoreferenzialità e poca disponibilità ad aprirsi e mettersi in discussione. Alcuni interventi, pur esprimendo volontà di aprirsi, finivano per mettere più paletti che impegnarsi ad abbatterli.
Il soggetto unico (una federazione) è tragicamente in ritardo (bisognava farlo un paio d’anni fa), e la fretta (tutta di vertice) con la quale si sta procedendo, senza un percorso dal basso nelle varie realtà locali, pare dettata dai tempi della nascita del Partito democratico e dalla nuova legge elettorale (o referendum). Insomma si gioca in difesa (ma così non si segna e si prendono gol). Forse si sta correndo anche per la cagionevole salute del governo, che rischia di cadere da un momento all’altro ed essere pronti ad elezioni anticipate.
E’ emerso il disagio di stare in un governo, come forse in tante giunte locali di centrosinistra, dove le scelte sono dettate dai Ds-Margherita attuate in “comunella” coi centristi dei due schieramenti. Il collante sembra solo la paura di Berlusconi, ma questo, alla luce dei fatti, ha portato spesso a scelte e non scelte, molto simili alla logica berlusconiana e confindustriale.
Ora la cosiddetta sinistra radicale, sconta la debolezza della sua frammentarietà, è in forte crisi d’identità, con larga parte della sua base elettorale delusa, confusa e incazzata. Soffre una logica partitica assurda, che non vede ad un palmo dal naso… mentre Veltroni & C. stanno preparando loro… il benservito: grazie! e un bel calcio nel sedere. Casini e amici sono lì, pronti a salire sul carro?
Dunque sono venuti al pettine tutti i nodi di una diversità di scelte, prospettive e riferimenti. Il Pd guarda sempre più ad un centro moderato, ha una logica prettamente governativa e di potere, va a braccetto con i poteri forti, ed è parte integrante del sistema economico, finanziario, editoriale.
Il convegno di Riccione ha mostrato il “nanismo” politico dei dirigenti dei partiti organizzatori. I limiti partivano proprio dal titolo del convegno: “Colmare il vuoto a sinistra”. Detta così la proposta rimane debole e subalterna al Pd. Si identifica, più che un progetto, un’area (quasi di geografia politica) dove collocarsi dopo che il Pd si è sbarazzato dei suoi connotati di sinistra.
Il problema non è solo colmare il vuoto a sinistra, ma quello di colmare tutti i vuoti (spesso sono voragini!) che esistono nel nostro Paese: trasparenza, questione morale, ambiente, partecipazione democratica, solidarietà, lavoro, cultura, istruzione, sicurezza, criminalità organizzata, conflitti d’interesse, laicità dello Stato, cultura della pace, globalizzazione…
Bisogna parlare ai cittadini. Sembra che si dia per scontato che la sinistra debba rappresentare solo una piccola fetta di società. Sembra che l’essere di sinistra, o di destra, sia una cosa permanente, quasi ereditaria. Se si difendono con forza i diritti, si parla alla stragrande maggioranza dei cittadini.
Non è l’autocertificazione e l’autoreferenzialità che stabilisce l’essere di sinistra, ma è la coerenza pratica, la capacità di creare un progetto credibile di governabilità dei processi sociali, economici e morali che si hanno di fronte.
Questo significa due cose: 1) l’inevitabile conflitto con il Pd. Una battaglia politico-culturale che non si limiti a schermaglie con Veltroni & C., ma deve rivolgersi a tutti i cittadini. Si possono costruire alleanze col Pd, ma alla pari;
2) costruire un soggetto forte e credibile che non si arrocchi su se stesso e su questioni ideologiche.
Per fare questo deve essere vitale la linfa dei movimenti e della società civile. Rifondare dal basso “La Sinistra-L’Arcobaleno” con una grande costituente. I partitini con i loro apparati devono fare un passo indietro e mettere a disposizione strutture e idee.
Giulietto Chiesa ha esordito: “Compagni, abbiamo perso”. Ha ragione. La rinuncia per anni da parte della sinistra moderata di aggredire la società con una battaglia culturale, ha portato ad una metamorfosi devastante nel concepire molti valori, a partire dalla solidarietà fino alla pace. Rifondare la sinistra partendo da una nuova idea di sinistra (che vuol dire andare oltre), salvaguardando i grandi valori, ma costruirla su nuove basi.
La prima è la questione morale, poi la partecipazione. Tutto il resto viene di conseguenza e molto meglio. La società, l’Italia, il mondo… sono velocemente cambiati. Molti schemi partitici e mentali non riescono più ad interpretarla. Pertanto non riescono più a rispondere ai bisogni vecchi e nuovi. Nel convegno, e non a caso, le cose più “ariose” sono venute da chi è fuori da logiche partitiche. In Italia il pericolo non è l’antipolitica, questa è solo il frutto della cattiva politica. I cittadini, in larga parte, non fuggono dalla politica, hanno bisogno di una buona politica. E poi, cominciamo a chiamarla impegno civile e sociale.
ULTIMA ORA – Mentre andiamo in stampa si stanno riunendo gli stati generali di Rc, Ci, Sd, Verdi per formalizzare la federazione. Reso pubblico anche il logo unitario: La Sinistra-L’Arcobaleno. Il dado è tratto. Adesso ci vuole un passo indietro degli apparati e tre passi avanti della società civile.
di Enzo Cecchini