– Quando il padre Pietro Natili decise di inaugurare la chiesa da lui progettata e finanziata, con la manodopera gratuita degli abitanti della zona a mare del territorio del Comune di Misano (fino al ’44 del “Fnil”), assegnò alla chiesa il dipinto olio su tela di cm 2,30 X 1,50, che raffigura “San Girolamo”, così come l’altra tela, delle dimensioni di cm. 1,55 X1,10 (e con cornice dorata di cm. 0, 17), che raffigura il beato Pietro da Pisis (Pisa), dei quali fece trascrivere i loro nomi all’interno della chiesa stessa, in alto ai lati dello altare maggiore.
L’intuizione che la tela raffigurante San Girolamo, fosse di un certo pregio, anche se certamente rovinatissima, così come pure ha testimoniato la restauratrice, Donatella Renzaglia, mi fu accertata da un mio carissimo amico, il professor Francesco Rovacchi, al quale mi rivolsi per avere un suo parere, in quanto esperto d’arte.
Naturalmente in occasione dei festeggiamenti previsti, nel riportare all’interno della Chiesa la tela del “San Girolamo”, riposizioneremo all’interno della stessa anche questa tela, che comunque dovrà essere restaurata in un secondo tempo, con il fianan-ziamento, che ci auguriamo venga fatto dalla “Banca Popolare Valconca”.
Per quanto poi riguarda la provenienza dei dipinti è da prendere in seria considerazione, che questi provengano certamente da chiese che originariamente erano state edificate e officiate dai Religiosi Gerolomini, che nella zona della Valle del Conca (vedi Saludecio ed altre); così come in quella di Rimini, in una zona chiamata “Scola”; e così come nella zona di Urbino in località Montebello sul monte Cessana o Cesana); che già alla fine del 1800 erano state chiuse, e quindi abbandonate, in mancanza dei religiosi.
Si pensa inoltre che il trasporto di entrambe le due tele, che dopotutto sono di notevoli dimensioni, siano state effettuate dagli stessi abitanti della zona a mare del Comune di Misano; così come era avvenuto per il trasporto dei materiali per la costruzione della chiesa e del convento.
Naturalmente appena possibile, saranno fatte ricerche anche in questo senso, onde avere una certezza sulla provenienza di detti dipinti.
Sugli argomenti sopradescritti, abbbiamo già in parte consultato (e lo sarà fatto anche in seguito nei restanti volumi della “HISTORIA MONUMENTA ORDINIS SANCTI HIERONIMI CONGREGATIONIS B.PETRI DE PISIS (sin dalla prima, e così della) EDITIO SECUNDA LONGE ACTIOR, ET CORRECTIUR AC DOCUMENTIS NUNC PRIMUM EDITIS ILLUSTRATA AUCTORE JO BABTISTA SAJANELLO – tomus primus – DATATUS VENEZIA MDCCLVIII, redatto appunto dallo storico della Congregazione all’inizio in latino, e successivamente in italiano, dal 1866 in poi.
In questi due volumi su pergamena, praticamente come in un diario, mese per mese, anno per anno, vengono descritti tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti all’interno della intera Congregazione, e questo è stato fatto sia per le singole chiese, che per le case di pertinenza della stessa Congregazione, partendo dal 1420, e presumibilmente fino alla soppressione avvenuta nel 1935. E pertanto dovremo (così si spera) trovare qualche traccia.
Due critici di valore, Riccardo Gresta e Marisa Baldelli, ritengono debba essere attribuita al “Guercino”, certamente uno dei pittori più rinomati e prolifici del 1600, e così come per le innumerevoli richieste che ci vengono fatte, perché si possa ottenere una definitiva certezza sulla attribuzione al “Guercino” della tela raffigurante il “S.Girolamo”, cosa che certamente metteremo in atto, consultando anche gli innumerevoli e rinomati esperti italiani e stranieri, i quali conoscendo molto bene i dipinti del “Guercino”, così come lo descrive un rigidissimo critico “che erano l’ornamento delle chiese più splendide, di vanto delle collezioni di Roma, di Firenze, di Modena, di Francia e di Vienna”.
Si è reso più che necessario, se non indispensabile, programmare tutti i lavori ritenuti indispensabili, per ricollocare il dipinto all’interno della Chiesa.
Il primo intervento, è stato quello di mettere in sicurezza la chiesa, ed i vani ad essa pertinenti (vedi la sagrestia).
A questo scopo pertanto si è dovuto interpellare la ditta “Faro” di Riccione, che tra le altre attività del settore, è specializzata e rinomata anche in questo.
Dai sopraluoghi che sono stati effettuati, è risultato che per dare esecuzione a detto impianto, è necessario prima di tutto mettere a norma l’impianto elettrico.
In conseguenza pertanto, è stata presa la decisione di appaltare innanzitutto detti lavori. Da parte poi degli esperti del settore, ci è stato fatto presente che per preservare nelle migliori condizioni il dipinto, sarebbe più che opportuno applicarvi una lastra di vetro extrachiaro antisfondamento, per una maggiore sicurezza al dipinto stesso.
Inoltre, durante detti sopraluoghi, ci è stato fatto notare che l’impianto della illuminazione all’interno della Chiesa è certamente alquanto carente, e che pertanto, essendo in corso d’opera, sarebbe opportuno rifarlo, adottando le nuove tecnologie, dando in conseguenza un maggiore rilievo alla Chiesa stessa, e con un risparmio certamente più che notevole di energia elettrica.
A questo punto quindi abbiamo dovuto farci fare i dovuti preventivi, e mettere in esecuzione quanto andiamo ad elencare: 1) messa in sicurezza della Chiesa, con impianto idoneo onde evitare intrusioni, naturalmente collegato con la Stazione dei Carabinieri e della Polizia, appaltandolo alla ditta “Faro” di Riccione, con costo euro 7.700, con l’applicazione di uno sconto di euro 1.400.
2) Messa in opera di una lastra di vetro extrachiaro antisfondamento, commissionato alla “Vetreria Riccionese. Costo euro 4.000.
3) Rifacimento dell’impianto elettrico, così come quello dell’illuminazione all’interno della chiesa e locali di pertinenza, costo euro 37.299.
4) Rifacimento e ampliamento dell’impianto acustico (altoparlanti). Costo: euro 1.000.
5) Impianto di rilevazione e spegnimento incendi. Costo: euro 4.480, con sconto: euro 880.
Mentre per quanto poi riguarda il finanziamento dell’impianto elettrico e della illuminazione, abbiamo già inoltrato la debita richiesta scritta, indirizzata alla “Banca Popolare Valconca”, perché ci venga effettuato un prestito, che ci auguriamo di poter estinguere nel più breve tempo possibile, con le offerte straordinarie che riteniamo ci potranno pervenire, da parte di chi ne ha naturalmente la possibilita, e questo in considerazione che quanto si sta facendo, riguarda il mantenimento della chiesa che, dal 1902 è stata la chiesa dei loro antenati, e che quindi sia doveroso ritenerla patrimonio indistintamente di tutti i Misanesi.
Per quanto poi riguarda il rientro del dipinto raffigurante “San Girolamo” all’interno della chiesa, naturalmente con i dovuti festeggiamenti che si stanno organizzando, questo è stato deciso che vengano svolti nella domenica 29 aprile prossimo. In questa occasione, sarà celebrata una messa solenne, che come da consuetudine verrà celebrata alle 10 del mattino, con la partecipazione delle autorità cittadine.
Mentre nel pomeriggio, sempre all’interno della chiesa, si svolgerà un concerto di musica classica. Inoltre, in occasione di questi festeggiamenti, rendiamo pubblica la notizia che vi parteciperanno, in qualità di ospiti, alcune suore tedesche, provenienti da “Bad Staffelstein”, che fanno parte della Congregazione Religiosa che fu fondata dal Padre Pietro Natili durante la sua permanenza in Germania, prima del suo rientro in Italia, avvenuta negli ultimi anni del 1800.
Alla loro presenza, alla vigilia dei festeggiamenti, all’interno della chiesa verrà inaugurata una lapide sotto la quale fu sepolto Pietro Natili.
In questa occasione riteniamo di poter anticipare che, appena ci sarà possibile faremo restaurare il dipinto raffigurante il “Beato Pietro Gambaluga da Pisa”, che qui riproduciamo, così da poterlo rimirare a restauro avvenuto.
Riteniamo inoltre sia da apprezzare il dipinto che si trova sul lato sinistro, al di sopra dell’altare, racchiuso all’interno di una raggiera dorata, che rappresenta la Madonna con il Bambino Gesù sulle braccia. Si tratta certamente di un pregevole dipinto su tavola, con la dicitura “Mater Mater boni consilii”, e con nel retro la scritta: P. Hermenegildus. Moricionius Urbinas. Ordinis. S.Hieronimi. Pifanae Congregationis. Sumtib. propriis. Fani. pingend. Curavit. A.Jofepho. de Ceccarinis A.D. MDCCXCII.
di Mario Busi