– Ai primi del Seicento, il vescovo di Rimini, in visita pastorale a Misano Monte, si lamenta che nella bella chiesa non c’è un’opera devozionale di pari valore. Pochi anni dopo, nella tappa vescovile successiva, si ha la prima notizia del Crocifisso ligneo dipinto. L’opera d’arte è ritornata agli antichi splendori grazie ad un attento e accurato restauro eseguito da Giovanni Mazzoccoli, che ha a Mondaino la sua bottega. Il Cristo è ritornato in chiesa pochi giorni prima della festa del patrono, lo scorso 3 febbraio. Per farlo ammirare ai devoti, don Angelo Rubaconti ha avuto la bella idea di posizionarlo davanti all’altare maggiore. Forse in pochi finora lo hanno visto da così vicino, poiché era collocato, in alto, in una teca di vetro nel transetto sul lato nord della chiesa. Nella nuova collocazione (definitiva?) si possono scrutare piccolissimi particolari: i peli, i denti, i capelli. Costo del restauro 6.000 euro, pagato dalla parrocchia, il Cristo di legno è stato consolidato, ripulito e ridipinto. L’ultimo intervento era avvenuto nel 1940, a Rimini. Fu portato in città, col suo camion, da un giovane Guido Berardi, oggi un signore che veleggia oltre i 90 anni.
Sul Cristo non ci sono notizie storiche certe; si fanno ipotesi sia sul periodo d’esecuzione, sia sull’autore. Si pensa che possa essere un’opera del 1500, forse del tardo ‘400. C’è chi afferma che possa essere di scuola toscana (per via dell’aureola che ricorda le figure di Piero della Francesca), di un artista tedesco allievo in Toscana. La leggenda lo fa giungere dalla Dalmazia via mare, attraverso un naufragio. Controverso anche il giudizio sul suo valore artistico. A parere di Pier Giorgio Pasini, uno tra i massimi storici dell’arte della provincia di Rimini, è di buona fattura, ma non un capolavoro.